La libertà degli altri: la Toscana contro le nuove schiavitù

Domani, a venti anni dalla liberazione di Nelson Mandela, al Palamandela di Firenze (ore 21.00).

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2010 19:43
La libertà degli altri: la Toscana contro le nuove schiavitù

FIRENZE - Insieme contro il razzismo in ogni sua forma. L'iniziativa è promossa dalla Cgil Toscana, si intitola "La libertà degli altri: la Toscana contro le nuove schiavitù", e si svolgerà giovedì 11 febbraio alle 21 al Mandela Forum di Firenze. Una data dal grande significato simbolico, perché celebra i 20 anni dalla liberazione di Nelson Mandela, leader dei neri sudafricani e simbolo della lotta non violenta contro le discriminazioni, per cui le porte del carcere si aprirono l'11febbraio 1990, dopo un lungo periodo di prigionia e vessazioni. La manifestazione, che prenderà il via alle 21 di domani al Mandela Forum, con ingresso libero, vedrà sul palco personalità delle istituzioni e delle società civile, come Guglielmo Epifani, segretario nazionale Cgil, Claudio Martini presidente della Regione Toscana, Thenjiwe Mtintso, ambasciatrice del Sud Africa in Italia, Daniela Misul, presidente della comunità ebraica di Firenze, e Hongyu Lin, assessore comunale di Campi Bisenzio. Una serata che sarà soprattutto un momento di festa e di spettacolo, con la presenza del cantautore Francesco Guccini, del chitarrista Juan Carlos "Flaco Biondini", di Paola Turci, Nada, del comico Paolo Hendel, il gruppo Tétes de bois e del musicista africano Gabin Dabirè. "Siamo davanti a un problema di civiltà - spiega Mauro Dugheri, presidente del Comitato Uisp di Firenze -, perché non possiamo ignorare il riemergere di fenomeni di razzismo e xenofobia anche nel nostro paese.

Questa manifestazione vuol essere un momento per dare un segnale forte e promuovere una cultura dell'integrazione e dell'accoglienza, senza trascurare quelle che sono le problematiche concrete legate all'immigrazione. Problematiche che non si risolvono cavalcando il malessere e stimolando posizioni razziste, in quella che rischia di trasformarsi in una guerra fra poveri, ma che richiedono proposte politiche serie. Questo è un dovere di tutti e noi lo faremo attraverso le politiche sportive, che sono il nostro punto di forza.

La pratica sportiva, infatti, può essere un punto di forza, proprio per la sua capacità di aggregare e far socializzare persone di culture, religioni e razza diversa, favorendo l'integrazione".

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