Cgil e Legambiente sulla scoperta del traffico illecito fra Campania e Toscana

Nel corso del 2008 sono state 3.911 le infrazioni (nel ciclo dei rifiuti) in Italia accertate dalle Forze dell’Ordine. 137 sono state le persone arrestate mentre ben 4.591 sono state quelle denunciate per un totale di 2.406 sequestri.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2010 15:59
Cgil e Legambiente sulla scoperta del traffico illecito fra Campania e Toscana

“Gli incidenti sul lavoro, quelli mortali ma non solo, non sono mai colpa del destino cinico e baro. E che responsabilità precise ci fossero per la morte di Martin Docu, rumeno, tre figli, dipendente regolare della Agrideco srl di Scarlino, e per il ferimento grave del suo collega Mario Cicchiello, era apparso immediatamente chiaro quel 26 giugno del 2008. Oggi apprendo con soddisfazione, da notizie di agenzia, dell'arresto di 15 persone in seguito all'indagine dei carabinieri partita da quel dramma.

Una morte, mi viene da pensare, che almeno stavolta è servita a qualcosa, a porre fine ad una attività illecita. Soddisfazione perché qualcuno alla fine pagherà ed anche sconcerto nello scoprire che, secondo l'accusa, in quella azienda di servizi ambientali sono arrivati e smaltiti illegalmente circa un milione di tonnellate di rifiuti senza che nessuno si fosse accorto di niente”. Così Daniela Cappelli segretaria Cgil regionale con delega alla sicurezza commenta la notizia dello sviluppo delle indagini sul traffico illecito di rifiuti fra la Campania, la Toscana ed il nord d'Italia. “Come sindacato - aggiunge Cappelli - sono pronta a prendermi la mia parte di colpa, a patto che tutti gli altri, imprese, istituzioni, organi di controllo, facciano altrettanto.

Non dimentico che nessuno è colpevole fino a sentenza passata in giudicato, epperò permettetemi di rivolgere un ringraziamento sentito alle forze dell'ordine e alla magistratura, grazie”. Il commento di Legambiente “Questo traffico immondo di rifiuti è stato scoperto grazie alle intercettazionei telefoniche - dichiara Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana - se andrà avanti la proposta del Governo di limitarle drasticamente sarà un regalo per le ecomafie.

Quanto alla nostra Regione questa volta la Toscana registra un salto di qualità in negativo non solo per i rifiuti che dalla nostra regione vanno verso il meridione d'Italia ma anche per quelli illegali che da Bagnoli in Campania arrivano da noi”. Sulla questione interviene anche Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente Nazionale che con queste parole commenta la notizia della vasta operazione condotta in molte regioni contro i trafficanti di rifiuti che ha portato oggi a numerosi arresti. “Se la movimentazione dei rifiuti prodotti dalle bonifiche dei siti industriali contaminati va ad aumentare il lucroso business delle ecomafie, è evidente la necessità di rivedere i meccanismi di gestione delle operazioni di recupero dei territori.

Che senso ha intraprendere la bonifica di un sito se quei materiali vanno poi a finire nel nulla, aumentando la famosa montagna di rifiuti speciali che sfugge sistematicamente ai controlli per andare regolarmente ad intossicare un altro luogo?” La normativa attuale sulla bonifica dei siti inquinati privilegia il trattamento sul posto per evitare la movimentazione dei rifiuti e lo smaltimento in siti distanti. In Italia invece, molte delle bonifiche (sia dei 57 siti nazionali che delle centinaia dei siti locali), continuano a prevedere spostamenti sostanziosi e difficilmente controllabili con il rischio concreto di contribuire a quell’enorme business illegale che soffoca e intossica il nostro paese. Nonostante la crisi il business dei rifiuti continua infatti ad accrescere il suo fatturato: se nel 2007 il bottino della “Rifiuti spa” ammontava a 4 miliardi e mezzo di euro, nel 2008 la cifra ha superato i 7 miliardi.

