Maddalena Crippa in “ E pensare che c’era il pensiero”

L' interprete streheleriana di grande talento e attrice cinematografica di successo torna al teatro confrontandosi con uno spettacolo culto di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2011 22:35
Maddalena Crippa in “ E pensare che c’era il pensiero”

Maddalena Crippa, interprete streheleriana di grande talento e attrice cinematografica di successo torna al teatro confrontandosi con uno spettacolo culto di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. “E pensare che c'era il pensiero” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini è in scena al Teatro Puccini venerdì e sabato. E' un Gaber riletto al femminile, e interpretato da Maddalena Crippa, che mantiene tutta la forza delle sue parole, che ancora oggi ci fa riflettere perché capace di interrogarsi, di scendere nel privato o aprirsi al sociale, di “stare” nel presente, riuscendo a decifrarlo e persino ad anticiparlo, mettendosi in gioco in prima persona in una costante ricerca.

Un titolo che segna, insieme ad altri grandi titoli gaberiani, un preciso spartiacque sul fare e pensare teatro. “Quando mi è stato proposto da Emilio Russo di ritornare a cantare affrontando il Teatro Canzone di Giorgio Gaber- ha dichiarato Maddalena Crippa- insieme alla sorpresa di un repertorio tanto originale quanto maschile, si è subito fatta strada la voglia della sfida, che tanta parte prende nelle mie scelte artistiche. Cosi e' cominciata l'avventura e mi sono tuffata nel mondo gaberiano che conoscevo in gran parte, ma non interamente.

Studiandone tutti gli spettacoli, pian piano la mia scelta si è focalizzata su “ E pensare che c'era il pensiero”.Il mio approccio a qualsiasi" materiale artistico " si esprime da una parte con un grande rispetto, e dall'altra con l' onestà e la libertà delle mie reazioni, del mio sentire. Dal primo istante mi è stato chiaro che in quanto donna non avrei mai potuto , ma soprattutto non avrei mai voluto,rifare "Gaber". Credo che ogni grande artista sia irripetibile ed inimitabile. Ma Gaber , insieme a Luporini, ha davvero inventato un nuovo modo di abitare il palcoscenico e la canzone, rinnovando l'unione tra parola e musica, riflettendo, interrogandosi, scendendo nel privato o aprendosi al sociale, stando nel presente, riuscendo spesso a decifrarlo e persino ad anticiparlo, mettendosi in gioco in prima persona in una costante ricerca.

Proprio nell'onestà di questa "ricerca" , che a tratti diventa perfino corrosiva, e nel bisogno di condividerla sta il punto di contatto con me, con noi, con l' oggi . Vale la pena di riascoltare le sue parole, specie in un momento tanto buio sia per la cultura che per le coscienze, ma credo valga la pena soprattutto perché la sua eredità, in questo caso, passa attraverso un' alterità- il mio essere donna appunto - un altro punto di vista , un'altra sensibilità, un ulteriore verifica della forza del suo materiale.

Nella costruzione della scaletta drammaturgica, non ho esitato a tagliare e ad integrare brani o canzoni di altri spettacoli, come per altro era sua consuetudine, specie con “E pensare che c'era il pensiero”forse lo spettacolo più' rappresentato ed elaborato nel corso del tempo. Tutto si può dire di Gaber, ma non che non riuscisse a toccare, prima o poi, temi o corde che ci riguardano nel profondo. E' la prima volta che una donna si cimenta con il repertorio dei suoi spettacoli, sono felice e orgogliosa che il destino mi abbia riservato una simile opportunità.” “La proposta di rendergli omaggio mi ha onorato- ha affermato la regista Emanuela Giordano-ma la cosa che mi ha soprattutto convinto è l’idea di un Gaber riletto, ripensato, metabolizzato e proposto al femminile grazie all’interpretazione assolutamente inedita che ne fa Maddalena Crippa. Allontanato in primo luogo ogni rischio di imitazione, di rifare Gaber “facendo” Gaber, abbiamo cercato nei suoi testi e nelle sue canzoni l’onesta corrispondenza con quello che siamo noi oggi: soggetti sociali pensanti, non ancora completamente arresi al cinismo, alle posizioni di comodo, fluttuanti a seconda del vento. Non cedere, continuare ad allenare la coscienza, non affogare nel liquame che ci viene proposto come unico antidoto alla fatica di esistere, non arrendersi alla paura di amori sempre più fragili, di desideri sempre più tiepidi, di ideali che a solo pronunciarli ci sentiamo ormai ridicoli. Maddalena Crippa , attraverso Gaber, grazie a quello che ci ha lasciato in eredità, canta e racconta la sua ( nostra ) idea del vivere, i suoi perché, le sue paure.

E lo fa volutamente, con fascino, ironia, e potenza tutta femminile. Arturo Annecchino che ha curato il coordinamento musicale dello spettacolo, con gli arrangiamenti di Massimiliano Gagliardi, al pianoforte, ha aderito con entusiasmo al nostro desiderio di portare all’estremo questa inedita lettura gaberiana, presentando in scena non un ensemble strumentale ma un trio di giovanissime vocalist che fanno da contrappunto al canto di Maddalena Crippa ,canto che spazia da una vocalità piena a note sottili e struggenti.” Lo spettacolo che si annuncia di grande interesse fu messo in scena , con successo nel dicembre 2009 al Piccolo Teatro di Milano in occasione della rassegna” Milano per Gaber” .Le prevendite sono presso la cassa del Teatro Puccini dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.00 e il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00 e il circuito regionale Box Office. Informazioni: 055.362067 Alessandro Lazzeri

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