Quasi 900 insegnanti in meno in Toscana

Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale in commissione Cultura fa il punto su organici, tassi di dispersione scolastica e tempo pieno in vista del prossimo anno scolastico. Danti (Pd): “Preoccupati per servizi in scuole primarie e in aree montane”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 maggio 2011 18:47
Quasi 900 insegnanti in meno in Toscana

Firenze – In Toscana, nel prossimo anno, saranno tagliati 898 posti di insegnante rispetto al 2010. La conferma arriva da Angela Palamone, direttore dell’ufficio scolastico regionale che, durante l’audizione in commissione Cultura, ha definito il livello dell’istruzione scolastica in Toscana “buono ma con poche eccellenze e troppe insufficienze e per questo – ha aggiunto - serve un lavoro sulla qualità”. Il presidente Nicola Danti (Pd) ha espresso “forte preoccupazione per la diminuzione del corpo docente” come pure per “il rischio connesso di una mancanza di servizi nelle scuole primarie e nelle aree montane della regione”. Nelle parole del nuovo direttore dell’Ufficio scolastico, anche sulla scorta delle domande dei commissari, molte questioni del “pianeta scuola” al centro dell’attenzione generale e della commissione in particolare.

“Bisogna focalizzare l’attenzione sui percorsi di istruzione e formazione professionale, perché dobbiamo assolutamente aiutare ad inserirsi i giovani tra i 15 e i 20 anni che non studiano e non lavorano”, ha spiegato Danti. In effetti, nei numeri forniti da Palamone, la conferma di un alto tasso di dispersione scolastica per la nostra regione (17 per cento). Per contrastare gli abbandoni, secondo il direttore dell’Ufficio scolastico, si dovrebbe investire di più su cultura tecnica e professionale e sull’innovazione tecnologica, anche come settore di specifico intervento della Regione. Quanto ai numeri sulla popolazione scolastica in Toscana (463.396 iscritti), il 2011 registra un aumento così distribuito: +1,41 per la scuola dell’infanzia e +0,09 per la primaria; 1,52 sulla scuola di primo grado e 1,24 per quella di secondo.

Numeri che fanno da cornice alle situazioni di chiaroscuro presenti nella regione, con particolare riferimento sia ai maggiori problemi che insistono su scuola primaria e dell’infanzia (tempo pieno), sia sulle particolari situazioni di difficoltà per le scuole dei piccoli centri (comuni di montagna e isole) dove la scommessa, ha ricordato Palamone, è quella di mantenere gli istituti scolastici nonostante i numeri al di sotto delle previsioni ministeriali (classi di almeno 27 alunni). L’Ufficio scolastico, ha detto il direttore, ha avviato un’indagine per conoscere il reale fabbisogno dei territori.

Disposta anche la ricognizione delle richieste per il tempo pieno, per capire quante ne rimangono inevase rispetto ad un’offerta che, ha assicurato Palamone, rimarrà invariata rispetto al 2010.

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