A rischio gli interinali INPS di Firenze

Le risorse Inps in Toscana sono passate dalle 1.694 unità nel 2007 alle 1.535 nel 2009. A livello nazionale la consistenza del personale in servizio alla fine del 2009 è di 28.252 unità (al netto del personale comandato o distaccato)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2010 18:59
A rischio gli interinali INPS di Firenze

Come scrive il Presidente dell’Istituto Mastrapasqua, l’Inps non è solo pensioni ma assicura assistenza alle famiglie con il sostegno alla maternità e gli assegni familiari, sostiene i lavoratori disoccupati e quelli in cassa integrazione, contrasta il lavoro nero difendendo la legalità. Da quasi un anno si occupa poi del delicato settore dell’invalidità civile permettendo che i nostri anziani e tutte le persone non autosufficienti percepiscano il sussidio previsto dalla legge.

La forza lavoro Inps in Toscana è passata dalle 1.694 unità nel 2007 alle 1.535 nel 2009. A livello nazionale la consistenza del personale in servizio alla fine del 2009 è di 28.252 unità (al netto del personale comandato o distaccato). A fronte di un organico sempre più ridotto per pensionamenti e trasferimenti, dal marzo 2009 l’Inps porta avanti questi ed altri settori con l’ausilio determinante di giovani e motivati lavoratori somministrati . A causa della manovra di bilancio- decreto 78/2010 – che taglia del 50% la spesa per lavoro temporaneo nelle amministrazioni dello Stato, questa fondamentale forza lavoro, altamente motivata e specializzata e che conta ormai 1800 persone, rischia però seriamente di rimanere a casa al pari di coloro che sono risultati idonei all’ultimo concorso indetto dall’Ente e la cui assunzione appare lontana. Quali i pericoli concreti per i cittadini? Lunghe file agli sportelli, ritardi nei pagamenti, accumularsi di arretrato, mancata corresponsione di prestazioni come nel caso della disoccupazione, della cassa integrazione, degli assegni familiari, delle pensioni, dell’invalidità civile.

Come sottolineato dai sindacati il tutto si tradurrebbe insomma in una drastica riduzione della qualità e quantità dei servizi pubblici o alla loro cessazione di fatto a fronte di un risparmio irrisorio. Una scelta incomprensibile dunque se si considera anche che il personale di ruolo è sempre minore, che i bilanci dell’Istituto sono pienamente in attivo (nel 2009, infatti, la gestione finanziaria presenta un avanzo di 5,324 miliardi di euro) e che sarebbe controproducente ed antieconomico disperdere una forza lavoro già formata ed altamente professionalizzata.

Senza contare le enorme ricadute sociali che il licenziamento di questi lavoratori – privi di ammortizzatori e forme di sostegno - avrebbe sul Paese che ancora stenta ad uscire dalla crisi. L’ultimo bilancio sociale dell’istituto presentato lo scorso 1 dicembre parla chiaro: migliorano i tempi di liquidazione delle pensioni e, in particolare, rispetto al 2008, aumenta dell'8% la percentuale delle pensioni di vecchiaia, anzianità e ai superstiti liquidate entro il tempo di eccellenza di 30 giorni, così come notevoli sono i miglioramenti registrati in ambito di invalidità/inabilità -con l'84,8% delle domande liquidate entro il tempo soglia di 120 giorni (+1,6%) e il 57,1% in soli 60 giorni (+3,1%) – e nettamente positivi i tempi di liquidazione delle domande di malattia e delle prestazioni a sostegno del reddito in generale.

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