Azienda Sanitaria di Firenze: i preparati a base di cannabinoidi

Nascono nel Laboratorio galenico dell’ospedale di Santa Maria Nuova

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 agosto 2014 00:17
Azienda Sanitaria di Firenze: i preparati a base di cannabinoidi

È il Laboratorio galenico dell’ospedale di Santa Maria Nuova la struttura dove, per l’Azienda sanitaria di Firenze, vengono predisposti i preparati a base di Cannabis che, nel rispetto e in esecuzione della delibera regionale 1162 del 23 dicembre 2013 con cui è attuata la legge 18 del 2012, i reparti di oncologia, neurologia, algologia e gli hospice impiegano per alleviare il dolore a pazienti refrattari alla morfina e ad altri farmaci analgesici anche a base di oppiacei, e a pazienti affetti dalla sindrome di Gilles de la Tourette. Da quando è stato incaricato di questo compito, nel maggio di quest’anno, il Laboratorio galenico ha preparato ad oggi per una decina di pazienti, quasi 1.000 cartine, impiegando all’incirca 60 grammi della sostanza giunta dall’Olanda, secondo le procedure stabilite. 

Sono 4 i prodotti derivati dalle infiorescenze essiccate della Cannabis contenenti Delta-9-tetraidrocannabinolo (dronabinolo o THC) e Cannabidiolo (CBD) disponibili in commercio appunto in Olanda.Ci sono poi 3 farmaci di sintesi a base di cannabinoidi – commercializzati per lo più negli Stati Uniti e in Canada, ma anche in Danimarca, Germania, Regno Unito e Spagna – impiegati prevalentemente nella profilassi della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia, nel contrastare l’anoressia in pazienti affetti da Aids, nella spasticità secondaria a sclerosi multipla, nel dolore neuropatico o causato da tumori in stato avanzato.I preparati del Laboratorio galenico vengono realizzati impiegando uno dei 4 prodotti derivati dalle infiorescenze essiccate della Cannabis.

Il farmacista, opportunamente protetto con indumenti monouso, dopo aver verificato la reale identità del prodotto e tarato gli strumenti per la pesatura, prepara delle cartine, che possono contenere da 50 a 200 milligrammi di Cannabis, avendo lo scrupolo di etichettarle una ad una con le indicazioni del reparto che ne ha fatto richiesta, l’identificativo criptato del paziente per cui sono prescritte e la dicitura della normativa a cui sono soggette. Il contenuto delle bustine viene somministrato per via orale, ovvero sia preparando una tisana che si consiglia di bere una volta al giorno alla sera, salvo diversa indicazione, ovvero due volte, al mattino e alla sera.

La tisana viene preparata facendo bollire per circa 15 minuti 100 milligrammi di prodotto in 100 millilitri di acqua che, opportunamente filtrata e a piacimento dolcificata, può essere conservata in un thermos nell’arco della giornata. Per conservare in frigorifero, al massimo 5 giorni, quantitativi superiori, viene consigliato di aggiungere una sostanza grassa come per esempio latte in polvere, per mantenere in equilibrio la concentrazione dei principi attivi. È allo studio l’ipotesi di confezionare la Cannabis direttamente in filtri come quelli comunemente impiegati per il tè.L’alternativa alla somministrazione per via orale è quella per via inalatoria, con l’utilizzo di un vaporizzatore.

In questo caso ci sono numerose raccomandazioni da seguire per ottenere risultati terapeutici appropriati. La somministrazione per inalazione, infatti, dà effetti farmacologici più rapidi ed intensi, ma meno prolungati di quella per via orale. Viene ovviamente sconsigliato il consumo di cannabinoidi tramite il fumo perché provoca la contemporanea assunzione di sostanze potenzialmente cancerogene e irritanti per le vie respiratorie.Molto scrupolose le procedure che devono seguire tanto il farmacista preparatore quanto il medico che prescrive l’uso della sostanza, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento all’estero del principio attivo.Sull’utilizzo terapeutico della Cannabis l’Azienda sanitaria di Firenze ha predisposto un puntuale opuscolo informativo con i contribuiti della dottoressa Teresa Brocca, direttore del Dipartimento del farmaco della Asl 10, della dottoressa Irene Ruffino, direttore del Laboratorio galenico di Santa Maria Nuova, della dottoressa Idalba Loiacono e del dottor Fabio Firenzuoli del Centro di riferimento regionale in fitoterapia presso l’ospedale di Careggi.

L’opuscolo illustra, oltre alle patologie per le quali è indicata e consentita la terapia con prodotti a base di cannabinoidi, le normative vigenti, le possibili interazioni con l’impiego di altre sostanze, le avvertenze e le controindicazioni che è necessario conoscere e, infine, cosa dev’essere fatto in caso di overdose.

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