Toscana: un brutto segnale il sì della Ue alla patata transgenica

Il presidente della Regione Claudio Martini critico con la decisione della Commissione europea. La Toscana conferma il suo impegno contro la diffusione degli ogm sul territorio.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2010 20:24
Toscana: un brutto segnale il sì della Ue alla patata transgenica

La decisione della Commissione europea di autorizzare la coltivazione della patata “amflora”, prodotta da una multinazionale tedesca, è un brutto segnale che ribalta la politica finora seguita dall’Unione europea, dove la coltivazione di nuove colture ogm era al bando dal 1998. Questo in sintesi il giudizio del presidente della Regione Toscana dopo il via libera di Bruxelles alla patata transgenica. Secondo il presidente toscano è ancora più grave il fatto che questa decisione sia arrivata attraverso una forzatura, mentre in passato, più volte, la Commissione aveva cercato di ottenere il consenso degli Stati membri per autorizzare questo tipo di colture, senza peraltro mai ottenerlo.

Le nuove norme in vigore, invece, consentono alla Commissione di assumere decisioni e mandarle avanti finché una maggioranza qualificata di Stati membri non si esprime contro. Tuttavia, sottoline a il presidente della Regione, decisioni di questa importanza, che hanno ricadute concrete sulla salute delle persone, sul lavoro, sulle tradizioni e sull’economia dei paesi, non possono e non devono essere assunte senza il consenso informato dei cittadini: consenso che assolutamente non c’è. Oltre al problema della tutela della salute dei cittadini, osserva il presidente toscano, c’è anche quello della contaminazione da parte delle colture ogm a danno di quelle convenzionali.

Contaminazioni che minacciano la sopravvivenza delle specie autoctone e delle coltivazioni tipiche. I consumatori, inoltre, vogliono prodotti che siano sicuri e sani. I produttori, gli agricoltori e le loro associazioni sono contrarie all’introduzione di colture geneticamente modificate. La Toscana ha dal 2000 una sua legge che vieta la coltivazione di Ogm su tutto il territorio regionale. E dal 2003 in Europa esiste la rete delle oltre 50 Regioni ogm-free, di cui la Toscana insieme all’Alta Austria è fondatrice, che si è battuta per impedire la diffusione di colture ogm e per avere regole certe e chiare nell’utilizzo di prodotti geneticamente modificati.

Il presidente ha quindi manifestato la convinzione che proprio da queste Regioni verrà una forte mobilitazione anche contro questa decisione che, oltre alla coltivazione e all’utilizzo per fini industriali della patata arricchita, consente la commercializzazione nell’Ue di tre mais biotech. Il presidente della Toscana ha inoltre espresso apprezzamento per le parole del ministro dell'agricoltura, che si è detto contrario a questa decisione perché mette in discussione la sovranità degli Stati membri e la salute dei cittadini, ma ha anche auspicato che alle parole seguano atti concreti, perché troppe volte, in passato, il governo italiano ha avuto posizioni ambigue in materia.

Il presidente ha concluso affermando che se l'esecutivo nazionale valuterà la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i paesi contro l’introduzione degli ogm in Europa, la Toscana continuerà a fare, in questa battaglia, la sua parte. di Remo Fattorini

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza