Sciopero generale, le reazioni politiche

Quindicimila persone hanno manifestato a Firenze contro la manovra del governo. Ecco i commenti a questa giornata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2011 19:34
Sciopero generale, le reazioni politiche

Firenze - “Era impensabile non stare in mezzo alla gente per protestare contro una manovra che farà pagare il prezzo della crisi ancora ai soliti”. È quanto ha dichiarato stamani il sindaco Gianni Gianassi nel corso della manifestazione indetta a Firenze dalla Cgil nell’ambito dello sciopero generale. “Ho aderito e partecipato con convinzione a questo sciopero - ha detto - perché è necessario far sapere al governo che esiste un'Italia migliore, quella che lavora, paga le tasse, tutte fino in fondo, ma che non sa come pagare l’affitto o servizi per i più piccoli, che soffre dei tagli al trasporto pubblico.

Ero in piazza con tanta gente stanca di disuguaglianze, disponibile a rimboccarsi le maniche ma a condizione che tutti facciano la loro parte. Dal popolo italiano, dai lavoratori, dai giovani, dai precari sale un grido verso un governo debole e inadeguato: basta” “Siamo scesi in piazza – commenta Roberto Rizzo, Responsabile del Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana – per contrastare e dire no non solo agli effetti di questa manovra economica insufficiente, ingiusta e depressiva che rischia di mettere al tappeto l’intero sistema Paese e l’economia italiana, bensì per iniziare anche a costruire una piattaforma condivisa proprio a partire dalle questioni del lavoro, la questione salariale e la precarietà, la difesa della Costituzione dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavori, con l’obiettivo di rilanciare il Paese e non deprimerlo”.

“In questo è fondamentale mettere al centro della protesta l’economia reale e un piano nazionale per il lavoro e per il rilancio dell’economia – continua Rizzo - . Questo Governo di ‘pellai’, invece, sta continuando a ignorare questa drammatica situazione e rischia di mandarci tutti al macero”. In piazza Santa Maria Novella, alla conclusione del corteo, Italia dei Valori ha organizzato un gazebo e sono state 1800 le firme raccolte per il referendum per l’abrogazione della legge elettorale nazionale in poco più di tre ore, che consentono a Idv Firenze di raggiungere l’obiettivo di tremila previsto per la Provincia di Firenze firme con ben due settimane di anticipo rispetto alla scadenza del 20 settembre.

Questo è il bilancio del gazebo referendario organizzato da Idv in concomitanza del corteo promosso dalla Cgil in occasione dello sciopero generale. “Le piazze strapiene in tutta la Toscana, come non si vedevano da anni, parlano chiaro – sostiene Giuseppe Brogi, coordinatore regionale di Sel Toscana -. L'Italia onesta che lavora e paga le tasse non ce la fa più e dice una cosa semplice: paghi il costo della crisi e del risanamento chi non ha mai pagato, evadendo a piene mani le tasse, paghino i grandi patrimoni e le rendite.

E’ immorale chiedere a chi ha la pancia vuota di digiunare l'alternativa c'è: prendere le risorse da chi ha la pancia piena, il 20% degli italiani ricchi e supericchi, lasciando stare le pensioni ed i servizi pubblici per i cittadini ormai ridotti all'osso”. “Questo governo che tutela le grandi fortune e i furbi, e approfitta della crisi per distruggere i diritti dei lavoratori, se ne deve andare – conclude Brogi - e con lo sciopero di oggi tutte le forze politiche del centrosinistra hanno il dovere di presentare subito l'alternativa al Paese, prima che si sprofondi nel baratro della disperazione”. “Manifestare oggi, senza neanche avere un testo definitivo della manovra economica e con i mercati europei in subbuglio, è una scelta irragionevole.

