Firenze non si muove più. In arrivo un nuovo sciopero per l'intera giornata di sabato 12 dicembre.Le sigle sindacali coinvolte ripetono per l'ennesima volta: "Manca il personale, saltano le corse, non abbiamo pause, i cantieri ci rallentano e mancano le corsie preferenziali" sullo sfondo il nervosismo dei passeggeri che comporta non pochi problemi agli autisti. Ma non era un problema rientrato? Non era stato risolto tutto con l'accordo che prevedeva l'arrivo di nuovi autisti e nuovi mezzi?Occorre dire che nei mesi scorsi si è dibattuto a Firenze dell'aumento del tagliando da 90 minuti senza affrontare né il tema del biglietto a chilometro, da più parti auspicato, né altre forme di pagamento razionalizzate che potrebbero giovare dei moderni software della telefonia mobile.
Chi ha provato nel corso degli anni a tastare il terreno delle Linee Flash ha trovato un muro da parte dei residenti, contrari a farsi prendere in giro dai "tronchetti della felicità" così definendo quelle strade estratte a sorte per ricevere le linee gialle fuori da qualsiasi disegno organico. E' ancora emblematico il caso di via Frà Giovanni Angelico che, sulla carta, avrebbe dovuto colorarsi di giallo ed accogliere il doppio senso di marcia per poi bloccare di fatto i mezzi pubblici tra viale Amendola e via Lungo l'Affrico.Al contempo alla brillante idea di istituire l'obbligo di accesso dalla porta anteriore non è seguita una disciplina d'uso, tanto che le vetture presentano un tappo all'obliteratrice anteriore ed il vuoto nelle retrovie.In tutto questo sussiste la tendenza a raggruppare le corse che saltano con il conseguente effetto "processione": i passeggeri in attesa tendono a distribuirsi equamente per trovare posto a sedere solo se i mezzi sono tutti alla fermata contemporaneamente, altrimenti dove il primo trabocca, l'ultimo fa l'eco. L'incontro in Prefettura con Azienda e Comune di Firenze ha avuto esito negativo e così i dipendenti dell'ex municipalizzata si fermano ancora una volta per 24 ore lamentando i soliti acciacchi del servizio pubblico, le solite mancanze organizzative, le solite lacune strutturali.
Il solito, insomma, come è oramai solito lo sciopero a Firenze.
