Facebook, Renzi e la Web democrazia/1

Prima parte di nua riflessione sulla polemica circa l'uso del social network da parte del sindaco di Firenze, e a seguito del workshop organizzato da Nove da Firenze il 19 marzo a Palazzo Medici Riccardi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 marzo 2011 16:19
Facebook, Renzi e la Web democrazia/1

di Nicola Novelli Il suo predecessore fece sorridere tutto il mondo di Internet quando annunciò che avrebbe denunciato per diffamazione l'enciclopedica Wikipedia. Perciò ci sarebbe solo di che felicitarsi dell'attuale sindaco di Firenze, se dialoga quotidianamente on line con i propri concittadini tramite il suo Facebook. Eppure nei giorni scorsi, in relazione alla vicenda del Maggio Musicale a Tokio, i contraddittori annunci di Matteo Renzi pubblicati sul suo profilo personale hanno suscitato la polemica. L'Ordine dei giornalisti della Toscana ha bacchettato il primo cittadino, per aver gestito la situazione esclusivamente tramite il Social Network con ''la diffusione di notizie istituzionali di forte rilevanza, come le iniziative programmate dal Comune di Firenze in Giappone in queste tragiche giornate” in forma confidenziale e lacunosa.

Secondo il Consiglio di Odg ''affidare per 24 ore solo alla pagina personale di Facebook la comunicazione istituzionale sui problemi connessi al rischio di contaminazione nucleare dei lavoratori del Maggio fiorentino -si legge nel comunicato- è assolutamente inaccettabile. Informazioni così essenziali e delicate non possono essere affidate solo agli amici, ma trasmesse a tutti gli organi di informazione. Il sindaco può aggiornarci solo su Facebook riguardo alle proprie vacanze, non certo in merito a una missione istituzionale in un Paese devastato da un terribile terremoto e alle prese con rischi di contaminazione nucleare''. Giovedì scorso, nel corso di un incontro intitolato “Web 2.0 & partecipazione democratica” a Palazzo Giovane, il Sindaco di Firenze ha confermato: “credo di poter e dover comunicare nelle forme che credo più opportune”. Ma l'Associazione Stampa Toscana, il sindacato dei giornalisti, aveva già ribadito che “l'informazione pubblica non si fa con i talk show, non si fa imponendo ai giornalisti di diventare amici sul profilo di Facebook per avere le notizie, non si fa comprando le pagine di pubblicità.

Un sindaco, quando parla come sindaco, deve parlare in modi che sono fissati anche dalla legge, garantendo massima diffusione e imparzialità (amici sui social network e non). Nessuno contesta Facebook e i social media, grande opportunità di comunicazione, partecipazione, democrazia, è evidente. Noi come sindacato siamo i primi a usarli. Ma ci sono tempi, modi, regole che devono essere rispettati”. Al di là delle polemiche politiche, che hanno trovato riflessi anche in Consiglio Comunale, l'invito che viene dai due soggetti titolati a rappresentare i giornalisti, è a una riflessione seria sull'argomento, in nome del dovere di informare, parte integrante dei diritti di cittadinanza. Un'esigenza fatta propria anche dall'Assessore all'Istruzione del Comune Di Firenze, in apertura del workshop sulla Comunicazione Digitale organizzato da Nove da Firenze sabato 19 marzo a Palazzo Medici Riccardi.

Rosa Maria Di Giorgi, nel proprio intervento, ha confermato che gli amministratori pubblici hanno il dovere di sperimentare il cambiamento affinché sia un utile strumento, facendo però attenzione che il rapporto diretto tra cittadino ed amministratore non sia privo di una intermediazione: “Il sindaco ed il presidente della Regione usano Facebook per comunicare, ma hanno un ruolo istituzionale al quale debbono restare fedeli, per rispetto delle regole della democrazia. La rete può provocare danni quando i rapporti uno ad uno, prevalgono su quelli uno a molti.

Su questo dobbiamo confrontarci, perché i rischi possono essere enormi". Il web è un mezzo di comunicazione individuale e di massa, e come tutti i media, nei suoi primi anni di esistenza, sta generando una sintassi propria. Questo significa che ciascun contenitore on line (sito, blog, Facebook) ha caratteristiche che lo rendono adatto a differenti tipologie di comunicazione. E vero che in condizioni limite i contenitori si sono adattati alle emergenze (è il caso dei siti di dating durante la rivoluzione egiziana), ma in generale dobbiamo prendere atto della relazione vitale tra contenuti e contenitori.

Stesso discorso per la partecipazione democratica, che vive attraverso processi e percorsi consolidati attraverso secoli di pratica della democrazia occidentale. E' scontato precisare che lo stesso discorso politico acquista rilievo differente a seconda che venga espresso in casa propria, al bar, oppure in un'assemblea consiliare. Anche in questo caso dobbiamo prendere atto della relazione essenziale tra contenuti e contenitori.

La seconda parte dell'articolo domani su www.nove.firenze.it

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