Abete e Tommasi annuncio a Coverciano, salta la prima giornata di Campionato

Nessun accordo raggiunto. I due rappresentanti entrambi sconsolati per il mancato accordo raggiunto annunciano lo stop. Critico sull'argomento anche Diego Della Valle che chiede il "commissariamento".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 agosto 2011 13:39
Abete e Tommasi annuncio a Coverciano, salta la prima giornata di Campionato

Nessun accordo raggiunto. Al Centro Tecnico federale di Coverciano, i due rappresentanti, Giancarlo Abete e Damiano Tommasi, entrambi sconsolati per il mancato accordo raggiunto annunciano lo stop. A rischio anche le giornate successive. "A seguito dello sciopero dei calciatori per la mancata sottoscrizione dell’Accordo Collettivo LNP Serie A-AIC, la prima giornata del Campionato di Serie A, stagione sportiva 2011-2012, è rinviata ad una data successiva, che sarà fissata dalla LNP Serie A" questo il comunicato ufficiale che arriva dopo le parole del Presidente del Coni: "nell’esprimere apprezzamento per l’operato del Presidente Abete nel suo ruolo di costante mediazione tra le parti, condanna apertamente i toni esasperati che hanno caratterizzato l’intera questione e manifesta il più profondo rammarico per l’evolversi di una situazione che è divenuta nel tempo incomprensibile e insostenibile. Incomprensibile perché, in questa diatriba, il CONI è fortemente preoccupato per il disagio e lo sconcerto che il rinvio della prima giornata di campionato creerà nell’opinione pubblica, negli sportivi e nei fruitori del fenomeno calcio, troppo spesso accantonati e dimenticati da chi invece dovrebbe dimostrare nei loro confronti rispetto e considerazione, nonché negli organi di comunicazione, alcuni dei quali garantiscono allo stesso sistema ingenti risorse. Insostenibile perché, se da una parte appare evidente e socialmente riconosciuto che il concetto di solidarietà sia un principio etico-sociologico individuale e non trasferibile o delegabile a terzi, dall’altra non si può non sottolineare che oramai tra le componenti del calcio italiano tutti i dibattiti, legittimi e democraticamente riconosciuti, non riescano più ad esprimere una sintesi condivisa ma sono costantemente condizionati di volta in volta da voci di singoli che generano confusione e provocano l’incapacità di trovare soluzioni unitarie. Le regole dello sport sono sovrannazionali e tutti, dirigenti, tecnici e atleti, hanno il sacrosanto dovere di rispettarle.

Nessuna disciplina sportiva né i suoi rappresentanti possono ritenersi moralmente e gerarchicamente superiori ad un’altra. Il mondo dello sport, per definizione, è disponibile ad accettare convivenze e mediazioni ma respinge – e continuerà a respingere – ricatti e prevaricazioni che non intimoriscono chi ha per legge l’autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive in Italia. Alla luce di queste considerazioni, il CONI ritiene che chi oggi antepone gli interessi esclusivamente personalistici a quelli della collettività, unica vera entità danneggiata da posizioni conflittuali, non sia assolutamente in sintonia con la situazione nel Paese e pertanto si assume la responsabilità di tutte le misure che dovessero ai vari livelli essere necessarie per porre fine a questa incresciosa vicenda”.

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