Tristi tropici di Virgilio Sieni

Alla Stazione Leopolda, uno spettacolo teatrale di Virgilio Sieni, per il Festival Fabbrica Europa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 maggio 2011 19:32
Tristi tropici di Virgilio Sieni

Il Festival Fabbrica Europa, nel suo notevole programma, ha previsto anche la partecipazione della Compagnia Virgilio Sieni di Firenze, con sede nello storico spazio in Oltrarno, denominato Cantieri Goldonetta. Liberamente ispirato al diario di viaggio “ Tristi Tropici” di Claude Lévi-Strauss, antropologo francese, in cui sono annotate le sue impressioni e alcune geniali considerazioni sul mondo primitivo dell’Amazzonia. La coreografia di Virgilio Sieni ha permesso una chiave di lettura diversa rispetto al testo originale.

Le figure appaiono indefinite,avvolte da una leggera nebbia che le rende lontane e irreali. Diviso in tre parti, lo spettacolo è composto da due coppie di ballerine, Simona Bertozzi, Michela Minguzzi, Ramona Caia, Elsa De Fanti, e una ragazza non vedente, Filippa Tolaro. Così Virgilio Sieni ha presentato il suo lavoro: “Nell’estate 2008 ad Avignone, dopo aver discusso con Giorgio Agamben di danza, cous cous e inoperosità del corpo, ripresi in mano un suo saggio sul bricolage dedicato al settantacinquesimo compleanno di Claude Lévi- Strauss.

Fu li che decisi di lavorare su quegli “straccioni sperduti in fondo alla loro palude” e come il loro abbrutimento aveva tuttavia preservato certi aspetti del passato: aspetti riflessi in decorazioni corporali e facciali di carattere ancestrale e rapporti di parentela tra gerarchie cosmiche e miti. Corpi e popoli che mostrano un possibile legame con l’inaccessibile indicandoci un barlume di speranza. E ancora una volta ho sentito un forte desiderio rivolto alla danza, non tanto come forma metrica, simbolica, poetica, ma come esperienza dell’inerzia, come esercizio di rianimazione lungo il processo di disintegrazione dell’uomo. Non possono esserci racconti ma deiezioni fisicamente fraseggiate dei racconti sui gruppi dei Tupi-kawahib, Nambikwara, Caduvei, Bororo fatti da Lévi-Strauss nel suo viaggio intorno agli anni ‘40 nelle terre del Mato Grosso (grande Macchia) in Brasile.

Popoli già alla deriva ma ancora vivi dove le “donne nobili” ci richiamano a quella che Lévi-Strauss definisce l’occasione perduta che era stata offerta all’Occidente di scegliere la sua missione.” Virgilio Sieni, fiorentino, coreografo e danzatore, ricercatore artistico, è, da anni uno dei più affermati interpreti della danza contemporanea, ricevendo numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Cecilia Chiavistelli

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