Abolizione Palio di Siena: non si placano le polemiche

A scatenare la discussione una dichiarazione del ministro del Turismo Brambilla (poi 'precisata' in serata). Ma Siena - e non solo, c'è anche il Pdl - si mobilita in difesa di una tradizione conosciuta in tutto il mondo. La Lav sta col ministro.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2010 21:25
Abolizione Palio di Siena: non si placano le polemiche

La polemica è stata scatenata da una dichiarazione che il ministro del Turismo Michela Brambilla avrebbe rilasciato in conferenza stampa a Palazzo Chigi: stop al Palio di Siena. Dichiarazione poi 'precisata' in serata: "Non ho proposto l'abolizione di alcuna manifestazione, né tanto meno del Palio di Siena, tradizione molto celebrata e sulla quale non ho espresso alcun giudizio. Ho annunciato un'analisi approfondita del panorama delle feste popolari che hanno luogo nel nostro paese e che coinvolgono gli animali per valutare se esse siano tutte portatrici di positivi benefici alla nostra immagine all'estero o se per alcune di esse prevalgano gli effetti negativi legati allo sfruttamento degli animali". Ma ormai la ridda di commenti e opioni alle presunte parole del ministro aveva già preso il via e, anche oggi, non sembra volersi placare. “Il Palio è un evento unico che appartiene ai senesi, ma è patrimonio culturale di tutti gli italiani e punto di riferimento dell’identità italiana nel mondo”.

Così Franco Ceccuzzi, parlamentare del Pd, interviene sulla festa senese che viene celebrata a luglio (Palio di Provenzo) e ad agosto (Palio dell'Assunta). “Il Palio di Siena – continua Ceccuzzi – merita da parte del Governo e dei suoi rappresentanti più rispetto e più attenzione sia per la sua unicità sia per il valore storico e culturale che riveste a livello nazionale. Recenti studi hanno dimostrato che il Palio, insieme alla Mostra del Cinema di Venezia, è uno dei primi eventi a rappresentare la cultura italiana nel mondo, attraendo ogni anno milioni di persone affascinate dalla sua unicità.

Il Palio di Siena è infatti l’unica manifestazione al mondo che è rimasta inalterata nei secoli, pur riuscendo ad adeguarsi ai mutamenti culturali e di sensibilità, in particolare per quel che riguarda la tutela dei cavalli, da sempre protagonisti assoluti della corsa. Ogni anno, dal 1659, si corre con la stessa ritualità e scadenza, sotto l’egida dello stesso organizzatore: il Comune di Siena. L’unicità del Palio è data inoltre dalla presenza delle diciassette Contrade, cuori pulsanti della manifestazione e la cui natura giuridica e storica è stata più volte riconosciuta dalle sentenze della Suprema Corte”.

“A settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari – conclude il parlamentare del Pd - depositerò una proposta di legge, già ben definita, per chiedere che il Palio di Siena sia tutelato come patrimonio culturale della nazione. Un percorso coerente con quello della candidatura della Festa ad essere riconosciuta, dall'Unesco, come patrimonio immateriale dell'umanità. Questo può e deve essere un terreno di convergenza tra tutte le forze politiche, non solo nell’interesse della città di Siena ma di tutto il Paese”. E “il Partito democratico esprime la propria vicinanza e il proprio sostegno al sindaco di Siena, Maurizio Cenni che in queste ore, di fronte a un attacco apertamente politico e senza precedenti da parte di un Ministro del governo, è impegnato nella tutela e nella difesa della città e della nostra antica Festa”.

Inizia così la nota diffusa oggi, venerdì 6 agosto dall’Unione comunale del Pd di Siena che esprime il proprio appoggio incondizionato al sindaco Cenni. “Come in passato – afferma il Pd – il nostro partito non vuole entrare nelle questioni relative al Palio, convinti che il sindaco, insieme al Magistrato delle Contrade, sapranno stringersi intorno alla Festa, scegliendo di intraprendere tutte le azioni che riterranno più opportune, a nome di tutta la città. Ogni strumentalizzazione politica e ogni tentativo di ritagliarsi visibilità sulle spalle del Palio e della città di Siena sono assolutamente da condannare e respingere”. E nella polemicha interviene anche la Lav La Lav, la Lega Anti Vivisezione, fa sapere in una nota che da sempre è contraria a queste manifestazioni, "lesive per gli animali, offensive della loro dignità e diseducative per il pubblico" e "interviene sistematicamente presso le autorità competenti, in particolare sindaci, servizi veterinari ed assessorati regionali alla sanità affinché assumano iniziative che rendano obbligatorie le misure preventive di volta in volta suggerite". "Non è un mistero - continua la nota dell'associazione animalista - che la storia del Palio di Siena sia caratterizzata da molti, troppi, gravi incidenti: due cavalli feriti nella corsa del luglio 2009, almeno 48 cavalli morti a causa di questa corsa negli ultimi decenni.

Ma anche molti altri palii hanno ferito o mandato a morte i cavalli in corse senza alcuna reale necessità: ad Asti tra il 2000 e il 2003 hanno perso la vita 10 cavalli e anche nell’edizione 2009 una cavalla ferita è stata poi abbattuta. Altri cavalli feriti al Palio dei Berberi (Enna) del 2009, uno deceduto quest’anno al Palio di Savigno (Bologna). E poi altri cavalli morti e/o feriti nei Palii di Ferrara, Buti (Pisa), Belpasso (Catania), Feltre (Belluno), Acate (Ragusa), Fucecchio (Firenze), solo per citare altri esempi degli ultimi anni".

"Far correre animali su circuiti con caratteristiche di pericolosità per l’incolumità degli animali, o comunque con caratteristiche inconciliabili con il loro benessere fisco ed etologico, sottoponendoli così a forti stress, riteniamo sia grave quanto abbandonare o maltrattare un animale. Dopo l’Ordinanza del Ministero della Salute sui palii con equidi emanata nel 2009, con cui, grazie al sottosegretario alla Salute Francesca Martini, si fa un passo concreto in avanti su queste corse, è ormai necessaria una prossima organica legge sulla materia, reclamata da anni e divenuta indispensabile" aggiunge la Lav. In Italia, fanno poi sapere dall'associazione animalista, "non mancano esempi positivi di palii senza animali, ad esempio quello seguitissimo di Lodi con cavalli meccanici o quello di Porto Santo Stefano (Grosseto), nei quali i rioni si sfidano senza crudeltà sugli animali, a dimostrazione che le tradizioni locali e gli interessi economici possono essere coltivati favorendo la cultura della tutela degli animali.

In alcune località la modifica degli aspetti cruenti di "tradizioni" apparentemente immutabili è stata implementata: a Roccavivara non si prende più a mazzate un gallo semi-sotterrato, a Calvello non si sgozzano più polli, conigli, capretti appesi ad una corda, a Pontenure non si fa più volare l'asino dal campanile, a San Benedetto del Tronto è stata abbandonata la corsa delle galline, a Campogalliano (Modena) siamo riusciti ad interrompere la "tradizione" di far gareggiare nonni, genitori e figli, nella gara del "tiro dell'oca" morta; a Valguarnera e a Borgomanero abbiamo ottenuto di sostituire con dolciumi i coniglietti e piccioni rinchiusi dentro pignatte frantumate a bastonate da bambini bendati".

Ma critiche arrivano anche dal Pdl "Prima di parlare improvvidamente azzardando paragoni che non stanno né in cielo né in terra, il ministro del turismo farebbe bene a informarsi". Arriva secca la replica con cui il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Roberto Benedetti (Pdl) e il consigliere regionale del Pdl Claudio Marignani (vicepresidente della Commissione regionale Agricoltura e senese doc) si oppongono alle dichiarazioni con cui il ministro Michela Vittoria Brambilla puntava all’abolizione del Palio di Siena reo, a suo dire, di mettere in pericolo la salute e la stessa vita dei cavalli. "Si vede che non conosce Siena", dicono Marignani e Benedetti, che tra l’altro è funzionario Unire.

"I cavalli – spiegano i due esponenti del Pdl – a Siena sono trattati quasi meglio dei fantini. Sono sacri. E’ lo stesso regolamento del Palio che lo garantisce, laddove prevede che il cavallo possa vincere anche tagliando il traguardo senza il fantino, ovvero, come si dice ‘scosso’. Ciò determina un’attenzione per la sua salute e una dedizione al suo benessere integrale ed assoluta. Altro che mettere in pericolo questi preziosi animali". Proprio per questo, osservano ancora Benedetti e Marignani, il paragone tra il Palio di Siena e la Corrida non regge davvero: "Alla Corrida i tori muoiono.

Qui, invece, i cavalli si amano e si rispettano. Auspichiamo che il ministro vorrà rendersene conto da sola venendo a vedere di persona il prossimo Palio dell’Assunta. Anche perché ci si aspetterebbe che il Ministro del turismo valorizzasse e tutelasse manifestazioni storiche tanto importanti, non che le affossasse".

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