Attività produttive: cresce l’impegno di Fidi Toscana

La commissione presieduta da Caterina Bini ha approvato a maggioranza la delibera che aumenta la quota di partecipazione di Fidi Toscana a favore di imprese di giovani ad alto contenuto innovativo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 dicembre 2011 17:31
Attività produttive: cresce l’impegno di Fidi Toscana

In commissione Attività produttive via libera a maggioranza, con i voti di Pd, Fds-Verdi e Idv, la contrarietà di Pdl e Gruppo misto, alla delibera di Giunta che recepisce alcune integrazioni alle leggi 21/2008 e 65/2010 e modifica lo Statuto di Fidi Toscana prevedendo novità negli interventi che l’istituto finanziario regionale effettua per facilitare la crescita delle piccole e medie imprese facilitando l’accesso al credito. Come ha spiegato la dirigente del settore Politiche di sostegno alle imprese, Simonetta Baldi, due sono le novità.

La prima è che la quota di partecipazione di Fidi Toscana per la costituzione e l’espansione di imprese di giovani ad alto contenuto innovativo viene innalzato al 49 per cento per un massimo di 100 mila euro di investimento. La seconda è che, in relazione alle azioni per la reindustrializzazione, nell’ambito delle iniziative regionali, Fidi Toscana potrà costituire società e partecipare a società esistenti per riconvertire o rilanciare le aree di crisi permettendo l’insediamento di nuove imprese. La presidente della commissione Attività produttive, Caterina Bini, Pd, ha chiesto il voto per l’atto arrivato dalla Giunta suggerendo che ad esso venisse allegata la precisazione che “la partecipazione di Fidi alle società di cui all’articolo 138 quater della legge regionale 65/2010 è consentita nelle more del processo di riforma di cui al Documento di programmazione economica e finanziaria 2012”. Ma Giuseppe Del Carlo, capogruppo Udc, ha espresso perplessità sulla modifica all’articolo 45 della delibera, riguardante la partecipazione di Fidi Toscana in società, in quanto secondo lui “così si può aprire la porta ad interventi di caratteri assistenziale”. Anche il vicepresidente di commissione, Nicola Nascosti, Pdl, si è detto d’accordo con Del Carlo sulle perplessità in merito all’articolo 45.

Tuttavia Nascosti, pur dichiarando il voto contrario alla delibera, ha affermato che il contenuto di uno degli articoli della delibera, il 42, quello che prevede l’aumento dell’impegno di Fidi Toscana per le imprese di giovani a contenuto innovativo e tecnologico, è condivisibile. E d’accordo con lui si sono detti anche Marina Staccioli del Gruppo misto e lo stesso Del Carlo dell’Udc. I consiglieri di maggioranza presenti alla seduta odierna della commissione Attività produttive, vale a dire Matteo Tortolini e Ivan Ferrucci del Pd, Paolo Marini di Fds-Verdi e Rudi Russo dell’Idv, si sono invece limitati a votare la delibera senza intervenire, recependola con l’osservazione presentata dalla presidente Bini. “Con un colpo di spugna sullo statuto, Fidi Toscana è stata trasformata in una banca ‘di regime’, pronta a intervenire per salvare le solite aziende amiche”.

Così la consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto) sull’approvazione, oggi in Commissione Sviluppo economico, della proposta di legge che modifica lo statuto di Fidi Toscana, società partecipata dalla Regione che opera nel fornire garanzie e agevolazioni alle imprese. “Grazie a questo intervento – continua Staccioli – Fidi Toscana potrà agire come una vera e propria banca, non solo nel fornire garanzie, ma anche finanziamenti veri e propri anche a soggetti privati”.

Non solo, secondo la modifica apportata allo statuto, “la Regione potrà servirsi di Fidi Toscana per pompare denaro pubblico nelle casse delle aziende in crisi”, sottolinea la consigliera. “Il primo passo sarà acquistare il terreno della Eaton di Massa – spiega Staccioli – per poi rivenderlo in lotti separati alle aziende che fossero interessate a riconvertire terreno e attività”. Un’operazione fallimentare, secondo Staccioli “tanto più nel caso Eaton, in quanto gli eventuali acquirenti dovrebbero provvedere da soli, obbligatoriamente, alla bonifica del sito”. “Non è questa la strada per lo sviluppo – attacca Staccioli – né per la reindustrializzazione.

Cosa faremo con la Lucchini? E con tutte le altre aziende in crisi? La Regione ha forse intenzione di comprare mezza Toscana per rivenderla al miglior acquirente?”. “La via maestra per la ripresa – conclude la consigliera - avrebbe dovuto essere quella della legge sulla competitività. Ma su questo la macchina regionale stenta ad entrare in moto: nella migliore delle ipotesi la legge ‘attrai-investimenti’ entrerà in vigore a due anni dall’insediamento di questo Consiglio, alla faccia di tutti gli annunci del Presidente Rossi”.

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