Suicidi in montagna e nelle zone disagiate: un numero verde per prevenirli

Una “rete” di operatori di varie discipline, e un numero verde regionale, da attivare a novembre. Sono i punti qualificanti del progetto “Montagna in salute”,

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 settembre 2011 14:26
Suicidi in montagna e nelle zone disagiate: un numero verde per prevenirli

Una “rete” di operatori di varie discipline, e un numero verde regionale, da attivare a novembre. Sono i punti qualificanti del progetto “Montagna in salute”, nato dalla collaborazione tra Regione Toscana, Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) toscana e Società della Salute, per la prevenzione del disagio sociale e del suicidio in montagna e nei territori disagiati. Il progetto è stato presentato stamani, al convegno “La prevenzione del suicidio nei territori isolati, montani e disagiati”, che si è tenuto nell’Auditorium di Santa Apollonia, in via San Gallo 25.

Il convegno è stato organizzato da Regione e Uncem, in occasione della prima Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. “Complessivamente, a livello mondiale, e anche nella nostra regione, il trend dei tassi di suicidio è in diminuzione – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – ma in alcune aree toscane restano ancora dati preoccupanti, e soprattutto aumentano i casi di suicidi giovanili. Recenti ricerche hanno evidenziato che nelle zone montane si rileva un tasso di suicidio superiore alla media regionale.

Il progetto “Montagna in salute” vuole intervenire su tutti quei fenomeni – disagio sociale, isolamento, alcolismo, violenza sulle donne e sui minori – che possono avere come esito il ricorso al suicidio; e mettere in atto una serie di interventi mirati alla riduzione del fenomeno”. “Quello di oggi è un momento importante – è la dichiarazione del presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani – perché presentiamo un percorso di intervento, su quell’area sempre più vasta rappresentata dal disagio sociale, che mette al centro dell’attenzione di istituzioni, associazioni e cittadini una problematica tanto delicata quanto importante.

E lo facciamo proprio in occasione della prima Giornata mondiale della prevenzione del suicidio, che ricorda come ogni anno in Italia si contano circa 4.000 suicidi, come se ogni anno scomparisse un piccolo paese. Attraverso il progetto “Montagna in salute” vogliamo far sì che i cittadini abbiano più riferimenti possibili, nelle situazioni di particolare disagio, per evitare che si metta a rischio la vita”. Il progetto Montagna in salute E’ un programma di prevenzione del disagio sociale in tre Società della Salute montane della Toscana (Amiata Grossetana, Casentino, Colline Metallifere), condotto in collaborazione tra Regione, Uncem e Sds.

Obiettivi: valutare lo stato di salute della popolazione montana; avviare un programma mirato alla riduzione del fenomeno del disagio sociale, intervenendo operativamente su fattori quali l’isolamento, l’uso problematico di alcol, con particolare attenzione al fenomeno suicidario. Il progetto è stato rinnovato con un protocollo firmato lo scorso aprile da Regione, Uncem e Sds. Dal suo avvio, sono stati insediati il gruppo di lavoro tecnico-scientifico regionale e i gruppi operativi locali coordinati da Uncem Toscana; è stato fatto un percorso di sensibilizzazione rivolto agli amministratori, ai medici di famiglia, agli operatori della salute locali; è stata costruita la rete di operatori territoriali; è stato programmato un centro di ascolto.

Si tratta di un percorso sperimentale che, se darà buoni risultati, verrà esteso prima alle altre SdS montane, poi a tutte le SdS. Per il 2011 la Regione Toscana ha destinato al progetto “Montagna in salute” la cifr di 240.00 euro. Il Centro di counseling regionale e il numero verde Per il progetto “Montagna in salute”, il Centro faciliterà il contatto con i servizi socio-assistenziali della zona di appartenenza, accompagnando i cittadini nel percorso appropriato. All’interno del Centro di counseling, da novembre sarà attivato un nuovo numero verde dedicato specificamente alla prevenzione del fenomeno suicidario, che opererà in stretta collaborazione con le SdS Amiata Grossetana, Colline Metallifere, Casentino, le Asl 8 di Arezzo e 9 di Grosseto e la rete degli operatori della salute delle zone interessatre a questa prima fase del progetto. Il fenomeno del suicidio in Toscana Il suicidio è una delle più comuni emergenze in ambito psichatrico e un complesso problema clinico e sociale.

Negli ultimi 50 anni, i dati dell’Oms mostrano un aumento del 60% del tasso di suicidio, con un incremento particolarmente marcato nei paesi industrializzati. Nel mondo, ogni giorno 3.000 persone commettono suicidio: si calcola che il tasso globale di mortalità sia di 16 su 100.000, con una morte ogni 40 secondi. Per ogni persona che completa il suicidio, 20 tentano di togliersi la vita, con conseguenze spesso invalidanti. Sebbene la maggior parte degli eventi riguardi persone adulte (oltre 60 anni), il suicidio rappresenta una tra le prime tre cause di morte nei giovani adulti di età compresa tra 15 e 34 anni.

L’Oms stima che, dall’attuale milione di morti per suicidio ogni anno, il fenomeno potrebbe raggiungere un milione e mezzo nel 2020. Da un’indagine condotta dall’Ars (Agenzia regionale di sanità) risulta che dal 1988 al 2008 in Toscana i suicidi sono calati da 314 nel 1988 (238 nei maschi e 76 nelle femmine) a 263 nel 2008 (205 nei maschi, 58 nelle femmine). Nei venti anni presi in considerazione, il tasso di mortalità per suicidio (numero di suicidi ogni 100.000 abitanti) è sceso da 10,5 a 6,8 (da 18,4 a 11,7 per i maschi e da 5,1 a 2,8 per le femmine). E la maggiore densità (con tassi tra 8,30 e 17,47) si rileva nell’area sud-est della regione, con particolare rilevanza nella zona dell’Amiata, e sulle montagne pistoiesi e casentinesi.

Tra i fattori di rischio individuati dall’Ars, il sesso maschile, il basso grado di urbanizzazione, la condizione di isolamento. La primavera rappresenta il periodo dell’anno con il maggior numero di suicidi. Nei 6 mesi che precedono il suicidio, il ricorso ai servizi raddoppia. Nell’anno che precede l’evento, il ricorso ai farmaci è triplo rispetto alla media toscana.

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