Sull’uscio di cucina: Dalla Maremma con furore!

Ma perché non cimentarsi, in queste tiepide giornate estive, nella preparazione di un succulento piatto tradizionale come l’acquacotta?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 luglio 2010 14:50
Sull’uscio di cucina: Dalla Maremma con furore!

Ma perché non cimentarsi, in queste tiepide giornate estive, nella preparazione di un succulento piatto tradizionale come l’acquacotta? Per fare questo piatto come si deve, bisogna avere un olio d’oliva davvero buono e noi toscani siamo fortunati anche in questo: il nostro olio dà hai piatti quel quid in più, quel sapore che li rende indimenticabili. In una pentola capiente si soffriggono lentamente in abbondante olio due belle cipolle, senza che imbruniscano troppo. Devono quasi sciogliersi, quindi se lo ritenete necessario aggiungete acqua al fondo di cottura.

Cotte le cipolle si possono aggiungere dei pomodori maturi tagliati a pezzettini, l’aglio e gli odori. Salate. Fate insaporire a fuoco moderato, mescolando spesso, finché il fondo non si è asciugato. Versate su questo soffritto 1,5 litri di acqua bollente e fate cuocere per mezzora. Invece dell’acqua si può usare un buon brodo di pollo, in modo da insaporire ancora di più il piatto. Mentre la zuppa cuoce, preparate su una scodella, meglio sarebbe su una ciotola di coccio, due fette di pane abbrustolite strusciate con l’aglio e spolverate con del buon pecorino.

Le uova vanno aggiunte all'acquacotta quando si serve a tavola, mettendole direttamente nella pentola di cottura una ad una come per farle in camicia. Attenzione a non romperle. Appena l'albume si è rappreso, prendetelo delicatamente con un romaiolo e versatelo sul pane abbrustolito insieme ad una discreta quantità di zuppa. Vi sono infinite varianti di questa ricetta: con i funghi, con la bietola, con i carciofi, con i peperoni. Quella originale era quella che facevano i carbonai che lavoravano durante l'inverno in Maremma.

Poi c’è quella dei pastori e anche quella dei mandriani. Ogni pezzo di cibo, data la grande miseria in cui vivevano, guadagnato in cambio di un pezzo di carbone, finiva nel calderone che avevano sul fuoco. Di solito si trattava di aglio, pane vecchio, cipolle e se erano fortunati, pomodori, sedano, uova. L’importante, secondo me, è rispettare la semplicità di questa pietanza e non caricarla di troppi ingredienti fuori luogo. di Vanessa Bof Ingredienti per 4 persone:

4 uova 1 cipolla 1 carota 1 gambo di sedano 1 spicchio di aglio 200 g di pomodori rossi maturi o di pelati 8 fette di pane toscano raffermo 1,5 litri di acqua 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva 4 cucchiai di pecorino toscano (o altro pecorino dolce) grattugiato sale

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