Allarme mosca olearia nella provincia di Firenze

Al via gli interventi per non rischiare il prossimo raccolto di olive

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 agosto 2011 14:35
Allarme mosca olearia nella provincia di Firenze

E’ allarme rosso per la mosca olearia (Bactrocera oleae) che attacca gli ulivi nelle campagne fiorentine. La variazione delle condizioni climatiche delle ultime settimane, con pioggia e sbalzi di temperatura, ha favorito il moltiplicarsi dell’insetto e delle larve, con infestazioni diffuse su gran parte del nostro territorio. La presenza di larve di ‘Bactrocera oleae’ è stata rilevata in vaste aree di Impruneta, Tavarnelle, San Casciano Val di Pesa, Lastra a Signa, Calenzano, Scandicci, Montespertoli, Vinci, Castelfiorentino, Gambassi ed Empoli.

A renderlo noto sono i tecnici della Cooperativa Agricola di Legnaia che in questo periodo stanno tenendo sotto controllo l’evolversi delle olive in vista del raccolto di novembre. Sono al momento fuori pericolo gli ulivi di alcune frazioni di Bagno a Ripoli, Fiesole, Barberino Val d’Elsa, Figline, Incisa, Reggello, Rignano, Greve in Chianti, Pontassieve, Cerreto Guidi e Montaione. Invece in alcune aree di Scandicci l’infestazione arriva a toccare anche punte del 28%, a Montespertoli (località Fezzana) il 25% e all’Impruneta il 21%. “Siamo di fronte a una situazione ad alto rischio – spiega Alberto Lanzi, agronomo, che segue i soci della Cooperativa Agricola di Legnaia –.

Il variare delle condizioni climatiche ha favorito lo svilupparsi delle infestazioni, anche perché, se sino a ora le drupe delle olive erano rinsecchite per la mancanza di acqua, adesso stanno iniziando a gonfiarsi e questo favorisce l’ovodeposizione. Nelle verifiche effettuate dai nostri tecnici abbiamo rilevato la presenza della mosca in molte zone delle colline fiorentine e se non vengono trattati per tempo si rischia di penalizzare pesantemente la produzione di olio del prossimo autunno”. “La prima cosa da fare – prosegue Lanzi - è verificare la presenza della mosca attraverso trappole a base di feromoni sessuali che richiamano i maschi.

Questo permette di avere una fotografia abbastanza precisa della situazione e i più zelanti, potrebbero anche verificare se le uova deposte sono fertili o meno, aprendo delle olive a campione”. I trattamenti permettono un’eliminazione massiva degli insetti. “In genere però si ricorre all’irrorazione sulle chiome di sostanze biologiche come il “caolino”– sottolinea l’agronomo - che, diluito in acqua, forma sulle chiome una specie di materiale color argilla che ha lo scopo “camuffarle”, di renderle meno visibile alla mosca olearia”. E’ di assoluta importanza ricordare che ogni tecnica va adattata e sperimentata in base alle condizioni del proprio oliveto.

Si possono utilizzare anche più tecniche contemporaneamente, per valutare quella più efficace, oppure semplicemente per constatare che l’unione fa la forza, in nome dell’olio che verrà”.

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