Un incontro per parlare di Haiti un anno dopo il terremoto

Domani, mercoledì 1 dicembre, dalle ore 16 presso l’aula 015/D6 del Polo delle Scienze Sociali di Novoli, dell'Università degli Studi di Firenze la conferenza dal titolo “Haiti: quando i riflettori si spengono”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 novembre 2010 19:59
Un incontro per parlare di Haiti un anno dopo il terremoto

Gli attivisti fiorentini Oxfam, in collaborazione con Aucs (Associazione Universitaria Cooperazione allo Sviluppo), organizzano domani mercoledì, 1 dicembre, dalle ore 16.00 alle ore 18.00 presso l’aula 015/D6 del Polo delle Scienze Sociali di Novoli, dell'Università degli Studi di Firenze la conferenza: dal titolo “Haiti: quando i riflettori si spengono”. Povertà estrema e colera minacciano la vita di migliaia di persone. Interverranno il professor G. Donzelli – Docente di “Accesso alla Salute in Situazioni di Povertà e Conflitto” all’Università di Firenze e Lorenzo Ridi – Responsabile Desk Officer Haiti, Repubblica Dominicana Oxfam Italia.

Un incontro che trae spunto dall’angosciante urlo “dimenticateci”, emerso dalla trasmissione “C’era una volta” andata in onda su Rai 3, lo scorso 23 Settembre. La situazione ad Haiti A quasi un anno dal terribile terremoto che ha provocato centinaia di migliaia di vittime, abbattendosi su il paese più povero ed arretrato dell’area caraibica, oltre un milione e mezzo di haitiani continua a vivere nelle tende. Intanto avanza la stagione delle piogge e si annuncia quella degli uragani.

Gli aiuti umanitari non bastano mai, l’attività delle ong è essenziale ma l’intervento economico dei paesi donatori è stato inferiore a quanto promesso. Nel frattempo una nuova piaga, il colera, funesta la popolazione. La risposta degli attivisti di Oxfam, anche con questo incontro, mira quindi a rispondere allo scoraggiamento della popolazione haitiana, per non far spengere i riflettori sull'attuale, gravissima situazione. Il lavoro di Oxfam ad Haiti: l'emergenza colera Ad Haiti Oxfam opera ad oggi con 700 persone.

Dopo le violente dimostrazioni contro le truppe delle Nazioni Unite, che avevano costretto Oxfam a interrompere il programma a Cap Haitien, le operazioni di aiuto sono finalmente riprese. “Stiamo lavorando il più velocemente possibile per fermare l’epidemia di colera - spiega Julie Schindall, portavoce di Oxfam ad Haiti - Abbiamo ora molte risorse nel paese e, per fortuna, si tratta di una malattia che si può agevolmente prevenire e curare”. Oxfam sta assistendo in questo momento quasi 700mila persone, fornendo loro beni vitali come acqua pulita, servizi di igienizzazione e formazione sulle norme igieniche in tre differenti parti del paese.

Potendo contare su uno staff di persone che lavora senza sosta per fermare l’epidemia di colera a Port-au-Prince, nella regione centrale dell’Artibonite e nel nord di Cap Haitien. Nei campi in cui lavora Oxfam a Port-au-Prince, assistendo 315mila persone, ad esempio, non c’è stato alcun caso di colera. L’epidemia, tuttavia, è ancora grave e tutti gli attori sul campo devono lavorare insieme con tutte le loro energie per fermarli. All’indomani del disastro, Oxfam è infatti intervenuta in prima linea portando acqua potabile e assistenza a feriti e senzatetto.

Adesso, stiamo pensando al loro futuro. Un lavoro di prima emergenza, resosi possibile anche grazie alla solidarietà di tanti cittadini della Provincia di Firenze e di tutta la Toscana, tramite la raccolta fondi attivata all'indomani dello scoppio dell'emergenza, in collaborazione con Regione Toscana e diversi enti locali del territorio. “Nei soli mesi di maggio e giugno ad esempio, grazie all’aiuto di tanti cittadini della provincia di Firenze e della Regione Toscana, siamo stati in grado di fornire prima assistenza a quasi 4000 persone - racconta Rafael Taveras, uno dei nostri cooperanti al lavoro presso l’ospedale da campo di Leogane - più di 800 sono state curate nell’avamposto di emergenza.

Grazie alla collaborazione di altre associazioni, ad esempio “Pompieri senza frontiere”, siamo potuti arrivare anche fuori dal campo, dove era difficile accedere per raggiungere quei malati impossibilitati a recarsi presso la struttura. Abbiamo inoltre trattato circa 150 bambini, focalizzandoci sulla loro vita affettiva ed emozionale e concentrandoci specificatamente nell’affrontare le conseguenze dei traumi psicologici riportati dopo il terremoto”. Oxfam ha infatti da subito sostenuto l’ospedale da campo di Leogane a ovest di Port au Prince, che fornisce cure mediche alla popolazione di questa città, una delle più colpite dal sisma, il 70% delle case di Leogane è stato distrutto.

All’ospedale da campo allestito dalla Piattaforma Dominicana per gli aiuti ad Haiti si lavora incessantemente, fornendo cure mediche e odontoiatriche e assistenza psicologica ai bambini degli orfanotrofi della zona. Oxfam che in parallelo sta oggi promuovendo la coltivazione e la commercializzazione del caffè per riattivare la produzione agricola e cominciare la ricostruzione economica del paese. La foto è tratta dall'album su Flickr di El_Enigma.

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