Arte Contemporanea: fiorentini criticano Big Clay

Entusiasta Gianni Greco per la risposta sui Social da parte del pubblico

Antonio
Antonio Lenoci
25 settembre 2017 11:17
Arte Contemporanea: fiorentini criticano Big Clay

Il gigante di piazza della Signoria al cospetto del David, quello di Michelangelo, scatena il web. Il noto cittadino toscano Gianni Greco, in arte 'G', non è nuovo al mondo della critica: nel corso degli anni all'interno di trasmissioni radiofoniche e televisive che lo hanno visto protagonista in Toscana e non solo, ha più volte affrontato il tema della sensibilità artistica della società moderna. All'attivo anche un fumetto "Le avventure di Aria & G" disegnato dal pesciatino Marcello Mangiantini, illustratore di Zagor, e dedicato al genio di Michelangelo Buonarroti.Un confronto continuo quello che Greco propone ai suoi ascoltatori tra reperti antichi, etruschi e romani, arte rinascimentale ed opere contemporanee.

Molto spesso definito sopra le righe ed altrettanto spesso considerato in tono con le immagini criticate come la recente foto di Mick Jagger che su Instagram si mostra all'interno della Galleria dell'Accademia accanto a quell'opera immensa che i giornali attribuiscono ancora una volta a Donatello e che il 'G' raccoglie per ricordare ai lettori l'esistenza inoltre del David di Verrocchio.

L'esito del 'Sondazzo' lanciato su Big Clay di Urs Fischer supera però ogni aspettativa e raccoglie in poche ore migliaia di Like ed altrettante condivisioni, ognuna con un testo di accompagnamento incentrato sulla critica dell'opera. Le crete scomposte, sulle quali sono riconoscibili le impronte digitali dell'artista, non sembrano dialogare con la Torre di Arnolfo così come proposto nella provocazione ideata dai curatori della Biennale Fiorentina.

Emergerebbe piuttosto dai numerosi commenti un impatto visivo sottolineato come 'disturbo' prospettico sia sul Palazzo della signoria che sulla Loggia de' Lanzi."L'enorme deiezione depositata nel bel mezzo di Piazza della Signoria - scrive Gianni Greco - ha suscitato così tanto fervore artistico nei fiorentini (e non solo) che la cosa ha finito per assumere un aspetto positivo. Un post qui sul mio diario ha ormai ampiamente superato i 1000 like, e non me lo sarei mai aspettato: questo significa che c'è interesse per l'arte, quella vera, un interesse che sembrava sopito.

La cacca gigante ha dimostrato che il popolo fiorentino non dà per scontata la sua arte meravigliosa, come temevamo. Ma per capirlo ci voleva la squaqquarella". L'opera, posizionata al centro di un contesto che non passa inosservato, sembra aver raggiunto l'obiettivo che anche il primo cittadino, nonostante le critiche piovute anche da parte di esponenti della Firenze artistica, ha confermato essere quello della discussione, perché l'arte contemporanea è anche provocazione, rottura degli schemi, ed è per questo destinata a suscitare reazioni.

Il passato, casi illustri ce lo ricordano, insegna che all'impatto iniziale possono seguire differenti interpretazioni fino a raggiungere una visione d'insieme in cui l'occhio armonizza le forme, le ingentilisce e le sfuma. C'è tempo fino al 21 gennaio per osservare Big Clay, non si sa mai.

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