Torna alla Costoli il Rugby Subacqueo

Se vi trovaste a passare per Firenze il 21 Maggio, magari vicino allo Stadio Comunale, potreste provare a prestare attenzione a questa disciplina poco famosa ma interessante.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2011 14:37
Torna alla Costoli il Rugby Subacqueo

Se vi trovaste a passare per Firenze il 21 Maggio, magari vicino allo Stadio Comunale, potreste provare a prestare attenzione a suoni particolari e distintivi. Suoni che leghereste istintivamente a manifestazioni sportive, a cori da tifo, a incitamenti, alle imprecazioni per un errore commesso in una azione decisiva. Ebbene, anche se ci provaste, nei dintorni dello stadio il 21 maggio non sentireste niente. Perche a cavallo di quei giorni, alla piscina comunale Costoli, si terra la decima edizione della FiCup, il torneo internazionale fiorentino di Rugby Subacqueo. Come facilmente intuibile dal nome, il rugby subacqueo e’ una disciplina sportiva che si svolge in piscine da tuffi, con una profondita’, variabile, di 4-5 metri.

Due squadre composte da 12 giocatori (dei quali meta’ in acqua e meta’ a dare loro il cambio anche durante l’azione) si fronteggiano, sfruttando la profondita’ del campo per riuscire a portare una palla (da pallamano, riempita di acqua salata per permetterle di affondare) dentro un cesto posto sul fondo della piscina. Il pallone non puo’ superare il livello dell’acqua (i giocatori, prevedibilmente si. Respirare non e’ contro le regole). E’ uno sport di apnea e contatto fisico, molto faticoso, che parte dalla Germania nei primi ’60 per espandersi in tutta Europa e oltre (USA, Colombia, Venezuela e Russia) come sport se non particolarmente affermato, perlomeno molto sentito e riconosciuto a livello internazionale dalla CMAS (la federazione mondiale per le attività subacquee). Il rugby subacqueo in Italia c’e’, anche se non si vede.

La prima squadra, fiorentina, risale a 15 anni fa. Altri club sono sorti a Prato, Roma, Milano e Napoli (citta’ con la quale Firenze si battaglia continuamente il titolo di campionessa italiana). Purtroppo, la realta’ del rugby subacqeo in italia si ferma qua. Complici la monomaniacalita’ italiana per il calcio ma, sopratutto, la scarsa accessibilita’ dello sport (che richiede piscine attrezzate), nel belpaese gli iscritti non superano i 150. I pochi fortunati pero’, forti di una, come dire, scarsa concorrenza hanno il privilegio di partecipare ad eventi internazionali di livello anche molto alto (ottenendo anche buoni risultati). di Alessandro Ruocco

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