Il 15 marzo, in un click, si consuma il destino della pubblicità urbana

Il 15 marzo, per la prima volta, il Comune di Firenze affida alla via telematica l'ordine di assegnazione delle pubblicità nelle affissioni "pubbliche", quelle cioè che garantiscono un tariffario ridotto alla promozione di eventi culturali, spettacoli...

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2010 12:29
Il 15 marzo, in un click, si consuma il destino della pubblicità urbana

Il 15 marzo, per la prima volta, il Comune di Firenze affida alla via telematica l'ordine di assegnazione delle pubblicità nelle affissioni "pubbliche", quelle cioè che garantiscono un tariffario ridotto alla promozione di eventi culturali, spettacoli, iniziative di ambito sociale e a tutto ciò che non rientra nel concetto stretto di marketing. Niente che riguardi calze da donna o auto di lusso, ma concerti, mostre, fiere, festival e tutto ciò che rientra nel concetto molto più vasto di "cultura", dove il confine tra evento a scopo di lucro e evento di interesse pubblico, tra Schumann e Laura Pausini non è mai tanto palese.

O, quantomeno, non lo è per chi quelle pubblicità, le vuole affiggere, per esempio, in Viale Strozzi, al Ponte alla Vittoria o in viale Giovane Italia, dove l'impatto visivo dei cartelloni orizzontali di 6 metri per tre fa gola a tutti. La loro disposizione è tutt'altro che casuale, e, data anche la delicatezza dell'effetto che possono avere in chi sta o viene a Firenze, vi è tutta una serie di norme, assai controverse, di cui il fruitore finale -noi che guardiamo- ignora la genesi. Lo spazio degli agognati "poster" 6x3 a Firenze è suddiviso in quindici "circuiti" di sei postazioni ciascuno, che, secondo i regolamenti, devono essere distanti e diverse.

Detto altrimenti, non dovrebbe essere possibile che uno stesso evento venga pubblicizzato in due cartelloni consecutivi. Di fatto, le cose vanno diversamente, come chiunque può verificare. Quando compaiono quattro circuiti uguali, o anche due, si è disatteso le finalità del regolamento per le pubbliche affissioni. Capire come questo sia potuto accadere finora, è stato fonte di disperazione per le autorità locali. Fino a quando per volontà dell'allora assessore Tea Albini, si giunse alla rivoluzionaria delibera di consiglio pubblicata il 23 aprile 2009 e che si sta per applicare adesso per la prima volta: gli interessati non dovranno più combattere tra loro per arrivare il prima possibile all'ufficio Affissioni Pubbliche di Via Pietrapiana, nel giorno stabilito, ma, dopo essersi accreditati online, dovranno cliccare la propria richiesta in tempi da videogame, il 15 marzo 2010 alle 10. In pochi decimi di secondo, si deciderà l'ordine delle assegnazioni e si dovrà verificare, tramite le immagini allegate, che non vi sia moltiplicazione di uno stesso evento tramite nomi di società diversi. Tale risoluzione fu infatti adottata dalla Albini "al fine di garantire la fruizione del servizio ad un numero più ampio di utenti", con "la verifica dell'accertamento se per il medesimo manifesto siano state presentate richieste multiple, da parte di uno o più soggetti". Per richiesta multipla da parte di più soggetti, non si deve intendere un caso di schizofrenia collettiva, ma l'escamotage per ottenere, alla fine, la ripetizione di una medesima pubblicità oltre il consentito. Un escamotage sfruttato fino al punto di costringere nientemeno che la Commissione Cultura e quella Affari Generali e Tributi a tenere un'audizione congiunta con gli operatori culturali e sociali di Firenze. I maggiori operatori furono accusati, nella stessa commissione, di aver creato una serie di enti il cui unico scopo era proprio quello di occupare più circuiti contemporanemante, in sostanza, di far comparire la pubblicità dello stesso evento un numero di volte di gran lunga superiore al consentito. Gli espedienti per ovviare alle norme ebbero del clamoroso: passando da via Pietrapiana, la notte tra il 31 marzo e il 1 aprile dell'anno scorso, avresti visto un curiosissimo assembramento davanti all'ufficio della Affissioni Pubbliche. In effetti, quel giorno, già dalle 16, era iniziata l'imbarazzante operazione di appostamento, cui si erano prestati, naturalmente, non i titolari, ma, al posto loro, uomini e donne, che, muniti di coperte, panini, birre e thermos, scrivevano i nomi delle agenzie: o di quelle grosse, autentiche, ben conosciute nel settore, o di quelle, di notorietà quantomeno dubbia. Durante quella notte, dovette persino intervenire la polizia, che accertò l'autentica natura di quel processo divenuto sempre più grottesco col passare degli anni. Alla semplice domanda: "Lei perché sta facendo questa coda?", furono in molti a cascare dalle nuvole.

Ancora più problematico chiedere invece che "perché?", "per chi?". Se la verifica incrociata dei bozzetti da parte dell'ufficio competente, non avrà dato i risultati per cui questa nuova procedura elettronica è nata, lo scopriremo il 15 giugno, quando cioè, per le strade e le piazze della nostra città troveranno posto le nuove pubblicità tanto contese. Marco Bazzichi

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