Staminali, classifica regionale dei donatori. Toscana a metà

I dati divulgati durante il V congresso Gitmo a Firenze. Ai primi posti Sardegna e Veneto. Fanalini di coda Lazio, Campania e Sicilia, Piemonte e Toscana a metà classifica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 maggio 2011 15:43
Staminali, classifica regionale dei donatori. Toscana a metà

Sono il Lazio, la Campania e la Sicilia le pecore nere della donazione di cellule staminali emopoietiche. Secondo i dati che saranno diffusi durante il V congresso GITMO (Gruppo Italiano Trapianti di Midollo Osseo), al palazzo degli Affari di Firenze il 5 e 6 maggio, sono queste le due regioni dove c’è la minor percentuale di persone iscritte al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR): in Campania sono potenziali donatori solo 56 persone ogni 100 mila abitanti, nel Lazio 179. Segue di poco, nella classifica negativa dei meno attenti all’importanza delle donazioni, la Sicilia con 190 donatori ogni 100 mila abitanti.

Al vertice della classifica positiva, quella di maggiore sensibilità alla donazione, c’è la Sardegna con 1230 iscritti al registro. “E’ una regione particolarmente colpita dall’anemia mediterranea – spiega il professor Alberto Bosi, presidente di Gitmo e ordinario di malattie del sangue all’Università di Firenze –, una patologia che può essere curata proprio grazie alle cellule staminali. Stupisce invece la scarsa attenzione di alcune regioni ad altissima densità abitativa, ma scarsamente aderenti al registro”.

Nella classifica positiva, al secondo posto dopo la Sardegna si piazza il Veneto (1.046/100.000), poi Emilia Romagna (963), le province autonome di Bolzano e Trento (848 e 823), Liguria (778) e Lombardia (764). Piemonte e Toscana sono è a metà graduatoria (723 e 617). Pochi donatori, troppo pochi visto che sono sempre più incidenti sulla popolazione malattie come le leucemie acute, immunodeficienze congenite, mielomi, linfomi e anemia mediterranea che hanno il 50% di possibilità di guarigione entro 5 anni grazie le cellule staminali.

“C’è una grave carenza di informazione sull’argomento - dice Nicoletta Sacchi, direttore del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR) - soprattutto tra i giovani che donano solo quando vengono colpiti dalla malattia di amici o congiunti”. Oltre la metà dei trapianti nel nostro Paese avviene in forma allogenica, cioè da donatore esterno. Solo nel 30% dei casi il donatore è un familiare. L’85% delle fonti di cellule staminali viene dal sangue periferico, il 15% da cordone ombelicale.

La probabilità di trovare un donatore compatibile è una su centomila e solo il 30% dei malati lo reperisce tra i familiari. Se nel mondo, in particolare in India, Portogallo, Macedonia, Cina e Brasile, ogni anno c’è un incremento di donatori del 100%, l’indice italiano si attesta intorno allo 0,1% con 331 mila iscritti al registro nazionale di donatori di midollo osseo. Siamo costretti a importante cellule dalla Germania con conseguente dispendio economico. Eppure diventare donatori è semplice (informazioni su www.ibmdr.galliera.it).

“Chi ha tra i 18 ai 35 anni – spiega la dottoressa – può recarsi in uno degli ottanta centri donatori dislocati lungo la penisola. Dopo un colloquio preliminare con i sanitari, si appura che il soggetto non sia affetto da malattie del sangue o infettive. Nella seconda fase si procede a un semplice prelievo del sangue per eseguire in laboratorio la tipizzazione del Dna. Dopo il rilascio del consenso si viene inseriti nel registro nazionale e mondiale”. Come si svolge l’eventuale operazione di donazione? “Il donatore viene contattato quando si stabilisce la compatibilità e si verifica il suo stato di salute, approfondendo tramite ulteriori test il grado di compatibilità.

Il prelievo delle cellule staminali emopoietiche può essere effettuato dalle ossa del bacino con un’operazione in anestesia generale della durata di 45 minuti o dal sangue periferico con la somministrazione al soggetto nei cinque giorni antecedenti la donazione di un farmaco che promuove la crescita di cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue circolante. Il donatore viene seguito in modo accurato in tutte le fasi ed è pienamente tutelato dalla legislazione nazionale in materia”.

Il trapianto è risolutivo? “Dipende dai singoli casi e dal tempo impiegato a trovare il donatore - conclude la dottoressa Sacchi - perché si tratta di malattie molto aggressive. Da quando è iniziata la sperimentazione nei primi anni ’90 sono stati fatti molti passi in avanti. Oggi c’è una probabilità del 50%-60% di guarire grazie a un trapianto di midollo osseo”. Le iniziative Per incentivare l’iscrizione al Registro, soprattutto nelle fasce di età più giovani, sono in programma una serie di attività in tutta Italia.

Dal 16 al 19 giugno si terrà a Roma la quarta edizione di “BaskeTiamo”, per raccogliere fondi per l’ADMO e sostenere le attività del laboratorio di tipizzazione del servizio di medicina trasfusionale del Policlinico Umberto I di Roma. Verrà coinvolto anche il Coni e la Federazione italiana di pallacanestro per estendere l’iniziativa a tutte le squadre affiliate, dalla serie A alle serie minori. Anche le capitanerie di porto di tutta Italia hanno dato la loro adesione per aiutare a divulgare informazioni per sensibilizzare i cittadini e raccogliere nuovi iscritti. Infine, il 24 settembre, in tutte le piazze italiane, saranno i clown (“pagiassi”) che lavorano nelle corsie degli ospedali ad organizzare una grande manifestazione per informare sulle modalità di donazione del midollo osseo e sensibilizzare alla necessità di allargare la banca dati del Registro italiano Donatori di midollo osseo

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