Una rassegna musicale che collega Firenze a Timbouctu

Da giovedì 21 a sabato 23 luglio 2011 all'Anfiteatro delle Cascine

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2011 19:14
Una rassegna musicale che collega Firenze a Timbouctu

Tra i protagonisti: l’ensemble tuareg Tartit (21/7), il sud di Raiz e Giuseppe De Trizio (21/7), il super gruppo “afro-jazz” Badara Seck, Ares Tavolazzi, Leonardo Pieri, Mirko Guerrini, Andrea Melani (22/7), la band del chitarrista e cantante nigerino Koudede (23/7) e ancora Antonio Infantino con il progetto Taran’Tuareg, le danze vorticose del Tannebeer e molto altro ancora. Da dieci anni, nel cuore del Mali, si svolge una kermesse che è ormai leggenda, il Festival Au Désert, dove si danno appuntamento i migliori musicisti della tradizione tuareg e dell’Africa sub-sahariana: vecchie e nuove generazioni a confronto, lunghe notti di concerti e session mozzafiato.

Le stesse atmosfere si potranno ritrovare al Festival Au Desert / presenze d’Africa, rassegna nata dalla collaborazione tra lo staff del festival africano e Fondazione Fabbrica Europa, da giovedì 21 a sabato 23 luglio all’Anfiteatro del Parco delle Cascine di Firenze. Una porta aperta tra due continenti, ma soprattutto un’occasione d’incontro tra tradizioni diverse e allo stesso tempo mutanti e straordinariamente vivaci. Cambia la cornice, ma non lo spirito del Festival, che si svolge sotto la supervisione del direttore artistico Manny Ansar.

Musicisti provenienti da Mali, Niger, Senegal, Francia, Italia si ritroveranno in questo angolo di verde a due passi dall’Arno, nel cuore del Parco delle Cascine per tre intense giornate in cui assaporare l’atmosfera del deserto, tra incontri, danze, cibi africani e tanta buona musica. Dopo il successo della scorsa edizione, Festival au Desert 2011 vedrà alternarsi sul palco nomi illustri della scena africana, ma anche artisti di confine e musicisti che hanno fatto della contaminazione il proprio credo sonoro.

Innanzitutto l’esibizione in chiave mediterranea di Raiz, fresco della reunion con il suo gruppo storico - gli Almamegretta -, ma anche della pubblicazione dell’ultimo disco solista “Ya!” (Universal, 2011). Il vocalist partenopeo giovedì 21 sarà ospite al Festival con un progetto particolarmente efficace ed accattivante, imbastito con il chitarrista dei Radicanto Giuseppe De Trizio. I due proporranno in chiave acustica un viaggio musicale che dalla Spagna arriva a Israele, passando per il Marocco, la Grecia, e naturalmente il Sud Italia.

Un Sud Italia ben rappresentato anche dalla performance Taran’Tuareg di Antonio Infantino (giovedì 21). Il musicista e “sciamano” della taranta, che ha all’attivo collaborazioni illustri con personaggi quali Dario Fo, Enzo Del Re ed Eugenio Bennato, per l’occasione farà ballare il pubblico con una sua interpretazione dei ritmi del Sahara, in un incontro magico tra musiche e danze che coinvolgerà anche alcuni musicisti del deserto. Quando si parla di deserto, l’attenzione non può che essere per l’Ensemble Tartit (giovedì 21).

Basti pensare che quando il frontman dei Led Zeppelin, Robert Plant, li sentì suonare al Festival au Désert del 2003 in Mali, di loro disse: «Sono splendidi!». Non è difficile comprenderne il motivo vista l'energia epica che il gruppo sprigiona durante ogni concerto. L’ensemble, il cui nome significa “unione”, è guidato dall'attivista Fadimata Walet Oumar che, oltre a suonare il tindé, canta, danza e compone molti dei testi delle canzoni. Nel 1990, per la violenta ribellione nelle regioni del Mali, Fadimata si è prima rifugiata in Italia, poi è stata trasferita in un campo profughi del Burkina Faso.

Qui ha vissuto per diverso tempo la condizione di indigenza e di abbandono delle donne e dei bambini tuareg, ma grazie alla sua tenacia nel 1995 è riuscita anche nell'incredibile impresa di formare l’ensemble. Venerdì 22, nel programma svetta la nuova produzione, in prima assoluta, di un super gruppo composto dal griot senegalese Badara Seck alla voce, Mirko Guerrini al sax, Leonardo Pieri al piano, Ares Tavolazzi al basso elettrico, Andrea Melani alla batteria. Quello che è venuto fuori dal loro incontro è un interplay dalle mille sfaccettature in cui le melodie africane che emergono dal canto potente di Badara dialogano con i fraseggi jazz di Guerrini, con le armonie limpide del pianismo di Pieri e con l’inconfondibile sezione ritmica di Tavolazzi, dei mitici Area, e di quell'asso delle poliritmie che è Melani.

La serata si concluderà con il Tannebeer, una danza femminile della tradizione senegalese che verrà accompagnata da musiche dal vivo, in un tripudio di sensualità, suoni, ritmi e colori. LA PRODUZIONE “Musica per il deserto” Nel rispetto della “mission” che il Festival au Desert si è dato, anche quest’anno l’ultima giornata avrà quale momento culminante una vera e propria produzione. Per alcuni giorni dall’inizio del festival infatti, la band toscana Dinamitri Jazz Folklore lavorerà insieme a diversi musicisti provenienti da Timbouctu con i quali, proprio in Mali, hanno avuto un primo felice incontro sul palcoscenico.

Sabato 23 luglio se ne potranno apprezzare i risultati nella jam session Musica per il deserto che verrà arricchita da ospiti molto speciali, tra i quali svetta il nome del cantante e chitarrista Koudede. Il musicista - uno dei nuovi e più interessanti esponenti del “blues del deserto” - arriverà dal Niger per offrire, sempre nel corso della serata finale, un concerto travolgente nel solco di Ali Farka Tourè e Tinariwen. LA TENDA TUAREG All’interno del Festival uno spazio di scambio e baratto, dove artigiani africani lavoreranno pelle, metallo e realizzeranno strumenti musicali raccontando le proprie storie. INCONTRI Tanti momenti per approfondire tematiche del continente africano insieme a esperti, scrittori e associazioni.

Primo appuntamento: “Firenze-Timbouctu: sulla antica via del sale e dell’oro” con Pietro Laureano e Lorenzo Pallini. CUCINA AFRICANA Spazio ristoro con piatti della tradizione panafricana.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza