''Nel Piano Strutturale per Firenze non è presente la parola artigianato''

Scatizzi (Confartigianato Imprese Firenze): "Paradossale per una città come Firenze, con una tradizione ed un presente fortemente artigiani, 11.306 imprese, pari al 36% del totale provinciale". Stazione AV a Castello. Collegamento Peretola-Pisa.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 agosto 2010 15:53
''Nel Piano Strutturale per Firenze non è presente la parola artigianato''

Confartigianato ha consegnato al Comune di Firenze un documento di sintesi con osservazioni sulla valutazione integrata intermedia del Piano strutturale e suggerimenti per la sua redazione definitiva. L’associazione condivide in linea generale i concetti di “volume zero” e di miglioramento della qualità della vita puntando sul verde pubblico, ma per attività produttive ed infrastrutture chiede e propone soluzioni diverse. “Per prima cosa – spiega Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato Imprese Firenze – spiace e rattrista constatare una grande assenza: quella dell’artigianato.

La parola stessa non ricorre neppure una volta nell’intero documento: paradossale per una città come Firenze, con una tradizione ed un presente fortemente artigiani (11.306 imprese, pari al 36% del totale provinciale). Invitiamo perciò l’amministrazione a tener conto di questo settore economicamente cruciale per la città, anche dal punto di vista delle politiche di programmazione strutturale”. Tra le proposte a supporto diretto del comparto: la creazione, in aree individuate dall’amministrazione, di scuole dei mestieri artigianali che possano opporsi alla crisi generazionale che negli ultimi decenni ha investito il settore; la trasformazione in insediamenti produttivi artigianali (ad affitto equo) di edifici dismessi; la conversione di alcune delle proprietà comunali del centro in spazi espositivi permanenti dell’artigianato di qualità; la valorizzazione dell’Oltrarno con eventi, accessibilità e promozione turistica. “E’ necessario porre fine alla costruzione di nuovi centri commerciali, siano essi medi o grandi – prosegue Scatizzi – per procedere invece ad una riqualificazione del tessuto economico cittadino da effettuarsi attraverso una forte presenza di botteghe artigianali, attività produttive, esercizi commerciali e mercati rionali.

Un ‘ripopolamento’ di attività produttive che renderà la città più vitale, vivibile e sicura e consentirà anche di mantener fede ad uno dei principi che, pur guidando il piano, rimane spesso insoddisfatto nella progettazione: la possibilità di aver tutto ciò di cui si necessita a portata di mano, che denota attenzione tanto per il cittadino-utente, quanto per il turista”. Di aiuto anche una politica di perequazione edilizia per le attività imprenditoriali che può risultare uno strumento efficace tanto per l’amministrazione, quanto per i cittadini e le imprese. In ambito infrastrutturale, Confartigianato chiede lo sviluppo di Peretola, un sistema di mobilità integrata e la realizzazione della stazione Tav a Castello. Se Firenze, come da Piano, deve essere "cerniera dell’area metropolitana e porta della Toscana verso l’Europa", allora può esserlo solo attraverso lo sviluppo dell’aeroporto “Amerigo Vespucci” (da condursi in sintonia con il “Galileo Galilei” di Pisa, ed in conformità alle esigenze e richieste della cittadinanza residente nelle aree maggiormente interessate dal traffico aereo) che faciliti imprenditoria, turismo e movimentazione di piccole merci.

“Ciò significa considerare e gestire i due aeroporti, che hanno caratteristiche complementari, come un’entità unica, come ‘il centro aeroportuale della Toscana’ – aggiunge Scatizzi – Condizione imprescindibile della suddetta integrazione, la realizzazione di un collegamento ferroviario superveloce tra le due città, con effettuazione delle operazioni di check-in direttamente a bordo treno”. Imperativo anche il passaggio dell’alta velocità. La stazione, però, non potrà essere ubicata altro che a Castello, visto che, come sottolinea il Piano stesso, Firenze "possiede un tipo di mobilità che richiede sistemi intermodali".

L’area appare infatti quella più idonea per l’intermodalità, riuscendo a raccordare trasporto su ferro e su gomma ed assicurando, al contempo, anche un collegamento celere con il trasporto marittimo. Indispensabile, nell’intera operazione di riorganizzazione del trasporto ferroviario, è che le rotaie liberate con il sottoattraversamento siano lasciate a disposizione esclusiva dell’area metropolitana e non impiegate per il traffico merci. Infine, Confartigianato evidenzia la necessità di una nuova politica della sosta: grandi parcheggi scambiatori gratuiti, dotati di collegamenti e soprattutto tanti piccoli posteggi interrati, ad un livello e di pertinenza che agevolino traffico, vivibilità ed attività produttive.

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