Manovra: le misure approdano in Senato

Il Presidente della Provincia di Firenze sottolinea: “Le scelte del governo vogliono solo mortificare ogni occasione di riflessione su valori imprescindibili come quello della libertà e del diritto al lavoro”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 agosto 2011 23:52
Manovra: le misure approdano in Senato

Manovra, oggi il senatore Pdl Lauro: ''Proporrò un emendamento-choc, che paragona i grandi evasori ai grandi criminali''. Donadi: ''Tassare i capitali scudati è nostra proposta''. Bersani: ''Già figlia di nessuno'' . Dal contributo di solidarietà 3,8 mld, Tfr posticipato di 2 anni riguarderà 19 mila statali. In arrivo entro l'autunno una proposta di tassa UE sulle transazioni finanziarie. Parigi e Berlino: ''Governo economico per l'Europa''. Per le Borse giornata incerta. In Germania crescita ferma.

Frena Pil Ue. Rossi: ''Accelerare su governance europea''. Pisani Ferry: ''Eurobond possibili''. “L’economia mondiale è ferma e i prodotti industriali non si vendono, ma niente paura: la soluzione ora è stata trovata dal Governo. Basta fabbricare questi prodotti il 1 maggio o il 25 aprile e il gioco è fatto. E’ una magia che piacerà a Marchionne: le Fiat 500 prodotte il 2 giugno certamente sfonderanno sul mercato americano. Le auto fabbricate nei giorni di festa, lo sappiamo tutti, hanno un maggiore appeal rispetto a quelle prodotte nei normali giorni lavorativi.

Appena lo scoprirà Sarkozy sicuramente abolirà la ricorrenza del 14 luglio. Anche Obama, appena gli avranno tradotto dall’italiano il decreto di Tremonti, si affretterà a spostare di qualche giorno il 4 luglio”. Ricorre all’ironia il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, per criticare il decreto legge che di fatto elimina le feste nazionali. “Nel momento in cui le fabbriche chiudono una dopo l’altra per mancanza di commesse, l’idea di voler aumentare la produttività abolendo o accorpando i giorni di festa, sembra quasi una barzelletta, se non una provocazione – commenta Barducci - E’ una ricetta che non ha funzionato in passato, quando le industrie marciavano a pieno regime, figuriamoci se funzionerà adesso.

Anzi, è un provvedimento che rischia di avere ricadute negative sul turismo e sulla ricezione, come già hanno denunciati gli addetti del settore. Per produrre più beni che nessuno compra, si penalizza l’unico settore che tira in Italia: quello del turismo”. “Queste scelte che non hanno alcuna giustificazione economica – conclude - si spiegano solo con la volontà da parte del governo di eliminare date storiche per la crescita sociale, politica e identitaria di tutti gli italiani. La volontà del governo, come sempre, è quella di mortificare occasioni di riflessione su valori imprescindibili come quello della libertà e del diritto al lavoro”.

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