Cesare Prandelli subentra a Marcello Lippi. La parola d'ordine è qualità

Il nuovo tecnico è stato presentato presso l'aula magna dello stadio Olimpico di Roma. A Prandelli il compito di risollevare un gruppo apparso organicamente compatto ma poco reattivo e motivato, dopo la rapida uscita dai Mondiali verso gli Europei 2012.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 luglio 2010 16:02
Cesare Prandelli subentra a Marcello Lippi. La parola d'ordine è qualità

Il giorno più atteso è arrivato, Cesare Prandelli è stato presentato come nuovo CT dell'Italia, raccoglie l'eredità pesante, e per certi ultimi versi amara di Marcello Lippi. "Tocco il punto più alto della carriera" ha detto ai cronisti l'ex mister viola che si appresta a creare un gruppo che conservi l'aspetto positivo dell'era Lippi ovvero "l'attaccamento alla maglia e la mentalità" ha detto Prandelli e "Vorrei un clima di collaborazione da parte di tutti stampa compresa". Non ci sono ancora nomi di futuri convocati, non ne ha fatti Prandelli lasciando ad intendere però che vuol puntare sui giovani di qualità "perché il calcio italiano è ben fornito" e soprattutto su "coloro che dovranno meritarsi la maglia". Non si esprime su Antonio Cassano in azzurro, passaggio e presenza che in tanti, dopo i mondiali, si aspettano, ma dichiara "non sto pensando a Totti" per le convocazioni immediate.

Il 10 Agosto la prima contro la Costa d'Avorio a Londra. Vorrebbe portare Gigi Buffon all'europeo del 2012, questo lo dichiara apertamente, e non solo come portiere "Vorrei dargli la fascia di capitano" a dimostrazione che punta su un pilastro fondamentale per ripartire con la formazione del nuovo gruppo. E quanto sia stato fondamentale Buffon lo sappiamo bene, ma non sarà facile dimenticarsi neppure il suo gesto di incitamento sul 3 a 2 per la Slovacchia, quando dalla panchina è apparso il più volenteroso a raggiungere il pareggio che avrebbe concesso agli azzurri di accedere agli ottavi. "Non avevo pensato all'Italia finché Abete non mi ha chiamato ed alla Nazionale non si può dire di no, probabilmente questo è dovuto anche al fatto che fossi una delle poche persone libere e non vincolanti, rispetto ad alcuni colleghi più blasonati di me" queste le parole che ancora non spiegano quanto accaduto negli ultimi mesi in cui il tecnico di Orzinovi è stato seduto sulla panchina dei gigliati, ma forse una parte delle parole non dette resteranno tali e sarà gioco forza farsene una ragione, specie per i tifosi affezionati a Prandelli che con i colori viola addosso (perché come dicono i più longevi "Quel che conta è la maglia") questo giorno, forse, avrebbero voluto viverlo più in là nel tempo, almeno dopo un trofeo tanto atteso e non arrivato. Cesare Prandelli ha davanti un contratto di quattro anni fresco di firma, l'in bocca al lupo è d'obbligo, ma soprattutto sentito, per chi lo ha seguito e conosciuto durante la sua esperienza a Firenze. di Antonio Lenoci

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