La Toscana delle fragole perde terreno: dimezzate le superfici in un anno

La 43° “Mostra della fragola, dei fiori e dei prodotti della nostra terra” si terrà a Capezzano Pianore, a Camaiore, dal 21 al 23 maggio 2010

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 maggio 2010 00:14
La Toscana delle fragole perde terreno: dimezzate le superfici in un anno

Fragola frutto, sexy ma in crisi. Non ci sono più dubbi: la fragola è il frutto più sensuale per gli italiani. Il parere è unisex. A darne notizia è l’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Consiglio nazionale delle ricerche che attraverso un curioso sondaggio ha scoperto come degli italiani associano i cinque sensi alla frutta. Un’indagine che, se da un lato mette nero su bianco un archetipo diffusissimo – pensiamo all’immaginario erotico delle fragole con la panna o delle fragole e champagne - dall’altro non può mettere in evidenza le difficoltà di un comparto, come quello della fragolicoltura, che sta perdendo terreno in Italia, ed in particolare in Toscana. Unica eccezione la Provincia di Lucca, ed in particolare Camaiore, capitale della fragola celebrata dal 21 al 23 maggio in occasione della 43° edizione di “Demetra”, la “Mostra della fragola, dei fiori e dei prodotti della nostra terra” promossa dall’amministrazione comunale con il contributo della Banca del Credito Cooperativo della Versilia (Ingresso Gratuito.

Apertura dalle 9 alle 24. Info 0584.986204. Email: turismo@comune.camaiore.lu.it). Produzione storica e d’eccellenza del ricco paniere orticolo e floricolo della Versilia, nonostante il progressivo ridimensionamento delle produzioni e degli ettari specializzati nella coltivazione, la Versilia si conferma una delle aree, a livello regionale, dove la fragola non è solo sexy, ma anche in salute. I dati raccolti in occasione della prossima edizione della più importante mostra-evento della fragola della Toscana dimostrano che in Italia “solo” 3500 ettari sono specializzati nel 2010 nella coltura delle fragola (erano oltre 4300 nel 2000/2001) con una flessione, rispetto al 2009, del 7% e un calo di produzione del 10% (dati Centro Servizi Ortofrutticoli).

Un dato chiave nella lettura del fenomeno nazionale che si riflette però molto più pesantemente sul quadro della Regione Toscana, dove le superfici dedicate alla fragolicoltura sono quasi dimezzate tra il 2008 e il 2009, passando dai 199 ettari a 100 ettari (dati Istat. Vedi tabella), e la produzione totale è scesa dalle quasi 17 mila tonnellate del 2006 a poco più di 13 mila del 2009. Nella Provincia di Lucca, territorio a maggior vocazione a livello regionale, l’erosione delle superfici specializzate, se pur progressiva negli anni, è stata molto contenuta: 28 ettari nel 2009 contro i 29 del 2008 (erano 35 nel 2005) mentre il rapporto superficie coltivata-produzioni è addirittura in aumento (3745 quintali contro i 3450 del 2008, e i 3850 del 2005) per effetto del sorprendente adattamento delle nuove generazioni di fragolicoltori che ha visto al fianco della sperimentazione di nuove tecniche di coltivazione, come il fuori suolo (permette raccolta anche nei mesi di settembre e ottobre), l’utilizzo di tecnologie a ridotto impatto ambientale come il recupero delle acque utilizzate per l’irrigazione, l’introduzione di insetti utili per debellare gli infestanti, api o bombi per l’impollinazione naturale e relativa allegazione.

La Versilia, nello specifico la zona del camaiorese e di Capezzano Pianore, in questo contesto al negativo su scala nazionale e regionale, rappresenta una piccola rarità nel panorama nazionale e regionale dove non si registrano al contrario di altre aree, rispetto al 2009, variazioni importanti sul fronte del numero di aziende – sessanta le imprese presenti tra Viareggio, Camaiore, Pietrasanta e Massarosa - della produzione - intorno ai 1000 quintali, pari a quasi un terzo della produzione provinciale - e 24 mila piante.

Ed è proprio da questo piccolo primato, tutto locale, che Demetra rappresenta il più alto momento di promozione e divulgazione della fragraria vesca in Versilia. In mostra, per tre giorni, non solo le varietà prodotte nel terroir versiliese e i più importanti produttori, ma una storia che parte da lontano per arrivare ai giorni nostri sfidando la crisi.

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