​Aspettando l’Albinoleffe: Dal Canto svela il “mistero Franchi” e un suo rimpianto

Il mister parla alla vigilia del match di questa sera appuntamento che potrebbe risultare una svolta nel cammino della Robur

Giuseppe
Giuseppe Saponaro
22 febbraio 2020 08:07
​Aspettando l’Albinoleffe: Dal Canto svela il “mistero Franchi” e un suo rimpianto

Ci sono quelle partite che possono risultare punti nevralgici di un intero cammino. Quei match capaci di fare la differenza in classifica e non. Mister Dal Canto lo sa bene e presenta la sfida di questa sera considerando, soprattutto, l’aspetto psicologico.

Il succo del discorso è chiaro ma il mister tiene a precisare un aspetto che, secondo lui, ha condizionato il rendimento in casa dei suoi. Quel “mistero Franchi” che ha determinato un rendimento casalingo decisamente sotto le aspettative iniziali.

L’allenatore chiarisce così: “soprattutto in casa non accettiamo,in generale tutti, che l’avversario possa fare qualcosa. Invece no. Dobbiamo avere la capacità di reazione diversa a quello che normalmente abbiamo soprattutto quando loro avranno occasioni. Calma. Ci saranno dei momenti di difficoltà perché l’Albinoleffe ha potenzialità importanti”.

La paura. Dal Canto cerca di rasserenare gli animi e chiede un approccio distaccato soprattutto nei momenti in cui, inevitabilmente, la squadra soffrirà iniziativa e piglio dell’avversario.

Ecco il chiarimento del concetto per chi non avesse compreso: «Indipendentemente da come siamo schierati è fondamentale il piglio con cui scendiamo in campo, il mio compito è quello di mettere i ragazzi nelle migliori condizioni per rendere, non ci dobbiamo snaturare. Abbiamo un buon tasso tecnico con buone qualità di palleggio, i ragazzi sono pronti e coscienti del fatto che siamo alla vigilia di una partita importante, di uno scontro diretto, con una pari livello”.

Poi,  un piccolo rimpianto: “Se avessimo vinto le partite con Lecco e Pistoiese, che dopo averle sbloccate erano vinte, saremmo stati secondi in classifica e sicuramente più contenti, non lo siamo ed è colpa nostra”.

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