Arte: Cecilia Chiavistelli espone allo spazio mostre della Richmond University

La memoria del percorso diseguale che caratterizza il lavoro di un’artista, estranea a un linguaggio facilmente identificabile.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2014 21:47
Arte: Cecilia Chiavistelli espone allo spazio mostre della Richmond University

In occasione della mostra finale degli studenti americani che frequentano la sezione artistica della Richmond University a Firenze, che avrà luogo il 4 dicembre 2014 dalle 14.00 alle 18.00, nello spazio mostre della Richmond, via Maggio 11, l’artista italiana invitata a esporre sarà Cecilia Chiavistelli.

L’artista, di origini senesi, ma residente da molti anni a Firenze, nell’Oltrarno, per rendere omaggio all’invito della Richmond University, presenterà una selezione di lavori realizzati nell’arco degli anni, dai pannelli di legno incisi e graffiati prima di essere elaborati cromaticamente, alle bianche sculture di carta, composizioni silenziose del quotidiano, fino agli ultimi lavori realizzati con vari strati di cartone inciso con un segno netto e profondo dove il colore rappresenta il corpo e la materia.

La mostra rappresenta la memoria del percorso diseguale che caratterizza il lungo percorso di Cecilia Chiavistelli, estranea ad un linguaggio artistico facilmente identificabile ma coerente nella sua personale ricerca che, a tratti, si percepisce attraverso affinità che collegano tra loro alcuni lavori realizzati nel corso degli anni, dove si avverte fortemente la ricchezza di nuovi contributi. Le sculture di carta, rappresentano una separazione importante dal supporto ligneo, utilizzato da tanti anni, e un intervallo significativo e determinante della sua crescita artistica.

Di queste sculture Alfonzo Panzetta, storico dell’arte, ha scritto: “…Il singolare lavoro di Cecilia Chiavistelli pare voltare in scultura un coltissimo Novecento pittorico, sospeso tra metafisica e realismo magico, oscillante tra le solide e vigorose suggestioni casoratiane e le lentissime pennellate di Morandi, in bilico tra realtà e sogno, tra azione e riflessione, tra naturalismo e fantasia… E gli oggetti “vivono”, in senso animista, in un’atmosfera assorta, distaccata, ma al tempo stesso non priva di partecipazione affettuosa. Con una narrazione affabile e quieta, ricca di originalità linguistiche ed espressive, la cui delicatezza è accentuata dalla fragilità della materia impiegata, Cecilia Chiavistelli trasfigura il nostro quotidiano in una chiave poetica lieve e delicata”.

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