Rossi e Filippeschi: ''Quale futuro per il Museo delle Navi romane?''

Il ritrovamento avvenuto sul litorale toscano ha prodotto materiale idoneo alla realizzazione e mantenimento di un museo ad hoc. Un sito archeologico che però non trova pace nella burocrazia statale. Prosegue l'allestimento tra le perplessità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2011 15:20
Rossi e Filippeschi: ''Quale futuro per il Museo delle Navi romane?''

Il presidente Enrico Rossi e il sindaco di Pisa Marco Filippeschi hanno chiesto un incontro urgente al ministro per i Beni e le Attività culturali Sandro Bondi e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta sul futuro del Museo delle Navi antiche pisane, il cantiere di scavo e i laboratori di restauro. Nella lettera congiunta Rossi e Filippeschi, chiedendo di valutare lo stato di avanzamento dell'Accordo di programma del 18 aprile 2001 fatto con il coordinamento della presidenza del Consiglio dei Ministri, scrivono che "serve una verifica attenta, servono nuovi e precisi impegni secondo le intese già intercorse e gli sforzi compiuti negli ultimi mesi, per ricostruire un quadro di positiva collaborazione istituzionale". "L’impegno delle Soprintendenze interessate e del Ministero infatti - proseguono - non hanno potuto garantire, ad oggi, il rispetto degli impegni assunti per la realizzazione e la gestione del Museo (ancora in fase di allestimento nell’Arsenale Mediceo) e per il mantenimento e lo sviluppo del Cantiere e dei Laboratori, pesantemente minacciati dai tagli di risorse.

Ciò mentre il Comune ha realizzato grand i investimenti di recupero monumentale e urbano, con i progetti Piuss, per la valorizzazione culturale e turistica, proprio nelle aree contermini all’Arsenale (complesso Torre Guelfa – Arsenale Repubblicano – La Cittadella e Vecchi Macelli – Stallette)". Considerazioni sulle Navi Romane dopo la risposta del ministero I giovani IDV di pisa così intervengono nella vicenda: "Le Navi di Pisa si arenano nelle secche della burocrazia e affondano nel fango dell’incompetenza.

Il progetto di avere uno scavo esemplare e una degna musealizzazione naufraga nuovamente e non ci sono speranze di salvezza all’orizzonte. In risposta alla nostra interrogazione parlamentare, presentata dall’on. Evangelisti, sul tema di questo eccezionale patrimonio archeologico, per molti versi unico al mondo, il Ministro Bondi ha dato delle spiegazioni che fanno acqua da tutte le parti. Basta leggere le sue stesse parole per rendersi conto di come su tutto il mondo dei Beni Culturali italiani regnino colpevole pressappochismo e inadeguata leggerezza". "Il Ministro ammette che “le attività di scavo archeologico citate sono attualmente ferme da più di un anno e le attività di documentazione e restauro procedono a ritmo ridotto”.

Ma noi non possiamo accettare una risposta del genere. Che argomentazione sarebbe?" "È proprio lo stato delle cose che noi abbiamo denunciato, il motivo stesso dell’interrogazione parlamentare. Bondi sembra comportarsi come i bambini poco diligenti, quando, interrogati alla lavagna, prendono tempo ripetendo la domanda che gli viene posta. Orbene, ringraziamo il Ministro di aver ammesso l’evidenza e prendiamo atto che il motivo di questa incompiutezza è la “ristrettezza dei fondi a disposizione”, situazione che non cambierà almeno per tutto il 2011, come dichiarato sempre dallo stesso rispondente. Come fa il Museo ad essere in “via di apertura”, se poi mancano ancora diversi milioni di euro per il suo completamento e se una parte dei locali sono ancora indisponibili (sono sempre parole del ministro)? Infine, sulla questione della candidatura del sito come patrimonio mondiale secondo la lista UNESCO, il Ministro Bondi ci ricorda che non è una candidatura percorribile, perchè “le caratteristiche del cantiere, del Centro di Restauro e del Museo (incompleto in via di allestimento), non sono tali da giustificare i requisiti di paesaggio stabile e storicizzato richiesti ai fini dell’inserimento di tale patrimonio tra quelli dell’elenco UNESCO”.

Ancora una colossale sottovalutazione. I requisiti ci potrebbero essere invece tutti ed è facile constatarlo perchè l’UNESCO, al contrario di molti apparati italiani, pratica un regime di completa trasparenza. "Il sito delle Navi di Pisa ha valore di universalità, unicità ed insostituibilità e potrebbe soddisfare ben TRE dei criteri fissati, (quando ne basterebbe uno solo): apporta una testimonianza eccezionale su una tradizione culturale o della civiltà, quella della navigazione nel mondo antico; offre un esempio eminente di un tipo tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana (la carpenteria navale antica); è un esempio eminente dell’interazione umana con l’ambiente; Il sito delle Navi di Pisa ha tutto quello che occorre per fungere da esempio nel mondo archeologico ed offrire una ricaduta culturale, turistica ed economica ai cittadini e ai visitatori, se solo le persone che ne sono responsabili, in testa a tutti il Ministro Bondi, non ne stessero decretando un nuovo e definitivo naufragio"

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