Legge regionale sull'immigrazione, arriva l'ok della Consulta

La norma regionale del 2009 era stata impugnata dal Governo Berlusconi. Il presidente Enrico Rossi: "Toscana all'avanguardia nel pieno rispetto della Costituzione".

Redazione Nove da Firenze
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23 luglio 2010 16:23
Legge regionale sull'immigrazione, arriva l'ok della Consulta

"La Legge toscana sui diritti ai cittadini immigrati è una legge all'avanguardia e in perfetta linea con quanto prescritto dalla Costituzione della Repubblicana italiana. La Corte costituzionale ha infatti dichiarato inammissibile e non fondato il ricorso del Governo Berlusconi sulla Legge regionale che norma l’accoglienza, l’integrazione e la tutela dei cittadini stranieri in Toscana. E' una vittoria della ragione e della civiltà". Lo ha reso noto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, insieme all'assessore al welfare Salvatore Allocca, dopo che la sentenza è stata depositata presso la cancelleria della Consulta.

"Accogliamo con estrema soddisfazione la decisione della Corte - ha continuato Rossi insieme all'assessore – perché stabilisce una volta per tutte la legittimità costituzionale di una normativa basata su principi di eguaglianza e di pari opportunità che ha l'obiettivo dichiarato di rafforzare sul nostro territorio la coesione sociale e la solidarietà tra i cittadini, qualunque sia la loro provenienza". 2009: l'anno della Legge regionale e dell'impugnazione del Governo La legge regionale a tutela dei cittadini stranieri era stata approvata dal Consiglio regionale toscano il 9 giugno 2009.

Dopo poche settimane, a fine luglio dello stesso anno, era stata impugnata dal Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi per una presunta illegittimità costituzionale dell’articolo 2, commi 2 e 4, e dell’articolo 6, commi 11, 35, 43, 51 e 55. Il Governo sosteneva che la norma regionale contrastava la disciplina dei flussi migratori di competenza esclusiva del legislatore statale e con i principi costituzionali in tema di "diritto di asilo". Il Governo attaccava la Regione Toscana anche sull'offerta di "servizi socio-assistenziali urgenti ed indifferibili, necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali" e sull'istituzione di "una rete regionale di sportelli informativi" utile a semplificare i rapporti tra i cittadini stranieri e la pubblica amministrazione. La sentenza della Corte nel merito Con la decisione di oggi la Corte costituzionale, oltre a rigettare in toto le pretese del Governo Berlusconi, afferma che "la norma regionale in esame non determina alcuna lesione delle competenze legislative statali" e che "lo straniero è […] titolare di tutti i diritti fondamentali che la Costituzione riconosce spettanti alla persona" e in particolare, con riferimento al diritto fondamentale all’assistenza sanitaria, che esiste "un nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana, il quale impone di impedire la costituzione di situazioni prive di tutela, che possano appunto pregiudicare l’attuazione di quel diritto".

Quest’ultimo deve perciò essere riconosciuto "anche agli stranieri, qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l’ingresso ed il soggiorno nello Stato". Adesso la piena attuazione della legge Enrico Rossi ha infine commentato: "Questa sentenza chiude una lunga polemica, demagogica e strumentale, con quelle forze politiche che in Consiglio regionale hanno ostacolato in tutti i modi la scelta di civiltà compiuta dal Governo toscano con la consapevolezza di agire all'interno dei confini tracciati dalla Carta costituzionale".

Per l'assessore regionale al welfare Salvatore Allocca "I diritti dei migranti, a partire da quelli sociali e sanitari, sono fondamentali per il rispetto della dignità umana. Oggi non resta altro che rafforzare tutte le azioni volte a rendere pienamente operativa una legge che in tanti aspettano da troppo tempo". (di Cristiano Lucchi) Per prendere visione della Legge regionale n.29/2009 “Norme per l'accoglienza, l'integrazione partecipe e la tutela dei cittadini stranieri nella Regione Toscana”, in vigore dal 15 giugno 2009, clicca qui. Le reazioni “Non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una legge ingiusta e razzista verso i cittadini toscani”.

E' questo il commento del segretario nazionale della Lega Nord Toscana, Claudio Morganti, in merito alla decisione della Consulta che ha dichiarato inammissibile e non fondato il ricorso del Governo Berlusconi sulla legge regionale n.29 del 2009. “Nei prossimi giorni – annuncia Morganti – riunirò i vertici del partito per decidere le azioni da intraprendere. Questa legge è vergognosa e va contro tutti i cittadini toscani che in questa regione ci investono ogni giorno.

Non solo, ma se davvero questa legge scellerata venisse applicata si darebbero servizi anche agli immigrati irregolari, si riempirebbe la Toscana di moschee dato che all'articolo 53/c si prevede la professione del culto in luoghi adeguati e soprattutto si darebbe il diritto di voto a tutti i cittadini immigrati, nonostante l'articolo 48 della Costituzione italiana definisca che per far parte dell'elettorato attivo bisogna essere in possesso della cittadinanza italiana". "Saremmo curiosi di sapere cosa intenda la Regione Toscana per 'luoghi adeguati', forse moschee come quella di Colle di Val d'Elsa o la saletta del circolo Arci di Greve in Chianti? Tutto questo è inaccettabile – conclude il segretario nazionale del Carroccio toscano – e certamente non staremo a guardare che i nostri pensionati toscani, che le nostre famiglie in difficoltà, che chi è senza lavoro venga scavalcato.

La Giunta dovrebbe pensare prima ai cittadini toscani che investono e pagano regolarmente le tasse invece di legiferare a favore delle uniche persone che in futuro potrebbero dare il voto alla sinistra”. “Esamineremo con l’attenzione che merita la decisione della Corte Costituzionale. Rilevo che almeno per l’art. 2 comma 2, che ci appariva la questione centrale del ricorso, la Corte non è entrata nel merito ritenendo l’impugnativa del Governo inammissibile per questioni formali (mancata indicazione specifica delle espressioni oggetto di impugnativa).

Per tutti gli altri aspetti sollevati dal Governo la Corte ha riconosciuto alla legge toscana i criteri di legittimità". Così Alberto Magnolfi, presidente Gruppo Pdl in Consiglio regionale. "La nostra iniziativa - aggiunge - ha sempre tenuto conto di possibili profili di incostituzionalità, ma soprattutto è stata mossa da valutazioni politiche e di opportunità, che restano interamante valide indipendentemente dall’esito del ricorso del Governo, ispirato esclusivamente a motivazioni di ordine costituzionale, ben diverse da quelle di merito e di opportunità sollevate dalla nostra iniziativa politica.

Come è noto non abbiamo presentato le firme raccolte per il referendum abrogativo sia per gli alti costi dell’operazione non in linea con le sensibilità prevalenti in questo momento di forte crisi economica, sia per la volontà di non aggiungere ulteriori motivi di tensione nel corpo della società toscana, già toccata da forti difficoltà e preoccupazioni. Ricordiamo che sino ad oggi la legge toscana non è ancora di fatto operativa, per la mancanza delle norme di attuazione. Se Rossi manterrà le timide aperture, fermo restando la nostra contrarietà alla legge, non ci sottrarremo a collaborare per un possibile miglioramento delle norme, eliminando gli aspetti più preoccupanti e negativi del testo approvato.

Se così non sarà, il consenso che abbiamo già verificato attorno alla nostra posizione ci consiglierà di presentare una organica proposta di legge di iniziativa popolare per dare a tutta la materia una definizione normativa in sintonia con le aspettative della maggioranza dei toscani”.

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