Referendum, Leoni a Berlusconi: 'Ridurre le tasse? Tagli il nucleare'

Sprint finale verso il Referendum del 12 e 13 giugno con feste di piazza a chiusura della campagna referendaria ed ultimi appelli. Non mancano all'appello striscioni ironici sparsi anche per Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 giugno 2011 14:03
Referendum, Leoni a Berlusconi: 'Ridurre le tasse? Tagli il nucleare'

Sprint finale verso il Referendum del 12 e 13 giugno con feste di piazza a chiusura della campagna referendaria ed ultimi appelli. Non mancano all'appello striscioni ironici sparsi anche per Firenze, come nella foto che ci invia il nostro lettore Daniel scattata stamani al Ponte al Pino. "Votare SI ai referendum di domenica e lunedì su acqua e nucleare è un generosità verso le generazioni future alle quali dobbiamo garantire sicurezza, energie pulite e risorse primarie distribuite e condivise secondo principi democratici - ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia - Il nostro impegno per informare, coinvolgere e convincere i cittadini italiani in questi mesi è stato enorme, dagli incontri e dibattiti alle informazioni 'porta a porta', dalle campagne sul web al coinvolgimento di testimonial, dalle catene umane ai runners nel centro storico di Roma.

Uno dei grandi risultati che abbiamo già ottenuto è stato quello di poter aprire dibattiti pubblici e diffusi sul territorio su temi importanti come la gestione delle risorse e dell'energia. I cittadini stanno capendo che non abbiamo bisogno di nuova energia inquinante, ma di superare la dipendenza dalle fonti fossili e promuovere la nuova economia il cui motore sono le energie rinnovabili e il risparmio e l’efficienza energetica. I cittadini hanno anche capito che privilegiare i privati nella gestione dell’acqua porta solo svantaggi: il centro studi di Mediobanca ha rilevato che la gestione privata dell’acqua fa aumentare le tariffe del 60% e diminuire del 66% gli investimenti.

Se vinceranno le ragioni del SI il paese potrà finalmente avviarsi con decisione verso un futuro più pulito e un'economia diversa". E a proposito dell'annuncio del Presidente Berlusconi sulla riforma fiscale Leoni ha aggiunto: "Se davvero il Presidente del Consiglio vuole ridurre le tasse, cominci a non costruire centrali nucleari. Il costo di due soli impianti, infatti, equivarrebbe a una nuova tassa da 30 miliardi di euro totalmente a carico dei cittadini. Lo ha affermato anche Tremonti ammettendo che il nucleare rappresenta solo un debito.

Lo conferma l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, che ha chiesto un'apposita tassa per realizzare gli impianti atomici. E' bene che i cittadini sappiano quanto potrebbe costarci il nucleare il cui sviluppo tecnologico è rimasto fermo agli anni '70, mentre l'efficienza delle rinnovabili è cresciuta negli ultimi dieci anni del 70% ed è in continuo sviluppo". "Le centrali nucleari non rappresentano un'opzione economicamente competitiva, tanto più in un regime di libero mercato - ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del WWF - Perché allora i cittadini si dovrebbero accollare questo rischio, attraverso lo Stato, se sono le imprese le prime a non farlo?" Legambiente inoltra un ultimo appello a tutti: "Andiamo a votare! Per tutelare i beni comuni, per un futuro più pulito e desiderabile.

Stanotte si chiude una delle più belle e mobilitanti campagne referendarie degli ultimi anni. Domenica 12 (dalle 8 alle 22) e lunedì 13 (dalle 7 alle 15) prossimi, finalmente, si vota per decidere su temi importanti, decisivi per la vita di tutti. Noi di Legambiente voteremo SÌ: SI' per fermare definitivamente il folle programma di ritorno al nucleare, tecnologia insicura e costosissima. SI' per fermare la privatizzazione dell'acqua, che va gestita come un prezioso bene comune e non come una merce". Sul referendum del 12 e 13 giugno, il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani ribadisce la sua ferma convinzione di votare sì ai 4 quesiti, invitando i cittadini ad andare a votare, per raggiungere il quorum previsto per il referendum abrogativo ed inviare così al governo un messaggio chiaro di quello che vogliono gli Italiani. “Dico sì con convinzione al referendum del 12 e 13 giugno ed invito tutti ad andare a votare 4 sì per dire no al nucleare, al legittimo impedimento e alla privatizzazione dell’acqua – ha dichiarato Giurlani”.

