Per utilità e per diletto: Cittadini in Villa

Alla Villa medicea di Cerreto Guidi una mostra esplora i diversi aspetti che hanno contraddistinto i soggiorni dei ricchi fiorentini nelle dimore di campagna.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2010 22:14
Per utilità e per diletto: Cittadini in Villa

Alla Villa medicea di Cerreto Guidi una mostra esplora i diversi aspetti che hanno contraddistinto i soggiorni dei ricchi fiorentini nelle dimore di campagna. Attraverso un percorso che parte dagli albori del primo Rinascimento e approda alla dimensione borghese della villeggiatura ottocentesca, la mostra "Cittadini" in Villa propone una serie di opere in gran parte provenienti dalle collezioni del Polo Museale Fiorentino ed esplora i diversi aspetti che hanno caratterizzato i soggiorni nelle dimore di campagna dei ricchi fiorentini. Poco prima della metà del Trecento, Giovanni Villani rilevava come "ricchi e nobili e agiati cittadini" fiorentini fossero soliti trascorrere con le loro famiglie quattro mesi e più all'anno in campagna dove avevano fatto costruire residenze sontuose e così ricche da competere con le splendide dimore possedute in città.

Fin dal XIII secolo gli investimenti nel contado della classe dirigente fiorentina - e più diffusamente toscana costituiscono una realtà attestata dalle fonti letterarie e dalle testimonianze che ancora sopravvivono. La proprietà terriera era un investimento certo nel quale riversare l'eccedenza dei profitti provenienti da un'economia a carattere proto capitalistico. La grande diffusione di "case da signore" prima, e poi di ville edificate nei dintorni fiorentini, ne costituiscono le eloquenti attestazioni visive.

Per ricchi borghesi e per l'aristocrazia soggiornare in villa per periodi più o meno lunghi diviene una consuetudine che giunge fino ai tempi moderni. In qualche modo sembra già nascere un rito e anche consuetudini che siamo abituati a considerare proprie di epoche e tempi a noi assai più vicini. Il tempo trascorso nelle accoglienti residenze suburbane si divideva tra la gestione della proprietà e la cura delle attività agricole, tra ozi letterari derivati dalla tradizione classica e piacevoli svaghi.

La villa assume nel paesaggio il ruolo di fulcro che qualifica il territorio toscano sempre più a misura d'uomo e concorre a definirne la nuova immagine. La vita in villa è testimoniata da una vasta produzione artistica destinata a conferire decoro e prestigio alle residenze di campagna. In mostra si ammirano oltre alle rappresentazioni pittoriche, strumenti musicali, tabacchiere, portantine, abiti da passeggio, persino due rare tazzine da cioccolata di metà Seicento. Sono suppellettili di lusso che inevitabilmente riecheggiano la vita che l’aristocrazia fiorentina conduceva nei mesi di villeggiatura, mentre i dipinti propongono sia immagini della vita dei campi, sia immagini di interni e consuete a chi si intrattiene in villa.

L'excursus espositivo di "Cittadini" in Villa , particolarmente ricco nei secoli che vanno dal Trecento all'Ottocento ci conduce anche alle immagini di una concezione del vivere in Villa più vicino all'idea moderna di villeggiatura che divenuta sinonimo di ferie ,deriva proprio dal vivere in Villa, dal trasferirsi in villa nella stagione estiva. E' dopo l'Unità d'Italia che profondi cambiamenti sociali vedono l'ascesa rapida e inarrestabile di una nuova classe sociale.

La borghesia si sostituisce, infatti, all'aristocrazia nel possesso e nel governo del territorio e ne assume le consuetudini di vita. Ed è ancora la villa il luogo deputato al riconoscimento del nuovo status. Una visione più affabile, informale ma anche di attenzione al dato naturalistico, viene rivelata da un'ampia rassegna di pittura macchiaiola, cui si accompagnano alcuni abiti d'epoca provenienti dalla Galleria del Costume che ben esemplificano l'abbigliamento destinato alla villeggiatura.

Sono pittori come Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Antonio Ferdinando Buonamici e Raffaello Sernesi a condividere aspirazioni, aspettative e un diverso interesse per la realtà oggettiva, esprimendo in pieno il modo di sentire proprio dei colti cittadini che nel secondo Ottocento popolano le dimore residenziali della campagna toscana. La mostra è corredata da un ottimo catalogo, edito da Sillabe, e contiene saggi critici di Giovanna Damiani, Anna Floridia e Silvestra Bietoletti. Di grande qualità l'apparato iconografico e le relative schede scientifiche.

La mostra a ingresso gratuito rimarrà aperta sino al 2 ottobre. di Alessandro Lazzeri

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