Primo giorno di scuola: chiuso per assemblea

Due giorni a Prato dedicati ad istruzione e intercultura. L’istruzione carceraria in estinzione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 settembre 2010 21:34
Primo giorno di scuola: chiuso per assemblea

Il 15 settembre, data fissata per l’inizio dell’anno scolastico, sarà un giorno di fermento. Tutti gli alunni delle scuole medie (per cui la campanella è già suonata per la prima volta lunedì 13 settembre) rimarranno a casa. Lezioni sospese anche per alcune classi della scuola elementare. Le insegnati parteciperanno all’assemblea indetta dai sindacati presso il Saschall di Firenze. È un’assemblea "per la scuola", e non contro, quella che lascerà chiusi i portoni allo squillo della prima campanella in molte scuole della Toscana.

A Campi Bisenzio la quasi totalità dei docenti e del personale ATA della Direzione didattica (1700 alunni) ha deciso di partecipare all’assemblea indetta nella mattina del 15 settembre da Cgil, Cisl e Gilda. Un volantinaggio negli istituti superiori, un indirizzo mail ed un numero di telefono per raccogliere le segnalazioni di studenti e famiglie circa inequivocabili prese di posizione politiche contro la riforma Gelmini dei professori durante l’orario di lezione. Sono le iniziative assunte dalla Giovane Italia di Firenze in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, ‘battezzato’ con l’assemblea indetta proprio in coincidenza con il primo giorno di scuola.

“Di fronte alle menzogne e alle strumentalizzazioni della sinistra e di alcuni sindacati il Popolo della Libertà e la Giovane Italia – ha annunciato Tommaso Villa, consigliere regionale del PdL - rispondono con una campagna di di ascolto e di informazione sulla riforma della scuola media superiore. Da domani mattina i giovani del PdL distribuiranno dei volantini esplicativi delle principali novità fortemente volute dal Ministro Gelmini. I volantinaggi partiranno dalle scuole del capoluogo per poi estendersi dalla prossima settimana agli istituti della provincia.

Inoltre - ha aggiunto il consigliere del PdL Villa - sono attivi un indirizzo di posta elettronica (difendilariforma@gmail.com) ed un numero di cellulare (338/4078810), dove richiedere chiarimenti sulla riforma e poter segnalare eventuali – tramite mail o sms – prese di posizione politiche da parte di docenti. Una sorta di call center, destinato a studenti e famiglie, creato per raccogliere segnalazioni che saranno soggette a verifica, a tutela e degli studenti e dell’intera classe docente”, ha precisato Villa.

“La nostra non sembri una provocazione. La sinistra ed alcuni sindacati hanno respinto l’appello dell’associazione dei presidi, hanno rifiutato la nostra proposta di spostare al pomeriggio di domani l’assemblea sindacale, hanno lasciato inascoltato il richiamo di alcune istituzioni. Il tutto per mere ragioni strumentali. Ebbene – ha concluso il consigliere regionale del Pdl – ad azioni politiche si risponde con azioni politiche: dalla campagna di informazione, alla creazione della casella di posta elettronica al numero di telefono”. “A causa dei tagli decisi dal Governo, quest’anno al carcere di Sollicciano ci saranno cinque classi in meno per le superiori.

Sarà attivata soltanto una 5^, tra l’altro a metà tra tecnico e professionale. Ciò significa che il prossimo anno, a conclusione del ciclo, l’istruzione superiore sparirà del tutto da Sollicciano. Così verrà cancellata una scuola vera, riconosciuta anche dall’ordinamento scolastico. E’ un fatto incredibile e gravissimo che non accettiamo: l’istruzione carceraria si è sempre fatta, fin dai tempi dello Statuto albertino”. Con queste parole Giovanni Di Fede, Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Firenze, è intervenuto nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina all’interno del carcere circondariale fiorentino, alla presenza del Direttore della struttura carceraria Oreste Cacurri e del responsabile dell’area pedagogica Gianfranco Politi.