Voto sì al quesito sul nucleare per impedire il ritorno ad una produzione di energia vecchia e costosa, che ancora oggi non ha risolto il problema serio delle scorie radioattive. Dire sì a questo quesito ci permetterà anche di dire sì ad un’energia pulita, basata sullo sviluppo e sugli investimenti di fonti alternative come il solare, l’eolico, la biomassa e la geotermia, progetti che stiamo già portando avanti in montagna, perché crediamo che la sostenibilità sia la nostra sfida per il futuro, da affrontare fin da adesso non solo a parole ma con i fatti. Voto sì anche al quesito sul legittimo impedimento per dire sì ad una giustizia veramente equa e uguale per tutti. Voto sì ai due quesiti referendari che riguardano l’acqua: l’acqua è una risorsa primaria, un bene comune e universale, che deve essere garantito a tutti e non può e non deve diventare merce di scambio.

Non è assolutamente pensabile ragionare sull’acqua in termini di profitto di pochi. L’obiettivo deve essere piuttosto quello di puntare ad un servizio trasparente ed efficiente, condizioni, quest’ultime, che il decreto Ronchi non garantisce affatto. Nello specifico vorrei poi anche sottolineare che privatizzare l’acqua significa penalizzare tutto il territorio, soprattutto quello montano, per il quale l’acqua rappresenta una fonte di vita per le popolazioni, le imprese e lo sviluppo locale del territorio.

E' ovvio che, sia per compensare i costi di gestione degli impianti, sia per evitare degli sprechi, per l'acqua sia previsto un costo minimo di gestione, ma questo non deve essere una mera fonte di guadagno a vantaggio di pochi, bensì un capitale economico destinato a mantenere efficiente tutta la struttura a beneficio della collettività. "La rivoluzione gentile delle amministrative di maggio può trasformarsi - spiega il gruppo IDV - domenica e lunedì, in un vento di riscatto.

Anche se, è bene ricordarlo, il voto referendario del 12 e 13 giugno non rappresenta lo scontro tra fazioni politiche, né un verdetto per il Governo o per il Premier ma, appunto, l’opportunità di segnare una diversa prospettiva di sviluppo per il Paese. Andando alle urne, e votando sì, possiamo dire basta a un’idea di futuro che vede in una risorsa costosa e pericolosa come il nucleare la panacea di ogni problema e la risposta al fabbisogno energetico per il nostro Paese; votando sì, due sì, possiamo impedire che un bene indisponibile come l’acqua possa essere piegato alla logica del mercato e svenduto ai privati; votando sì, infine, possiamo scongiurare che in Italia alcuni cittadini siano più uguali di altri dinanzi alla Legge. Votiamo sì, allora, e scegliamo un Paese che, forte delle sue importanti risorse naturali, sceglie di investire sulle energie rinnovabili – che invece questo Governo ha cancellato con il Decreto Romani.

Votiamo sì per un Paese che non svende le proprie responsabilità sociali e si fa carico di garantire un servizio idrico di qualità e a basso costo, accessibile a tutti. Votiamo sì per riaffermare con forza i principi sanciti dalla nostra Costituzione, quell’Articolo 3 che ci insegna che “La legge è uguale per tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. E se proprio un legittimo impedimento deve esserci, che sia come nel resto del mondo, dove a essere impediti, a candidarsi e a ricoprire incarichi istituzionali, sono gli inquisiti e i condannati. E allora, servono quattro sì convinti, senza distinguo.

La mobilitazione pro referendum, in queste ultime settimane, è andata al di là di ogni più rosea aspettativa: le forze politiche del centrosinistra, il mondo dell’associazionismo, la società civile, i Comitati che sono sbocciati in tutte le realtà d’Italia e della Toscana sono il segnale di un risveglio civile e democratico senza precedenti, che può davvero trovare il suo compimento nei referendum. Lo abbiamo toccato con mano, girando in tutta la Toscana con il camper del “Referendum on the road”, incontrando i cittadini, organizzando eventi e manifestazioni.

Lo stesso Papa Benedetto XVI ieri ha auspicato il fallimento del disastroso progetto nucleare, sostenendo la partecipazione alle urne del mondo cattolico. La partita, infatti, si giocherà tutta sulla partecipazione e sul raggiungimento del quorum. Mentre Berlusconi, annunciando di voler disertare le urne, conferma di essere statista di ben poco spessore, a noi fa piacere ricordare l’appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che da buon elettore considera un “dovere civico”, e non solo un diritto, andare a votare, come sancito dall’Articolo 48 della nostra Costituzione. Tutti alle urne, dunque, a prescindere dall’intenzione di voto, per difendere e non offendere lo strumento principe di democrazia diretta del nostro Paese.

Perché il referendum, innanzi tutto, è uno strumento di partecipazione dal basso per regalarci il quale i nostri padri hanno sacrificato la vita e che ogni cittadino responsabile è chiamato a onorare e difendere. Perché i quattro referendum di domenica e lunedì, in particolare, non appartengono a una fazione o a una parte – né a Idv che ha raccolto le firme con il Forum dell’acqua, né ai sostenitori – ma di tutti quei cittadini che vogliono segnare, con il loro voto, una nuova stagione di diritti, sviluppo e democrazia.

La posta in gioco è alta, ne va del futuro della salute e della democrazie".

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