Pubblicita' a Firenze, Aduc: ''A quando le mutande al Biancone?

"I bacchettoni di Palazzo Vecchio impongono il loro decoro. A quando le mutande al Biancone?" la domanda provocatoria di Vincenzo Donvito presidente di Aduc. Il vicesindaco Nardella replica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 aprile 2011 15:16
Pubblicita' a Firenze, Aduc: ''A quando le mutande al Biancone?

L'amministrazione del Comune di Firenze ha approvato il nuovo regolamento della pubblicita' ed ha inserito una “clausola etica”, l'articolo 7 che così recita: “gli impianti pubblicitari e le pubblicita' esposte non devono avere contenuto ed immagini rappresentative di violenza fisica e morale, nonche' lesive del decoro, offensive delle convinzioni morali, civili e/o religiose delle appartenenze di genere, culturali e nazionali delle persone”. Chi dovrà nello specifico decidere è rimasto fatto abbastanza ambiguo, alla domanda il vicesindaco Dario Nardella, ha risposto: "Se ne occuperà l'agente di Polizia Municipale presente sul posto".

In realtà la richiesta passa per la giunta quindi la clausola inserisce una verifica a monte. Sempre Nardella ha assicurato "Non faremo censura" però "valuteremo attentamente caso per caso". "Chi vorra' fare pubblicita' dovra' aggiungere alla sua domanda di autorizzazione - ha spiegato Vincenzo Donvito presidente di ADUC - una dichiarazione in tal senso che sara' vincolante sul piano giuridico. Siccome la pubblicita' e' anche un mezzo di espressione artistica, ci sorge subito una domanda: a quando simili norme contro il Biancone, cioe' la fontana del Nettuno accanto a Palazzo Vecchio, con tutti i genitali maschili all'aria? Perche' lui si' e non un uomo con altrettanti genitali all'aria o una donna con tette e vagina sempre all'aria, ma su un manifesto pubblicitario in una apposita bacheca, magari sempre in piazza Signoria di fronte a Palazzo Vecchio?" "Brutta decisione questa dell'amministrazione del Sindaco Matteo Renzi.

Perche' si vogliono arrogare il diritto di decidere loro cosa sia decoro o meno in pubblicita'? Ci sono gia' le orribili norme del codice penale, perche' ergersi a giudici e non lasciare alla denuncia di qualche esaltato il compito di far stabilire ai giudici veri se ci sia oscenita', razzismo o se sia solo cattivo gusto? Tutto questo, poi, nella citta' culla dell'arte, lascia quantomeno perplessi e delusi dall'ennesima dimostrazione di vecchiume e di bacchettonismo di chi, un giorno si' e l'altro pure, ci ricorda in continuazione essere il nuovo e il giovane che avanza". “L’Aduc è schizofrenica o in malafede.

Si decida una volta per tutte se è davvero dalla parte degli utenti delle famiglie". E' quanto afferma il vicesindaco Dario Nardella in risposta all'Aduc, associazione diritti utenti e consumatori, che oggi critica il nuovo regolamento della pubblicità varato dalla giunta fiorentina, per l’introduzione della ‘clausola etica’ che vuole impedire immagini e slogan violenti o offensivi. La stessa Aduce che in un articolo del 10 febbraio scorso plaudeva all’istituzione all’Iap, Istituto Autodisciplina Pubblicitaria e scriveva sul suo sito: “Ora tocca a tutte e tutti noi.

Guardare la tv, i cartelloni delle nostre città, i giornali e perfino i tabloid, con occhi consapevoli e critici e procedere con le segnalazioni che si ritiene opportuno effettuare (…) Ciò nella convinzione di poter contribuire, con il proprio potere di consumatore, alla miglior scelta di immagini, modelli e stereotipi nella comunicazione commerciale. Immagini che, nel bene e nel male, entrano nelle case, nelle teste, nelle mode e nelle aspirazioni delle nuove generazioni”. E’ veramente singolare il comportamento dell’Aduc – afferma ancora Nardella - Da un lato presenta l'Iap come un ‘rimedio alla pubblicità che svilisce e toglie dignità alla donna’; dall’altro bolla la giunta come ‘bacchettona’ e definisce ‘una brutta decisione’ quella introdotta con il regolamento della pubblicità, che per l’appunto persegue lo stesso obiettivo dell’Iap.

Prima di criticare, forse l’Aduc dovrebbe mettersi d’accordo con se stessa”.

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