All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche l’Onorevole Rosa De Pasquale (Commissione Cultura della Camera dei Deputati) e il Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze, Franco Corleone. “Per la prima volta – ha aggiunto l’Assessore provinciale – A Sollicciano viene negata una opportunità di reinserimento sociale prevista dall’articolo 27 della Costituzione: come si può tendere alla rieducazione del condannato se non è più possibile fare educazione nelle carceri?” Secondo quanto indicato dall’assessore Di Fede saranno circa un centinaio i detenuti di Sollicciano - di cui 25 nuovi iscritti alla prima classe - che non potranno più usufruire dell’educazione scolastica.

Continua invece l’impegno della Provincia di Firenze per permettere a 28 detenuti di frequentare i corsi professionali. “Inoltre – conferma Di Fede - abbiamo ricevuto anche richieste di materiali e di strumenti didattici da parte del direttore del carcere di Sollicciano, a cui sicuramente faremo fronte”. Per il Direttore del carcere di Sollicciano, Oreste Cacurri “La cancellazione di 6 classi delle Superiori diventa anche una questione di sicurezza all’interno di un carcere che ha tutti i problemi legati all’eccessivo affollamento della struttura.

A oggi ospitiamo 1013 detenuti, più del doppio di quanto previsto. La scuola, oltre a garantire la possibilità di istruzione, era anche un modo per allentare le inevitabili tensioni interne alla popolazione carceraria. Se si toglie anche questa possibilità, la situazione si fa davvero difficile”. Due giornate (ieri e oggi) all'auditorium del Gramsci-Keynes di Prato per approfondire il complesso rapporto tra scuola e diversità culturale, ma anche per verificare i risultati del protocollo rinnovato alla fine del 2009 per l’accoglienza degli alunni stranieri e per lo sviluppo interculturale del territorio pratese.

L'intesa, firmata per la prima volta nel 2007, ha permesso la collaborazione di Regione, Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale, Provincia di Prato, i 7 Comuni della provincia pratese e gli istituti scolastici di primo e secondo grado della provincia stessa. Un'esperienza che ha permesso alla seconda provincia italiana per numero di studenti stranieri, di creare un vero e proprio modello per promuovere l'inclusione e l'integrazione sociale degli studenti-cittadini. Alla seconda giornata ha partecipato anche l'assessore al welfare Salvatore Allocca che ha tirato le somme a conclusione della sessione pomeridiana.

“La scuola – ha detto - può e deve rappresentare l'elemento di fondo, lo strumento per eccellenza per cogliere tutti gli elementi positivi del processo di integrazione di queste persone all'interno di una comunità. Prato sotto questo profilo ha dimostrato che, soprattutto tra i banchi, il processo di integrazione ed accoglienza può diventare reale. Ed i tre anni di attuazione del protocollo hanno fornito risultati molto promettenti in questa direzione. É inutile girare intorno al discorso – ha concluso Allocca - ormai il processo multiculturale è irreversibile e come comunità accogliente dobbiamo essere in grado sicuramente di non trascurare gli elementi di criticità, ma anche e soprattutto di cogliere quelli di positività che da questo scaturiscono”.

L'obiettivo principale del prog etto è garantire pari opportunità nell’accesso all’istruzione e nella prosecuzione degli studi agli alunni migranti promuovendo la loro inclusione sociale e favorendo il confronto tra le culture. Tante le azioni che sono state sviluppate: laboratori interculturali e di cittadinanza, laboratori per l'insegnamento della lingua italiana, servizi di formazione e di consulenza per i docenti e il personale ATA, tramite mediatori culturali e facilitatori linguistici, servizi di sostegno alle genitorialità, ed altro ancora.

Le scuole coinvolte a partire dal 2007 sono state 57 e soltanto nel 2009 circa 3300 studenti hanno preso parte ai laboratori e 90 insegnanti hanno frequentato i corsi di formazione. La Regione ha messo a disposizione 1 milione di euro (250 mila euro l'anno).

Notizie correlate
In evidenza