Sempre nel corso del 2008 sono state 3.911 le infrazioni (nel ciclo dei rifiuti) in Italia accertate dalle Forze dell’Ordine. 137 sono state le persone arrestate mentre ben 4.591 sono state quelle denunciate per un totale di 2.406 sequestri. “Ci congratuliamo con il Noe per l’esito della complicata operazione – ha concluso Venneri – e ribadiamo che per contrastare efficacemente il traffico dei rifiuti c’è bisogno di molti e diversi strumenti: dell’uso delle intercettazioni telefoniche e dell’introduzione dei delitti ambientali nel Codice penale, ma anche di una modalità alternativa di risanamento dei siti inquinati.

Così come avviene, per esempio, negli Stati Uniti con il Superfund (fondo nazionale per le bonifiche dei siti orfani) istituito già nel 1980”. eMpower, chiarezza sui traffici illegali di rifiuti A seguito dell'inchiesta “Gold Rubbish”, avviata dai carabinieri del Noe di Grosseto, sul traffico illegale di rifiuti, Legambiente rilancia tramite il progetto “eMpower” la petizione contro il traffico illegale di rifiuti. Cofinanziato e promosso dalla Commissione europea, “eMpower” tramite il suo portale mira a motivare e coinvolgere associazioni e cittadini, dando loro maggior potere.

Tutto questo tramite la firma di petizioni online, inserite all'interno del sito, da firmare per poi essere presentate ai membri del Parlamento italiano ed europeo. Il testo della petizione è il seguente: “Chiediamo alle istituzioni dei nostri Paesi e alla Commissione europea il massimo impegno affinché sia fatta piena luce sui traffici nazionali e internazionali di rifiuti e materiali radioattivi che hanno interessato a vario titolo il Mare Mediterraneo, in particolare tra la metà degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta.

Di questi traffici si sono occupati nel tempo diversi uffici giudiziari italiani. I diversi filoni di indagini individuati portavano a un network criminale dedito allo smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi in mare, lungo le coste di paesi Africani (Somalia, Libia eccetera) e in Italia. Tutte le indagini della magistratura e delle Commissioni parlamentari vedono coinvolte le stesse persone - appartenenti a clan mafiosi, al mondo imprenditoriale, a soggetti legati ai servizi segreti e ai capi di governo di diversi paesi – e fanno emergere sospetti anche su traffici di armi lungo le rotte internazionali dei rifiuti tossici.

Un intreccio su cui stava probabilmente lavorando anche Ilaria Alpi, uccisa a Mogadiscio insieme a Miran Hrovatin, subito dopo essere tornata dall’area di Bosaso, vero e proprio epicentro di traffici e mala-cooperazione. È per tutte queste ragioni che rivolgiamo al governo e al Parlamento Europeo il nostro appello affinché sia assicurato il massimo impegno delle istituzioni per il raggiungimento della verità e la garanzia della salute ambientale e dei cittadini. In particolare chiediamo: L’applicazione e l'esecuzione della Direttiva europea nella maniera più stringente possibile per tutti i paesi; (Direttiva 2008/99/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008);

  • La realizzazione di una campagna di monitoraggio dei fondali marini del Mediterraneo dove si presume siano avvenuti gli affondamenti delle navi contenenti carichi tossici e radioattivi;
  • La bonifica dei siti individuati come deposito illegale o oggetto di sversamenti illegali di rifiuti pericolosi e/o nucleari;
  • Chiediamo agli organismi internazionali a partire dalla Commissione Europea e ai governi nazionali europei di garantire la tutela della salute dei cittadini europei e non, evitando il deposito illegale dei rifiuti tossici e radioattivi sui territori o nei fondali marini.
Sosteniamo, inoltre, che le istituzioni pubbliche hanno il dovere di contribuire all’accertamento di una verità sul traffico illegale dei rifiuti e hanno il dovere di attuare una gestione trasparente garantendo il diritto alla salute dei cittadini tramite l’effettiva implementazione della contabilità sulla produzione e gestione dei rifiuti industriali e radioattivi.

Garantendo tale diritto anche a quelle popolazioni che vivono in paesi poveri come quelli nel continente africano". È possibile firmare la petizione collegandosi al portale www.eu-empower.eu e cliccando su “Firma la petizione”.

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