Cresce la protesta: bloccata la riforma dell'università

Manifestazioni ieri: arriva la Santanchè e scoppia il finimondo. Scuola: occupazioni degli studenti medi in sacco a pelo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 novembre 2010 14:13
Cresce la protesta: bloccata la riforma dell'università

Calci, uova e slogan contro gli agenti nella protesta del mondo universitario contro la riforma degli atenei, che ieri ha avuto anche momenti di tensione a Firenze, al grido: «VIA, via, fascisti e polizia. Celerini assassini». E' di due agenti di polizia e tre studenti feriti il bilancio degli scontri. "Credo sia arrrivato il tempo e il momento di rivolgere un appello alla Città di Firenze, città simbolo del dialogo e della democrazia ma anche dell'impegno collettivo e civile di fronte alle catastrofi -afferma Alberto Di Cintio, rappresentante dei ricercatori in CdA dell'Università di Firenze- Perchè siamo di fronte ad una carastrofe che si sta per abbattere sulla nostra Università: anche l'Ateneo di Firenze sarà vittima del DdL Gelmini e dei suoi nefasti provvedimenti e quindi sarà travolto e distrutto dalla furia cieca di questa iniqua legge.

E allora la Città sappia ancora una volta reagire come quando salvò il Pignone, come quandò reagì all'alluvione! Reagisca e si mobiliti tutta anche in considerazione dei gravissimi fatti accaduti al Polo di Novoli e mi riferisco in particolare alle manganellate della polizia agli studenti, fotografia di uno stato di tensione inacettabile e di una incapacità di saper governare e tutelare il diritto sacrosanto di parola ma anche diritto alla critica e al dissenso. Stato di tensione che mi porta a chiedere al Rettore Tesi la sospensione ed il rinvio dell'inaugurazione dell'Anno Accademico prevista per il 3 dicembre, visto il clima che si è creato da parte dell'ottusa incapacità di questo governo nel sapere dialogare con tutti e sopratutto attivare progetti e riforme condivise e partecipate da tutti". "Ieri è stata scritta una pagina nera nella storia dell'università di Firenze -commentano dal Coordinamento Precari Universitari della ricerca e della didattica- e chi ha avallato questo presunto dibattito, organizzato in maniera pretestuosa in un momento di forte tensione e di mobilitazione per l'università tutta, si è assunto una grave responsabilità politica.

Sono particolarmente gravi le affermazioni del Rettore Tesi, perché la propaganda di posizioni razziste e fasciste – condannata fermamente dalla costituzione – non può in nessun modo essere santificata dal diritto di espressione. Diritto che, per essere veramente tale, deve poter essere esercitato pubblicamente, mentre ieri questo diritto è stato negato agli studenti, manganelli alla mano, solo per favorire sproloqui propagandistici. Riteniamo, infine, inaccettabile l'atteggiamento dei docenti che si sono prestati a questa ignobile pantomima, accettando, per opportunismo o per una forma equivoca di par condicio, la militarizzazione dell'università e di rispondere all'espressione dello sdegno e del dissenso di molti studenti con la violenza cui questa maggioranza ha fatto più e più volte ricorso.

Ancor più grave che ciò accada in uno spazio pubblico per definizione, uno spazio in cui trova voce la manifesta intolleranza delle Santanchè e dei De Corato e non quella degli studenti che vivono quotidianamente quello stesso spazio, arricchendolo grazie alle loro mille idee ed iniziative". «La Regione Toscana ha chiesto all’Azienda Regionale del Diritto allo Studio Universitario di chiudere i bilanci in pareggio -interviene Gian Luca Lazzeri (consigliere regionale Lega Nord Toscana)- Quest’anno i tagli saranno di 7,5 milioni di euro.

Entro il 30 novembre dovrebbe essere approvato il bilancio preventivo e bandite le borse di studio, entro il 31 dicembre il termine ultimo per incamerare dallo Stato un contributo di 3,5 milioni di euro da destinare alla ristrutturazione degli immobili gestiti dall’Azienda. Peccato che ancora non ci sia il consiglio d’amministrazione. A tutt’oggi, infatti, non è stato emanato il decreto di nomina da parte della Giunta Regionale Toscana del Presidente e dei membri del consiglio d’amministrazione e, pertanto, nessuno potrà adempiere a tutte queste scadenze.

L’assessore regionale all’Istruzione, Stella Targetti, lancia messaggi di condivisione sulle lotte degli studenti, ma poi, in effetti, rischia di far perdere questo finanziamento straordinario e rischia di far ritardare i bandi per le borse di studio e tutte le altre provvidenze che l’Università eroga a favore degli studenti meritevoli e privi di mezzi. La Regione Toscana chiede, giustamente, all’Azienda Regionale un pareggio in bilancio e comunica che la stessa azienda avrà minori introiti rispetto all’anno scorso di circa 7 milioni e mezzo di euro.

