Baldassini Tognozzi Pontello: sciopero, fermi i lavori alla terza corsia

Ha avuto inizio lo sciopero dei lavoratori dipendenti di Baldassini Tognozzi Pontello Spa impegnati nei lavori di realizzazione della 3 corsia della A1, cantiere Lotti 4-5-6. Anche Unaway di Firenze Nord tra le vittime di Btp

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 gennaio 2011 15:07
Baldassini Tognozzi Pontello: sciopero, fermi i lavori alla terza corsia

Dalle ore 6 di stamani ha avuto inizio lo sciopero dei lavoratori dipendenti di Baldassini Tognozzi Pontello Spa impegnati nei lavori di realizzazione della 3 corsia della A1, cantiere Lotti 4-5-6. L’azienda aveva inoltrato una circolare nella quale si affermava lo slittamento dei pagamenti di salari e stipendi; Le Organizzazioni Sindacali e i lavoratori avevano richiesto chiarimenti in merito alle scadenze durante la giornata di ieri, ma l’impresa non ha risposto ed č iniziato lo sciopero che proseguirŕ fino a comunicazione da parte di BTP delle date dei pagamenti.

Da molti mesi si verificano ritardi nei pagamenti ma mai era accaduto che mancasse una precisa indicazione. L’impresa, oltre a subire gli effetti della crisi, attende da tempo un processo di fusione o cessione di ramo con altri operatori del settore. Su questa vicenda deve esprimersi il pool di banche alle quali Btp ha presentato un piano di riorganizzazione aziendale. "E’ necessario che arrivino risposte certe in tempi brevi. Da questo dipendono il futuro occupazionale dei lavoratori e le loro retribuzioni".

Le OO.SS. si riservano, in assenza di risposte piů chiare da parte dell’impresa, di interpellare anche il committente Autostrade. Una prima cassa integrazione straordinaria fu aperta nel febbraio dello scorso anno e dovrŕ essere prolungata con un provvedimento in deroga che interesserŕ circa 200 unitŕ. Questo č il numero dei lavoratori che rischiano di essere sospesi, ed in parte giŕ lo sono, a causa della mancata partenza di cantieri, anche in area Fiorentina, che avrebbero potuto determinare una ripresa. "Chiediamo alle istituzioni del territorio, con la Regione Toscana lo faremo lunedě prossimo, di intervenire per quanto di loro competenza al fine di salvaguardare l’occupazione ed evitare l’impoverimento del tessuto produttivo del nostro territorio - č quanto sottolineano in una nota le sigle sindacali FILLEA CGIL – FILCA CISL – FENEAL UIL - Btp infatti rappresenta la piů grande impresa di costruzioni in Toscana oltre ad essere un soggetto attivo nel panorama dei grandi appalti infrastrutturali di livello nazionale.

All’impresa chiediamo maggiori garanzie, maggiore trasparenza nella trasmissione delle informazioni ed un livello di relazioni industriali in grado di gestire una fase tanto complessa". Circa 40 i lavoratori di Unaway di Firenze Nord perderanno il posto "Quale sarà il futuro dell’ hotel della catena Una che fa riferimento al gruppo Btp? - domandano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Forse i primi 40 lavoratori sono le vittime degli scandali oggetto delle inchieste giudiziarie".

La chiusura avviene a causa della risoluzione della convenzione che Una spa aveva con Autostrade per l'Italia: "Tale risoluzione - è stato detto in sede Una - è stata determinata da sopravvenute problematiche di ordine urbanistico, tecnico e amministrativo". Niente a che vedere quindi "con crisi di settore: è dimostrato dai dati pervenuti in questi giorni che Firenze e la Toscana ha registrato presenze record per tutto il 2010". Le problematiche "tecnico-amministrative" sono forse da ricercarsi "negli spregiudicati permessi e finanziamenti avuti dal gruppo Baldassini Tognozzi Pontello – per esempio il mutuo di 150 milioni di euro apparso nell’inchiesta G8- di cui si occupano le inchieste giudiziarie".

Questa ipotesi avrebbe comunque "conseguenze gravissime anche per gli impiegati, i tecnici e i tanti operai che lavorano nei cantieri e non solo per i lavoratori dell’Hotel Unaway pezzo della galassia Btp". Si richiede perciò di agire immediatamente e di intervenire da parte di tutti i soggetti interessati, comprese le istituzioni locali, principalmente Provincia di Firenze e Regione Toscana, "affinché si faccia immediata chiarezza sugli assetti proprietari e non siano i lavoratori a pagare il prezzo delle spregiudicate cordate politico –imprenditoriali".

Calò e Verdi lanciano l’allarme sulla "possibile deflagrazione del gruppo Btp" che ha chiuso il 2009 con 360 milioni di fatturato e 980 dipendenti, di cui 118 in cassa integrazione. Con un'interrogazione i due consiglieri chiedono alla Giunta se risulta alla Provincia di Firenze "una relazione tra lo stato di salute economico –finanziaria del gruppo Btp e la conseguente risoluzione della convenzione con la Società Autostrade e il gruppo stesso e quali siano gli attuali assetti proprietari".

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