Profughi. A Coltano mancano i permessi. Rossi: ''Solidarietà al presidio''

Filippeschi in Prefettura con la delegazione che continua il presidio. Il presidente della Provincia parla di "Atti inesistenti e lavori illegittimi". Enrico Rossi esprime solidarietà ai cittadini in presidio. Nove sul posto con una testimonianza diretta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 marzo 2011 11:38
Profughi. A Coltano mancano i permessi. Rossi: ''Solidarietà al presidio''

“Mancano le ordinanze necessarie, per ora i lavori non possono iniziare”, è finito il vertice in Prefettura e la delegazione sta rientrando a Coltano dove continua il presidio, a quanto pare momentaneamente non sussistono le condizioni per l’avvio dei lavori di allestimento del campo all'interno del Parco naturale di San Rossore. Da una nota pubblicata dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi sul proprio sito internet e su Facebook si apprende dell'evolversi della vicenda.

Il primo cittadino si è recato dal Prefetto per chiedere la sospensione della decisione espressa nelle scorse ore dal Governo ed alla quale si sono fermamente opposti sia Filippeschi che il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi le cui volontà divergono in modo netto da quelle del Ministro dell'Interno Roberto Maroni. Si è passati infatti da una 'apertura' della Regione all'accoglienza di piccole quantità di profughi da smistare in aree attrezzate e controllate ad una soluzione unica per un 'campo base' che non convince assolutamente i vertici toscani e neppure i cittadini dell'area interessata. “Nessun atto ufficiale ha raggiunto i nostri uffici, dunque qualsiasi tentativo di avviare i lavori in questa zona è da ritenersi illegittimo” questo è quanto dichiara il Presidente della Provincia Andrea Pieroni. Il governatore Enrico Rossi rivendica il ruolo sociale della Toscana per l'accoglienza ma "Dobbiamo scegliere in autonomia" e si dice "solidale con il presidio pacifico in corso a Coltano". I commenti dei cittadini di Pisa, sul Social Network del primo cittadino, si stringono attorno al primo cittadino e sui residenti di Coltano impegnati nel presidio "Uniamoci a loro, non lasciamoli soli". Nove da Firenze ha contattato Vanessa una ragazza impegnata nel presidio: "Da mercoledi mattina abbiamo ricevuto la notizia che verrà utilizzata la vecchia stazione militare americana a Coltano come "campo accoglienza" per centinaia di tunisini sbarcati a Lampedusa.

I paesi di Coltano, Putignano e Ospedaletto si sono sentiti traditi - ci spiega Vanessa - da promesse che erano state fatte, ovvero quelle che non sarebbero più stati messi campi rom, abusivi e non, nelle nostre zone causa, troppi furti, e tensione altissima che si era venuta a creare nei paesi. Siamo arrivati ad avere paura anche di uscire di casa, perchè troppo poco controllo . Ci hanno dato di razzisti, quando noi vogliamo solo far capire alle persone che siamo solo stanchi, e che i 600 tunisini che devono arrivare non sono profughi bensi clandestini, quindi altre 600 bocche da sfamare, e a cui dare un lavoro, e dubitiamo fortemente questo sia possibile in quanto non c'è già per noi. Le utime notizie di qualche minuto fa sono quelle che i lavori sono fermi in quanto non ci sono tutti i requisiti per trasformare il radar in centro di accoglimento, nonostante questa notizia ci sono centinaia di persone che continuano ininterrottamente una protesta da giovedi mattina, persone e assessori che si sono incatenati ai cancelli di questa struttura.

Non ci fermiamo continueremo a batterci perchè non vengano messi li, nonostante il ministro Maroni abbia confermato che la decisione oramai è stata presa" Circa un centinaio di cittadini sono in presidio di fronte all'area di Coltano. Nel terreno dove sorge la ex stazione radar americana della seconda guerra mondiale, sono stati parcheggiati alcuni trattori per impedire l'accesso ai mezzi che devono allestire il campo. Per lunedì sarebbe prevista l'apertura della tendopoli.

Notizie correlate
In evidenza