Conciliazione tra vita e lavoro, alla Toscana 2 mln

Ripartita tra le Regioni la somma messa a disposizione dal Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri per promuovere un sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 settembre 2011 17:41
Conciliazione tra vita e lavoro, alla Toscana 2 mln

Firenze – Ripartita tra le Regioni la somma messa a disposizione dal Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri per promuovere un sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Dei 40 milioni di euro complessivi alla Toscana ne sono stati assegnati quasi 2 milioni e mezzo che serviranno per dare attuazione a cinque linee di intervento. Lo stanziamento fa parte dell’Intesa ministeriale approvata il 29 aprile 2010 dalla Conferenza unificata delle Regioni con l’obiettivo di supportare lo sviluppo di servizi di cura alla persona e favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, oltre che prevedere interventi mirati per favorire alle donne il rientro al lavoro dopo lunghe assenze.

La firma dell’accordo tra Regione e Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri risale al dicembre 2010. Complessivamente tra Regioni e Province autonome sono stati ripartiti 40 milioni di euro; la quota toscana è di 2.439.868 euro. La suddivisione dei 40 milioni è avvenuta secondo criteri di tipo demografico, sociale ed economico: popolazione residente tra 0 e 3 anni, tasso di occupazione femminile per la fascia di età compresa tra i 15 e i 49 anni, tasso di disoccupazione per la fascia di età compresa tra i 15 e i 49 anni, percentuale di congedi parentali usufruiti dalle madri. “Le risorse che abbiamo ricevuto – spiega l’assessore al welfare Salvatore Allocca – sono stati distribuiti secondo le cinque linee di intervento previste nel nostro Programma attuativo, approvato a fine settembre 2010, con l’obiettivo di sostenere progetti e azioni positive in tema di conciliazione di genere.

Negli anni abbiamo individuato alcuni impegni prioritari: le politiche del lavoro, la formazione, ma anche i servizi all’infanzia, il sostegno alla cura di anziani e disabili, la lotta agli stereotipi. Grazie a queste risorse vogliamo far sentire ancora di più la nostra presenza sul territorio a sostegno di un incremento dei servizi per la conciliazione della vita privata e professionale e per una migliore e maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro.” Secondo il Programma attuativo, 500 mila euro saranno impiegati per l’apertura di nuovi servizi educativi sul territorio regionale (asili nido o altri servizi per l’infanzia pubblici o provati) o il potenziamento di servizi esistenti, tramite la realizzazione di sezioni aggiuntive nella fascia di età compresa 24-36 mesi.

Altri 500 mila euro serviranno per sostenere l’accesso ai servizi educativi di prima infanzia privati attraverso voucher di conciliazione. 916 mila euro verranno destinati al Fondo regionale per la non autosufficienza, per dare sostegno a quelle persone (nella maggioranza donne) che assistono l’anziano a domicilio. 24 mila euro permetteranno di realizzare un percorso formativo per il rientro a lavoro, dopo lunghe assenze, dei dipendenti regionali. Infine, con un altro mezzo milione di euro saranno incrementate le misure di sostegno a favore di lavoratrici occupate in aziende colpite dalla crisi: sono previsti contributi di 3.000 euro alle imprese per ogni assunzione a tempo indeterminato part-time di donne over 30 disoccupate e di 2.000 euro per ciascuna assunzione di giovani laureate con contratti part-time della durata minima di 12 mesi. “L’eterogeneità della ripartizione delle risorse su linee di azione diverse – conclude Allocca – è un segnale della concertazione e del coordinamento delle stesse attraverso una politica attiva regionale condivisa.

Il lavoro della Regione è ancora in fieri, recentemente sono stati avviati gli interventi relativi all’assistenza domiciliare, al sostegno dell’occupazione femminile e il rientro al lavoro dopo lunghe assenze”.

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