Ornella Muti sceglie Firenze per il debutto teatrale

Alla Pergola il debutto teatrale di Ornella Muti accanto ad Emilio Bonucci e Pino Quartullo, in “L’ebreo” di Gianni Clementi diretto da Enrico Maria Lamanna.

Redazione Nove da Firenze
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14 febbraio 2010 19:04
Ornella Muti sceglie Firenze per il debutto teatrale

“L’ebreo” di Giovanni Clementi è il testo vincitore della prima edizione del Premio Siae-Agis-Eti del 2007, che ha tra gli obiettivi quello di avvicinare e collegare gli autori alla realizzazione concreta dello spettacolo, per favorire la produzione e la distribuzione dell’opera vincitrice. Con “L’ebreo” Clementi ha raggiunto “la simbiosi perfetta fra il tema, storicamente importante, ed il linguaggio teatrale diretto ed efficace, sottolineando la drammatica attualità dell’argomento” come recitano le motivazioni del premio.

Mette in scena questa apologia della meschinità umana, ambientata in periodo postbellico, Enrico Maria Lamanna, che ha creduto fortemente al testo per la sua forza e modernità, e che ha convinto Ornella Muti al debutto teatrale insieme a Emilio Bonucci e Pino Quartullo. L'ebreo è la storia di una coppia travolta da un evento tanto temuto quanto atteso. Quando negli anni '40, in seguito alle leggi sulla discriminazione razziale, molti ebrei in fuga dalle città o dall'Italia abbandonavano le loro case e i loro beni, per metterle al riparo dai possibili espropri, intestavano le proprietà a dei prestanome di razza ariana, con l'accordo di rientrarne in possesso.

Questo è quanto accade ai coniugi Consalvi, diventati i proprietari di un bell'appartamento nel centro di Roma, ma il ritorno del proprietario ebreo dopo 13 anni sconvolge la loro vita agiata... Punto di vista estremamente particolare nell'affrontare la tragedia dell'olocausto, quello scelto da Giovanni Clementi, che ha da subito affascinato il regista Enrico Maria Lamanna: “Mi ha colpito la tematica: a me piace molto il tipo di storia ambientata in una Roma che non c'è più, la Roma del dopoguerra.

Il testo è scritto in maniera deliziosa e geniale, in un romano degli anni '50 usato anche in modo spregiativo, soprattutto da Immacolata, la protagonista, una donna semplice che viveva a Tor di Valle e che si trova improvvisamente erede di alcuni palazzi a Roma e che quindi da 'burina arricchita' continua a parlare in romano. L’uso di questa lingua rende Immacolata ancor più violenta soprattutto verso chi, come lei, ha conosciuto e conosce ristrettezze e patimenti e non può onorarle oggi la pigione, e soprattutto verso l'ebreo protagonista dell’opera.

La storia nasce dalla cronaca dell’epoca e dalle colonne di un quotidiano. Molti palazzi della Roma antica appartengono a persone che tu non immagineresti perché, come mi spiegò Giovanni Clementi, molte famiglie ebree borghesi durante la guerra lasciarono i propri palazzi alla servitù con l'impegno di riaverli indietro se fossero tornati dai campi di concentramento. I problemi nascevano quando al ritorno dell'ebreo i prestanome affidatari dei beni non restituivano le proprietà, questo tema mi è piaciuto molto da subito”. Un racconto del 'dopo' quindi, più che delle cause, quello di Clementi che evidenzia anche la reazione al dopoguerra della cattolicissima Italia alle soglie del boom economico (siamo nel '56).

“Questa è una cosa molto interessante – commenta Enrico Maria Lamanna - è una tematica che è stata affrontata pochissimo: Cosa è successo in Italia dopo la guerra? Il dopo olocausto come è stato vissuto? E' difficile immaginare come si era incattivito il popolo. A questo proposito c'è una battuta chiave della protagonista che può far ridere ma è agghiacciante: 'Ma di tanti che ne hanno infornati proprio lui?' E' atroce, ma fa capire la miseria e la disperazione del dopoguerra, dove non si guardava in faccia più nessuno, sembra assurdo in un paese come l'Italia e invece era proprio così, mors tua vita mea”. A dare corpo e voce a Immacolata, la moglie del ragionier Consalvi, Lamanna ha scelto una delle attrici più amate del nostro cinema, Ornella Muti, qui al suo debutto teatrale.

“Ornella è una donna molto ironica nella vita – continua Lamanna – e si diverte anche a prendersi in giro. Mi è piaciuta anche perché appena ha letto la parte di Immacolata ha preso istintivamente la cadenza romana, ha trovato i tempi comici, ha subito colto il dramma di Immacolata con la leggerezza dell'ironia. Non ne ha fatto un personaggio cupo, anzi alla fine il pubblico parteggia per Immacolata perché Ornella è così dinamica, forte, carismatica, ed è al suo debutto teatrale”.

Da martedì 16 a domenica 21 febbraio 2010 Mythos Group Area Teatro Musica Emilio Bonucci, Ornella Muti, Pino Quartullo “L'ebreo” di Giovanni Clementi regia Enrico Maria Lamanna testo vincitore del premio Siae.Agis.Eti Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 20:45, domenica ore 15:45. Prezzi biglietti interi: Platea: euro 27 più euro 3 (diritto di prevendita) euro 30 Posto Palco: euro 20 più euro 2 (diritto di prevendita) euro 22 Galleria: euro 12,00 più euro 2 (diritto di prevendita) euro 15

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