Attività essenziali: siamo sicuri che debbano chiudere tutti?

La Cipriani di Montemurlo produce filo metallico anche per l'industria sanitaria. Ma il suo codice Ateco non rientra tra quelli autorizzati dal governo a proseguire l'attività. E sarà costretta a fermarsi

Nicola
Nicola Novelli
24 marzo 2020 08:58
Attività essenziali: siamo sicuri che debbano chiudere tutti?

Stamani ha lanciato l'appello con una telefonata a "24 Mattino", il programma di interviste radiofoniche con Maria Latella e Simone Spetia. L'impresa che dirige lavora anche per il settore medico, ma il suo codice Ateco non rientra tra quelli autorizzati dal governo a proseguire l'attività.

Giovanni Cipriani è il titolare di un'industria di Montemurlo che produce profili di alta precisione di varie dimensioni e forme. Si tratta di una piccola azienda di qualità certificata, che realizza e vende filo metallico per l'industria tessile. La Cipriani, cioè trasforma l'acciaio inossidabile ferritico ad alte prestazioni per la fornitura di reed tessili in tutto il mondo. A cosa serve? Per fare funzionare i telai, che produrranno abbigliamento tessile, ma anche camici ospedalieri, bende, garze e le introvabili mascherine.

I suoi 15 operai, ben consapevoli della necessità del loro lavoro, in questi giorni si sono presentati in fabbrica sempre motivati e determinati, ma ora l'ultimo decreto del Governo rischia di bloccare il loro contributo alla lotta al Coronavirus.

Fondata nel 1982, la società è cresciuta nel famoso distretto tessile di Prato. Fu nel 1987 che il nuovo dipartimento fu sviluppato per la produzione di filo di acciaio inossidabile. Questa scelta è stata cruciale per la crescita della Cipriani, che oggi esporta il 99% della produzione, grazie a investimenti ininterrotti in ricerca e sviluppo. Questo percorso ha portato l'azienda ad essere leader mondiale nel settore delle nastri in acciaio di alta qualità. Può essere davvero bloccata per decreto un'industria simile?

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