Maggi: 'Riconoscere le unioni gay atto di civiltà, non attentato alla famiglia'

Il Movimento Pansessuale interviene sulle dichiarazioni dell’arcivescovo emerito di Siena Monsignor Gaetano Bonicelli. Il presidente risponde anche alla posizione espressa dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2011 13:18
Maggi: 'Riconoscere le unioni gay atto di civiltà, non attentato alla famiglia'

«Il riconoscimento delle unioni gay è un atto di civiltà, non un attentato alla famiglia tradizionale». Lo afferma Alessandro Maggi, presidente del Movimento Pansessuale, l’associazione LGBTQ di Siena, in risposta alle dichiarazioni dell’arcivescovo emerito di Siena Monsignor Gaetano Bonicelli, apparse ieri sul sito www.pontifex.roma.it. Affermazioni che fanno eco a quanto detto dal premier Berlusconi su matrimoni gay e adozioni ai single.

«Non si comprende come l’estensione di alcuni diritti fondamentali alle persone omosessuali, ma anche eterosessuali, che vivono in unioni “di fatto” e purtroppo non ancora “di diritto” in Italia, possa minacciare o danneggiare l’istituto del matrimonio». E sul costante invito, rivolto agli omosessuali a vivere nell’ombra i propri amori, perché considerati contro natura, la posizione del Movimento Pansessuale non ammette repliche «riconoscere le unioni omosessuali vuol dire riconoscere prima di tutto la dimensione affettiva e sociale dell’omosessualità, che come afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non è una perversione e non è una malattia, ma una condizione naturale dell’essere umano».

Sulle adozioni da parte dei single e dei gay, il presidente del Movimento Pansessuale conclude: «alle congetture, preferiamo i dati che emergono dalla letteratura scientifica. Che i figli allevati da un solo genitore o in una famiglia omogenitoriale, siano più infelici o svantaggiati, rispetto agli altri è tutto da dimostrare, anzi in molti casi, le ricerche ci dicono esattamente il contrario». L’invito del Movimento Pansessuale, rivolto al mondo cattolico e a tutta la città è quello di confrontarsi serenamente su diritti e leggi contro l’omofobia e la transfobia, in un dibattito pubblico, che possa servire a far maturare anche a Siena una forte coscienza civica su questi temi.

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