Sondaggi: i fiorentini non cambierebbero Firenze

E domani Palazzo Vecchio ospiterà un Electronic Town Meeting, un processo decisionale condiviso dove le opinioni di tutti hanno uguale peso e tutti propongono e votano le risoluzioni finali. Possibilità di seguire l'evento con la diretta online.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2010 20:33
Sondaggi: i fiorentini non cambierebbero Firenze

Oltre l’80 per cento dei fiorentini non cambierebbe mai città, e se dovesse spostarsi in un altro quartiere sceglierebbe Campo di Marte e il centro storico; mentre il restante 18 per cento sarebbe anche disposto a traslocare fuori comune (soprattutto per ragioni economiche) ma resterebbe a gravitare su Firenze per lavoro, studio, shopping e tempo libero. Inoltre ci vorrebbero più aree verdi, una migliore mobilità e più abitazioni; ma non c'è alcun bisogno di nuove aree produttive e commerciali.

E’ quanto emerge dall’indagine telefonica effettuata dall'Ufficio comunale di Statistica nell’ambito delle attività conoscitive per il Piano Strutturale: nel mese di giugno è stato intervistato un campione di 1200 cittadini residenti, con l’obiettivo di fornire un’idea precisa di come e dove concentrare gli sforzi per innalzare la qualità urbana, e per contrastare il processo di spopolamento. Un’indagine che fra l’altro dimostra una ottima disponibilità dei cittadini a proseguire il dialogo con la pubblica amministrazione in vista della costruzione del Piano Strutturale: infatti 6 intervistati su 7 ritengono opportuna la promozione di forme di partecipazione, evidentemente considerata un’innovazione importante, visto che solo il 5% dichiara di essere già stato coinvolto in un percorso partecipativo. L’indagine mostra una sostanziale soddisfazione dei cittadini per l’offerta complessiva e la qualità della vita urbana.

Innanzitutto i motivi per vivere a Firenze sono la qualità dell’offerta culturale, in quanto città d’arte (80,8% ) e la bellezza del paesaggio (73,1%). Seguono molto distaccate, con quote sotto il 10%, la vicinanza dei servizi alla persona, la sicurezza della città, le relazioni famigliari, e il clima. Dalle risposte dei cittadini emerge che c’è richiesta di più aree verdi, ora frequentate più volte alla settimana dal 44% degli intervistati, che le considera oasi di tranquillità e luoghi di gioco, sport e incontro, più che spazi utili a contrastare l’inquinamento.

In generale, emerge che la qualità della vita potrebbe migliorare con un incremento di (nell’ordine): strutture per anziani e per giovani; attività culturali; giardini e parchi pubblici; strutture scolastiche e strutture sanitarie. Altra indicazione sulle mancanze più sentite deriva dalle preferenze indicate su cosa inserire nelle aree e negli edifici dismessi presenti sul territorio comunale. Edilizia residenziale e scolastica sono le indicazioni più frequenti (sopra il 50%); più limitate, e più concentrate nelle fasce più giovani, le indicazioni per attrezzature sportive ed edilizia produttivo-commerciale. Molto interessanti risultano le preferenze attribuite ai quartieri, che permettono di apprezzare più da vicino cosa significhi qualità urbana per i fiorentini.

Le zone urbane più gettonate, in un’ipotesi di ‘libera scelta’ indipendente da esigenze e disponibilità dei singoli, sono Campo di Marte (unitamente a Le Cure, Bolognese, e Settignano) e centro storico. Nella scelta del primo sembra prevalere la percezione dei benefici derivanti da un corretto mix di funzioni urbane (per quanto i residenti in quest’area siano tra i più desiderosi di verde, strutture per i giovani e strutture sanitarie). Per il secondo, si dà valore al prestigio storico-artistico, al traffico limitato e all’offerta culturale (seppure dall’interno si denunci la scarsità di parcheggi e di strutture accessibili a giovani e ad anziani). Per quanto riguarda la mobilità urbana, il miglioramento del servizio di trasporto pubblico è indicato come soluzione dal 37,2% dei cittadini intervistati, senza particolari distinzioni tra i quartieri; mentre la maggiore dotazione di parcheggi è richiesta dal 25,1% degli intervistati (abbassa la media il solo quartiere 2, dove evidentemente il problema parcheggio è meno sentito); mentre l’incremento di aree pedonali raggiunge il 16,1% ma è il meno indicato come soluzione nel quartiere 4.

Infine, il potenziamento della rete di piste ciclabili è più votato nei quartieri 1, 2 e 5 (media 15,7%). Molto meno richiesti i grandi interventi infrastrutturali, come la realizzazione di nuove strade: li indica solo 6% e sono concentrati maggiormente nel quartiere 4. (ag) Più di una semplice assemblea o un dibattito, più di un brainstorming: domani Palazzo Vecchio ospiterà un Electronic Town Meeting, un processo decisionale condiviso dove le opinioni di tutti hanno uguale peso e tutti propongono e votano le risoluzioni finali.

