Idea superprovincia della Toscana centrale: Firenze-Prato-Pistoia

Mandato costituente per un'unica Provincia della Toscana Centrale tra Firenze, Prato e Pistoia: oltre un milione e mezzo di abitanti, 73 Comuni e 5844 chilometri quadrati di territorio. Questo quanto emerso dal Consiglio provinciale fiorentino.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 giugno 2010 19:35
Idea superprovincia della Toscana centrale: Firenze-Prato-Pistoia

La Provincia di Firenze insieme ai comuni fiorentini ha ridato vita all'Agenzia per l'area metropolitana, come luogo in cui definire un'unica provincia della Toscana Centrale con Prato e Pistoia: oltre un milione e mezzo di abitanti, 73 Comuni e 5844 chilometri quadrati di territorio. Intanto è stata istituita anche la Conferenza dell'Area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia, per favorire intese, obiettivi comuni e prendere in esame il cambiamento degli assetti istituzionali.

Vi partecipano il Presidente della Regione, l'assessore regionale ai Rapporti con gli enti locali, i Presidenti delle tre Province di Firenze, Prato e Pistoia, nonché i sindaci delle tre città e il Presidente del Circondario dell'Empolese-Valdelsa. "Interpretiamo il nostro mandato in chiave costituente", ha spiegato il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci incontrando stamani in Consiglio provinciale le commissioni Sviluppo e programmazione economica e Lavoro con i presidenti Maurizio Cei e Andrea Calò.

Con Barducci anche l'assessore alla Programmazione Giacomo Billi. Barducci ha illustrato il Patto per lo sviluppo. Confermati il sì della Provincia di Firenze alla Stazione Foster a Firenze e, per quanto riguarda il potenziamento dell'aeroporto di Peretola, l'impegno a fare la propria parte al tavolo regionale non appena sarà attivato. Un momento "importante di confronto che andrà a incidere sullo sviluppo del nostro territorio nei prossimi anni", per Maurizio Cei che apprezza "molto l'atteggiamento di estrema disponibilità del Presidente e della Giunta".

Per Andrea Calò si tratta di "una verifica doverosa in quanto auspico che, attraverso il Patto per lo sviluppo, le imprese ritrovino quel senso di responsabilità sociale che in questo anno di recessione non hanno del tutto mostrato, di fronte a quei lavoratori che pagano il prezzo amaro di scelte dissennate. La modernizzazione non può sacrificare i diritti di nessuno".

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