Alle Murate un documentario sull'Iran

In un Paese dove ogni libertà è limitata e dove ovunque si annida l’occhio cupo della censura di regime, anche le forme plastiche di un manichino femminile possono disturbare la ‘morale’ corrente. E per questo venire snaturate.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 agosto 2010 17:12
Alle Murate un documentario sull'Iran

In un Paese dove ogni libertà è limitata e dove ovunque si annida l’occhio cupo della censura di regime, anche le forme plastiche di un manichino femminile possono disturbare la ‘morale’ corrente. E per questo venire snaturate. E’ quanto racconta, anche attraverso immagini forti e simboliche, la giovane regista iraniana Firouzeh Khosrovani nel documentario "Rough Cut" ("Tagli brutali"), opera pluripremiata nei festival internazionali, che verrà presentato lunedì prossimo alle 19 alle Murate nell’ambito della rassegna ‘Aperto alle Murate’.

Sarà presente la stessa regista. Il documentario spiega la trasformazione dei manichini femminili nelle vetrine dei negozi d'abbigliamento di Teheran come metafora del corpo velato e mutilato, ridefinito secondo i dettami della legge. I manichini vengono anche mutilati e trasformati in inquietanti riproduzioni di figure femminili in modo tale da minimizzare gli attributi del corpo, quasi come un monito per le donne e la società iraniana, come strumento assurdo per mantenere l’ordine sociale.

Tra le immagini più disturbanti, una sega che con un insopportabile suono stridulo taglia via i seni dai manichini a ricordare la materialità brutale di questo insensato editto. La narrazione è accompagnata anche da vecchi filmati d’archivio, in cui si raccontano i mutamenti di costume che hanno fatto delle donne iraniane i manichini del potere maschile. A completare il documentario una serie di interviste ai proprietari dei negozi vessati dalle disposizioni. Firouzeh Koshrovani è nata a Teheran ma ha studiato in Italia, all’Accademia di belle arti di Brera, dove si laurea nel 2002.

Tornata in Iran, nel 2004 ottiene un master in giornalismo all’università di Teheran. Ha collaborato con la Croce Rossa Italiana a Bam, la città terremotata, per quale ha realizzato un documentario sul progetto “Centro d’Assistenza Psico-sociale, Life Train” (2004), trasmesso dalla TV italiana e iraniana. Nel 2007 ha realizzato "Rough Cut", e attualmente sta completando il suo ultimo film documentario. Come giornalista collabora per diverse testate italiane e spagnole come Il Manifesto, Limes, Culturas, D della Repubblica, sul quale ha pubblicato il reportage sullo stesso tema dell’ultimo documentario, intitolato “Corpi del Reato”.

(edl)

Notizie correlate
In evidenza