Allarme mafia cinese dalla Fondazione Antonino Caponnetto

La nuova realtà economica e borghese è un'organizzazione molto forte in grado di controllare il territorio. Il commento di Federico Gelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 gennaio 2012 22:20
Allarme mafia cinese dalla Fondazione Antonino Caponnetto

Il rapporto di quest'anno inquieta. Inquieta molto in quanto certifica una presenza mafiosa imponente in un territorio non mafioso e pone una domanda: all'incirca quanto può essere il fatturato delle mafie in tutte le sue forme che viene prodotto in Toscana? Non è una domanda facile cui rispondere come non è semplice avere dati precisi ma è comunque possibile dare una stima plausibile: la Fondazione Caponnetto stima intorno ai 15 miliardi di euro. Non bisogna poi dimenticare che stime nazionali parlano di 200 miliardi di euro e stime europee uscite da un recente convegno a Bruxelles parlano di 2000 miliardi di euro.

Se non si interverrà per tempo la parola mercato verrà sostituita da mercato mafioso così come la parola capitale verrà sostituita da capitale mafioso. La Toscana ha comunque una fortuna: è una terra attenta. Ha la Prefettura di Firenze sempre all'erta che ha creato un gruppo di coordinamento con le altre prefetture ed il cui gruppo interforze monitorizza gli appalti. La Toscana ha la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la DIA e la DDA attente oltre ad una classe politica che si accorge man mano del problema.

Occorre però non abbassare la guardia in alcun modo in quanto la situazione è grave, ma non è irreparabile in quanto la Toscana è per fortuna una terra sana... Ma fino a quando? Incendi dolosi in odor di mafia Negli due anni vi sono stati numerosi incendi dolosi a danni di ditte nel campo dei trasporti o dell'edilizia a Porcari, nel pratese, nel calenzanese e nell'empolese. I casi non sono stati risolti. Situazione quanto mai interessante che odora di mafia. Riciclo denaro sporco Tutte le analisi concordano sulla capacità di riciclare i soldi sporchi da parte delle organizzazioni criminali.

La crisi economica, i fallimenti, la mancanza di denaro porterà chi ha liquidità, ossia i gruppi criminali soprattutto mafiosi, ad investirla in attività lecite. In particolare occorre monitorare i recenti passaggi di proprietà di numerosi alberghi, agriturismi, ristoranti e più in generale pubblici esercizi che sono avvenuti in Toscana. In particolare ci sono state società campane che hanno effettuato acquisti di alberghi. Sono inoltre molto attivi gruppi calabresi e cinesi. In particolare a Firenze hanno aperto ristoranti giapponesi gestiti da cinesi in cui viene servito il sushi.

La situazione è preoccupante, come ha affermato più volte anche la FIPE Confcommercio, e se non s'interverrà per tempo, con il contributo della crisi economica mondiale, nel giro di tre anni le imprese sane presenti nel centro di Firenze ed in altre parti della Toscana diventeranno una minoranza. La Fondazione Caponnetto ritiene che il libero mercato sia messo a repentaglio dal mercato mafioso che non deve rispettare i dettami economici di un economia liberale. Siamo quindi davanti ad un qualcosa di nuovo e temibile per la nostra regione.

D'altronde dalla relazione della DIA2° sem. 2010 emerge che il 33% dei cinesi segnalati per reati associativi risiede in Toscana. “Condivido in pieno il livello di grande preoccupazione della Fondazione Caponnetto sulla presenza della criminalità organizzata che anche in Toscana sta aumentando a conferma delle denunce e degli allarmi che lanciamo da molto tempo”. E’ questo il commento di Federico Gelli Responsabile Legalità e Sicurezza del PD Toscana sul Rapporto 2011 sulle mafie diffuso oggi dalla Fondazione Caponnetto.

“Voglio poi esprimere il pieno sostegno al lavoro della Fondazione – aggiunge Gelli - da sempre un elemento fondamentale nella lotta contro le mafie grazie alle sue proposte, la presenza nelle scuole e ai suoi Rapporti sempre attenti e puntuali che ci aiutano a comprendere e quindi prevenire meglio i fenomeni criminali”.

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