TAV. Idra da Rossi, ''Presenteremo il nostro dossier. Dobbiamo fermare l'opera''

"Ci possiamo fermare anche adesso e tornare indietro, se è vero che sono solo all'inizio" spiegano Dell'Olio, Cicconi e Giudici. Evitare i disagi subiti dai cittadini di Bologna è la missione dell'Associazione. "Renzi non ci ascolta"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2011 15:48
TAV. Idra da Rossi, ''Presenteremo il nostro dossier. Dobbiamo fermare l'opera''

L'Associazione di volontariato Idra presenta al governatore della regione Toscana, Enrico Rossi un nutrito dossier sullo stato dell'arte del "Progettaccio" Alta Velocità. Ad usare il termine "Progettaccio" è il leader dell'Associazione, il professor Girolamo Dell'Olio che siede al tavolo dei documenti scottanti assieme all'ingegner Ivan Cicconi ed all'avvocato Nicola Giudici che assiste i cittadini di Bologna costituitisi in giudizio contro le Ferrovie dello Stato per ottenere un risarcimento per i danni subiti dai cantieri. "Non esiste una Valutazione di Impatto Ambientale per la Stazione Foster, oramai è un dato di fatto - spiega Dell'Olio - ma è anche il punto di partenza di una serie di nodi impressionanti.

Abbiamo trovato nel presidente Rossi un interlocutore attivo che, dopo aver ricevuto un estratto del materiale in nostro possesso, ha presentato al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, alcune perplessità, avanzando la richiesta di un riepilogo della cronistoria dei fatti accaduti" "Non dimentichiamoci infatti - continua il presidente di Idra - che i predecessori di Rossi, Vannino Chiti e Claudio Martini sono al momento oggetto di verifica da parte della Corte dei Conti per danno erariale.

Il sindaco di Firenze, invece, nonostante si ponga spesso come alfiere a difesa dei diritti, non ci ha degnato di attenzione, non ci ha ringraziati per il lavoro svolto e non ha intenzione alcuna di incontrarci ed aprire un dialogo con noi" "Abbiamo perso già tanti soldi su quest'opera fin dai lontani anni '90, speriamo ci si possa rendere conto, oggi, che siamo in tempo per fermarci e visionare soluzioni alternative che avrebbero innanzitutto un impatto minore sulla città e sul territorio ma anche un minore dispendio economico.

Vi porto un esempio - e conclude - si è parlato in Emilia di 'imprevisti geologici che hanno portato ad un ritardo nella consegna dell'opera' ci siamo chiestri ed abbiamo chiesto quali fossero i tempi previsti e quali i fatti imprevisti, ma non l'abbiamo mai saputo, e ricordiamoci che da noi è tutto più delicato" L'avvocato Nicola Giudice porta l'esperienza bolognese: "Qui da voi il problema è ben più grave - l'esordio è devastante - pensate che a Bologna parliamo di una linea ferroviaria tangenziale alla semiperiferia che ha fatto crollare dei palazzi, qui parliamo di una galleria che scorre sotto il centro della città coinvolgendo quartieri come Campo di Marte.

I cittadini bolognesi erano impauriti dall'andare contro il loro Comune, che è visto come un'entità quasi sacra, ma a Bologna c'è il commissariamento ed abbiamo trovato una sintesi nell'andare in giudizio contro Ferrovie dello Stato. Oltre 700 cittadini si sono autotassati per difendersi chiedendo forme di tutela dalle emissioni di polveri e di rumore. Parliamo di una stazione sotterranea di 640 metri per 40 metri, facile immaginare l'impatto urbanistico". Il risarcimento dei danni: "Benché sia noto che le polveri sottili possono incidere sull'aspetto della salute di ciascun individuo - spiega l'avvocato - ed abbiamo riscontrato circa 500 sforamenti in tre anni dal 2007 al 2009 (sono 35 quelli concessi in un anno, ndr), ci siamo limitati ad una richiesta danni basata sul 'disastro ambientale' e 'danni morali' comprensivi del 'danno biologico' ovvero un procedimento aperto a ciascun individuo a prescindere, visto il numero dei partecipanti, dalle singole peculiarità fisiche. Per ciascun cittadino ho chiesto 50.000 euro a testa di danni a Ferrovie e Società appaltatrice dell'opera.

Per i danni agli edifici ho preferito aspettare, si scava ancora a meno 30 metri ed i binari saranno a meno 23 metri, non possiamo sapere cosa ci aspetta. Però abbiamo chiesto fin da ora l'immediata riparazione delle abitazioni già inagibili, oltre a quelle crollate in via Carracci, infatti, sussistono gravi situazioni di inagibilità strutturale, alcuni cittadini non possono usufruire di alcune stanze rimaste senza pavimento o senza soffitto. Lungo l'intera via verrà rifatto l'impianto fognario che è stato danneggiato, altri lavori quindi a 7 metri di profondità". "Assurdo il contesto in cui la Stazione Foster viene ad esser realizzata - è il parere dell'ingegner Ivan Cicconi - perché l'Italia ha fatto una scelta alla francese con linee ferroviarie veloci dedicate esclusivamente ai passeggeri ma ce le fanno passare per 'alta capacità' ovvero destinate anche al trasporto merci.

Questo non avverrà mai. Sono due tipi diversi di veicoli, di alimentazione e di mezzi che necessitano diverse infrastrutture. Fino ad ora in nessuna tratta dell'alta velocità sono transitati vagoni contenenti merci. L'infrastruttura che stiamo realizzando in Italia consentirebbe il transito fino a 300 treni al giorno, attualmente la usiamo al 12% della sua potenzialità. FS ha diminuito l'offerta regionale aumentando i costi dell'AV, in tal modo c'è una sorta di pareggio a bilancio, per spostarsi si è costretti a ricorrere ai Frecciarossa non per volere, ma per necessità.

In realtà però la domanda è diminuita" "La stazione Foster servirà solo i passeggeri dell'Alta Velocità e sarebbe inutile, un rapporto costi ricavi da fallimento, se non fosse che la Stazione si presenterà come un Centro Commerciale e da qui, forse, la copertura dei costi. Imbarazzante però il fatto che dovranno essere trovate soluzioni per collegarla alle altre stazioni già esistenti" Dell'Olio e Cicconi puntano il dito sull'Istituto del contraente generale: "Si tratta di un sistema che 'stimola a delinquere' ovvero si congfigura la fattispecie del concessionario che si occupa di progettare l'opera e di assegnare i lavori, controllando se stesso, ma non avendo poi gli oneri di gestione.

In pratica non dovendo contare sulla riuscita dell'opera può permettersi di non puntare sulla 'funzionalità' della stessa e soprattutto può dedicarsi alla fase preliminare quella dei tempi e dei costi delle opere che lievitano proporzionalmente alla copertura di chi dall'alto, il committente, ci mette i soldi" "La nostra Alta Velocità ci costa al km dieci volte rispetto alla Francia o alla Spagna - spiega Cicconi - e spero che si apra un tavolo tecnico finalmente dove poter prendere in considerazione l'alternativa di una infrastruttura 'a raso' l'unica valida ed 'indolore', che mette in relazione i binari già esistenti con le stazioni presenti a Firenze, integrando così un sistema per dei costi contenuti e di buona funzionalità" "Potremmo chiedere uno stress test - conclude infine Girolamo Dell'Olio - una sorta di prova pratica, con la quale arrivare a decidere anche di poter tornare indietro se non vi sia l'utilità pubblica o economica di andare avanti" di Antonio Lenoci

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