Le scelte su dove intervenire per raggiungere questo risultato economico spettano al consiglio d’amministrazione. Il Consiglio Regionale ha espresso tutti i pareri che doveva, ma il decreto di nomina non arriva. Ci chiediamo perché e questo è oggetto di una specifica interrogazione urgente che ho già protocollato. Dobbiamo mettere mano al DSU. I finanziamenti della Regione Toscana per le borse di studio devono andare agli studenti toscani per prima cosa. Oggi, circa il 30% sono per studenti stranieri, per i quali non è possibile fare alcun tipo di accertamento sul reale stato di bisogno.

Una buona parte di questi perdono, poi, la borsa di studio al momento in cui non riescono a superare gli esami del corso e, quind,i per il primo anno questi finanziamenti risultano buttati via. Dalle statistiche si legge che il 30% di coloro che hanno chiesto la borsa di studio non riescono a laurearsi e, quindi, su circa 30 milioni di euro di importo finanziato, circa 10 risultano corrisposti a studenti che, poi, non risultano meritevoli dal punto di vista qualitativo. Il consiglio d’amministrazione deve affrontare queste tematiche, ma ancora non c’è.

Gli studenti veramente bisognosi e meritevoli aspettano di sapere i nuovi termini per la borsa di studio, ma per ora si devono accontentare di sapere che l’assessore Targetti condivide le lotte di coloro che ieri hanno imposto l’accesso gratuito alla mensa con un costo di circa 50.000 euro. Infatti, le mense universitarie costano circa 50.000 euro al giorno, erogano pasti che costano agli studenti € 2,50 e che costano ai contribuenti della Toscana oltre 6 euro. È giusto il diritto allo studio per tutti, è giusto aiutare chi ha bisogno e chi se lo merita, ma oggi i regolamenti chiedono solo il superamento degli esami senza imporre nessun vincolo di vero merito come una valutazione minima; questo, come tante altre, cose deve essere cambiato perché vi sia una solidarietà vera e non uno spreco o furto di denaro pubblico». “Non solo sui tetti, ma nel sacco a pelo...bella opportunità mi ha regalato la Gelmini! Stanotte l'ho passata con il Preside e gli studenti nel liceo artistico di Arezzo in autogestione.

Abbiamo discusso di scuola, tagli, “riforma Gelmini” e di università italiane che diminuiscono il loro prestigio”. Così il consigliere regionale Enzo Brogi (Pd) racconta la nottata “da studente” passata al Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo, che è in autogestione organizzata con il preside dell’istituto Enrico Tagliaferri. Il consigliere del Pd ha raccolto l’invito degli studenti e ha partecipato a due assemblee, una serale e una mattutina, restando a dormire in sacco a pelo al Liceo aretino, rigorosamente fuori dall’istituto, in tenda, visto che si tratta di autogestione e non di occupazione.

“E’ stata un’esperienza importante – racconta Brogi – credo che dovremmo ascoltare di più le richieste di questi ragazzi, in molti sottolineavano come nessuna università italiana sia tra le prime 200 al mondo e come ormai sia dato per scontato che tanti studenti, spesso i più bravi, lascino l'Italia per cercare scuole più qualificate all’estero. Si rendono conto di come i tagli del Governo andranno a penalizzare proprio quelle Regioni che negli anni hanno fatto di più, come la Toscana.

Ho condiviso con loro le sofferenze per i tagli che subiranno i servizi di cui oggi godono i cittadini toscani”. “Mi ha colpito – aggiunge Brogi – che gli oltre mille studenti abbiano scelto lo slogan “Vogliamo studiare” da appendere fuori dall’istituto. Credo che sia chiaro il messaggio, con questi tagli si ha paura del futuro, si è preoccupati per la scuola e per le proprie possibilità di formazione. Si taglieranno anche le risorse ai laboratori per l’arte degli orafi, si taglierà la speranza di possibili e reali inserimenti nel mondo del lavoro.

Tra i tanti disastri la Gelmini a me ha regalato una bella opportunità – conclude Brogi - ascoltare e confrontarmi con i giovani studenti che mi fanno pensare che ci sia, fortunatamente, ancora in agguato una bella gioventù su cui puntare per il futuro”. I Sindaci che fanno parte dell’Unione dei Comuni Valdarno Valdisieve, riunitisi questa mattina in occasione della Giunta dell’ente, hanno voluto inviare un messaggio preciso agli studenti universitari, esprimendo il loro sostegno incondizionato alla lotta, che hanno intrapreso in questi giorni, contro il decreto Gelmini.

“Il diritto allo studio deve essere tutelato – afferma Aleandro Murras Presidente dell’Unione Comuni Valdarno Valdisieve a nome di tutti gli altri Sindaci – e gli studenti Universitari non stanno facendo altro che difenderlo con tutti i mezzi. Noi non possiamo altro che dare il nostro sostegno a questi giovani che stanno lottando anche per le generazioni future e adoperarsi, affinché la controriforma Gelmini sia definitivamente bloccata”.

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