Un modello già in uso da diversi anni soprattutto all'estero che, per esempio, a New York è servito a decidere come trasformare Ground Zero dopo l’attentato che distrusse le Torri Gemelle. Più vicino, in Toscana il Town Meeting è stato utilizzato per scrivere la legge regionale sulla partecipazione. A Firenze il tema della discussione sarà il Piano strutturale e i partecipanti potranno proporre idee e suggerire soluzioni sui progetti dell’amministrazione, dalla stazione Foster alla tramvia, dai parcheggi agli autobus, dalle piste ciclabili ai giardini. L’appuntamento è fissato alle 17 nel Salone dei Cinquecento e il Town Meeting andrà avanti fino a mezzanotte.

Sono previsti 150 cittadini, estratti a sorte: l’amministrazione ha infatti deciso di utilizzare il metodo delle selezione casuale per poter offrire a un campione di residenti la possibilità di partecipare indipendentemente dalla loro appartenenza a un comitato o ad un’associazione. I partecipanti saranno divisi in vari gruppi che lavoreranno sui diversi argomenti, dalle infrastrutture alla mobilità, dalle aree dimesse alla vivibilità. Saranno affrontati anche i temi relativi ad ogni quartiere.

Il confronto si svolgerà intorno ai tavoli di discussione, con i partecipanti divisi in piccoli gruppi di 10 persone e supportati da un moderatore. In ogni tavolo sarà presente un computer collegato a un server centrale, attraverso il quale i partecipanti potranno inviare commenti e delle tastiere per il televoto. Quest’ultimo, anonimo, permetterà di esprimere le preferenze individuali su domande che saranno elaborate nel corso dell’incontro. I risultati della discussione e del telefoto saranno elaborati e proiettati su un maxischermo in modo da darne un riscontro tempestivo all’assemblea.

Il dossier finale con tutti i suggerimenti e le osservazioni sarà poi consegnato in presa diretta ai partecipanti e sarà fatto pervenire agli uffici dell’urbanistica. Tutto l’evento si potrà seguire in streaming internet collegandosi al sito www.apriamolacitta.it. Il Town Meeting fa parte del percorso partecipativo voluto dall’amministrazione sul Piano Strutturale e segue gli scatti effettuati nei giorni scorsi con un pallone aerostatico che ha sorvolato Firenze.

Le fotografie agevoleranno domani il lavoro e la discussione dei partecipanti. Il percorso partecipativo continuerà anche nei prossimi mesi: dopo l’adozione del Piano si aprirà, parallelamente alla procedura delle osservazioni e controdeduzioni, una fase di discussione sul territorio e nei Quartieri con l’obiettivo di introdurre nel testo modifiche o integrazioni sulla base delle proposte che arriveranno. Infine, dopo l’approvazione, i cittadini saranno consultati tramite il Quartiere per contribuire alla definizione del regolamento urbanistico.

(edl) La giunta comunale, nella seduta di ieri, ha approvato una variante al Piano regolatore generale che modifica in vario modo 74 aree della città. Si tratta, spiegano gli uffici, prima di tutto di una variante circoscritta ad eliminare le sole incongruenze o errori segnalati dai cittadini. Inoltre con questo atto si vuole anche rispondere a quelle proposte che, per loro natura, non incidono sulla pianificazione generale che l’Amministrazione con il nuovo Piano Strutturale si avvia a ridefinire e che non prefigurano un aumento sostanziale del carico urbanistico.

Tra le proposte di modifica presentate, alcune, 12, riguardano immobili di proprietà comunale o di istituzioni pubbliche per i quali è stata richiesta una diversa attribuzione di zona urbanistica a causa delle mutate esigenze interne agli enti stessi. Anche per questa tipologia è stato applicato uno screening per inserire nella variante solo quelle di limitata consistenza che non mutano gli equilibri urbanistici in atto. Per esempio, all’ex ospedale Meyer, grazie a questa variante, potranno essere realizzati uffici pubblico, un asilo nido e un museo. Inoltre nell’atto approvato ci sono modifiche della classificazione di immobili ricadenti in zona omogenea A (tessuti storici del patrimonio edilizio esistente) per errata attribuzione (sostanzialmente si tratta di un cambio di classe catastale); oppure c’è l’attribuzione di destinazione urbanistica aderente al reale stato dei luoghi ad immobili ricadenti in zone D (a prevalente destinazione produttiva), con un cambio di funzioni.

Tra le altre variazioni, l’attribuzione di zona omogenea A (centro storico) con ridefinizione del perimetro degli ambiti organici e conseguente classificazione degli immobili; cambio di zona per erronea individuazione e/o perimetrazione di attrezzature pubbliche e private esistenti; cambio di zona per erronea perimetrazione di attrezzature pubbliche e private di progetto per sopravvenute condizioni (sentenze del Tar, accordi sovraordinati, ecc.) e/o per modifiche, da un punto di vista urbanistico, non rilevanti e conseguente presa d’atto del reale stato dei luoghi; rettifica di errore di attribuzione di numero civico.

(edl)

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