Significa avere a cuore solo la propria ideologia e non la costruzione di un futuro più stabile per l’Italia. Fortunatamente Cisl e Uil hanno agito e stanno agendo con saggezza, portando avanti la loro politica senza tentennamenti ma con spirito costruttivo”. Così il consigliere regionale del PdL Tommaso Villa a commento dello sciopero indetto oggi dalla Cgil. “Ognuno è libero di esprimere come meglio crede le proprie opinioni - purché nell’alveo della legalità – ma leggere le dichiarazioni pronunciate in piazza dal presidente della Giunta Enrico Rossi e del presidente della Provincia Andrea Barducci lascia perplessi e preoccupati.

Non è minacciando e chiedendo le dimissioni del Governo – prosegue l’esponente del PdL - che si dimostra di avere a cuore le sorti del paese, e fa piacere che anche qualche illustre esponente fiorentino del Pd abbia preso le distanze dalla manifestazione di oggi. Una opposizione solo distruttiva e non costruttiva non solo non è utile, ma è persino deleteria. Il Governo ha l’obbligo di varare la migliore manovra possibile, senza miopia ma guardando all’Italia che verrà, garantendo un futuro migliore ai giovani e giovanissimi.

Andare in piazza oggi ha solo il solito vecchio sapore della chiamata a raccolta per ricordare al mondo e a se stessi della propria esistenza, magari col fine di raccogliere qualche voto in più. E poco importa se a pagare è l’Italia”, conclude Villa. “Lo sciopero è una forma di protesta vecchia che, soprattutto in questi momenti di grave crisi internazionale, non porta a niente – ha dichiarato Marco Cordone, capogruppo della Lega Nord alla Provincia di Firenze - . Semmai, come avviene in altri paesi tipo Germania, Regno Unito, etc., ci dovrebbe essere una presa di reponsabilità dell'opposizione tutta, Cgil compresa, perchè questa crisi riguarda tutti noi.

Tali manifestazioni, mi danno più l'idea di essere iniziative finalizzate a lotte interne al PD che iniziative fatte nell'interesse dei lavoratori e per un vero cambiamento, (si vedano in merito le feroci polemiche tra il Sindaco di Firenze Matteo Renzi e molti dirigenti del PD). In questo momento dobbiamo parlare di cose concrete senza condizionamenti politici!” Finisce con un esposto alla Procura di Arezzo e con un’interrogazione in Consiglio regionale la giornata aretina di sciopero generale.

Motivo? “Una paziente che stamani si è presentata all’ospedale San Donato per farsi operare a un polso e che, invece, è stata rispedita dritta a casa con tanto di Cup da ricontattare e intervento da rifissare a causa dello sciopero generale. Tutto da capo – si legge in una nota diffusa dal Pdl - . Tutta la trafila completa. Adesso dovrà ripresentarsi, di nuovo digiuna, per sottoporsi all’operazione a dicembre, niente di meno. Comprensibili le reazioni. Quella della paziente e di suo marito, con l’esposto in Procura, e quella del Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) che è già al lavoro su un’interrogazione urgente con la quale sottoporrà alla giunta regionale il caso di questi sfortunati cittadini”.

«La cosa che non va – afferma Mugnai – è che la paziente non è stata riprotetta. Il suo intervento non è stato rinviato e ricalendarizzato nelle agende dell’ospedale direttamente lì al reparto di dermatologia, dove la signora si era presentata. No: in una sorta di gioco dell’oca dell’assurdo, la paziente è dovuta ripartire dal Cup di Bibbiena, dove risiede, e rifare l’intera trafila per vedersi riprendere la prenotazione per il prossimo dicembre». «Mia moglie – racconta il signor Alberto Di Gangi, il marito della paziente – era riuscita ad accedere oggi alla prestazione solo grazie alla rinuncia di un’altra persona.

E ora, invece, tocca aspettare Natale». Ecco i fatti, così come ricostruiti nell’esposto: “Stamani alle 8.30 la signora si è recata presso la Clinica Dermatologica dell’ospedale San Donato di Arezzo per essere operata al polso destro per sindrome del tunnel carpale. Il personale infermieristico la ha avvisata dell’impossibilità di effettuare l’intervento a causa dello sciopero. La sindrome del tunnel carpale, però, procura da due mesi forti dolori alla mano della signora, costretta ad assumere antidolorifici con continuità”.

Notizie correlate
In evidenza