Appalto delle pulizie nei caselli autostradali: domani sciopero e presidio dei lavoratori

Ginori lascia Sesto Fiorentino? Signorini-Ulivelli, firmati nuovi accordi. Timori per le Cave di Campiglia. Locatelli Saline: al lavoro per soluzione industriale alla crisi. La Regione stanzia 1,5 milioni per la formazione dei lavoratori nelle aree di crisi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 novembre 2015 19:00
Appalto delle pulizie nei caselli autostradali: domani sciopero e presidio dei lavoratori

Il 26 ottobre le Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Uil hanno incontrato la Pulirapida, che dal 1° novembre 2015 è aggiudicataria dell'appalto di pulizia, disinfestazione, derattizzazione, facchinaggio interno, tosatura aiuole e minuta manutenzione locali delle stazioni autostradali e dei fabbricati della Toscana. L'incontro però non ha prodotto un accordo, in quanto la società aggiudicataria dell'appalto ha proposto un subentro, prevedendo una riduzione dei contratti di lavoro del 48%. Pulirapida si è aggiudicata l’appalto oltre che a Firenze anche a Milano (A4 e A8/A9), Fiano- Roma e Genova. Le Organizzazioni sindacali di categoria, insieme alle categorie dei trasporti hanno indetto lo stato di agitazione e proclamato una giornata di sciopero per il 2 novembre.

In Toscana sono 30 le lavoratrici impiegate nell'appalto con un orario medio settimanale di 18 ore settimanali, con la riduzione prevista ne lavorerebbero in media 9 a settimana. Domani dunque sciopero e presidio di lavoratori e sindacati nel piazzale della chiesa di San Giovanni a Limite (la chiesa dell'Autosole) dalle ore 11.

A seguito degli ultimi incontri svolti tra Organizzazioni Sindacali e la direzione della Signorini & Ulivelli sulla piattaforma rivendicativa e sulla prima parte del Piano Industriale dell’azienda, sono state siglate giovedì quattro intese su alcuni aspetti di quanto richiesto dai circa 90 lavoratori. In particolare gli accordi siglati con l'azienda riguardano stabilizzazioni di lavoratori con contratto a termine in forza all’azienda a seguito di un importante percorso formativo con il riconoscimento delle tutele previste dall’articolo 18 come prima della riforma Fornero, l’istituzione di un’integrazione salariale ed i Ticket Restaurant per gli ex lavoratori Ulivelli e l’inserimento di elementi di flessibilità oraria in ingresso per chiunque ne abbia necessità. Ha commentato Alessandro Fini, della FIOM CGIL di Firenze: “Dal momento della proclamazione dello stato d’agitazione e del blocco degli straordinari, abbiamo avuto con l’azienda quattro incontri. In queste occasioni abbiamo raggiunto degli accordi su temi importanti, come il piano di rientro dei contributi da versare al Fondo Cometa, il fondo nazionale per la pensione complementare dei lavoratori dell'industria metalmeccanica, ed altri previsti nella piattaforma rivendicativa.

Rimangono alcune questioni di cui discutere, come ad esempio la seconda parte del piano industriale, e per le quali l’azienda si è assunta anche degli impegni, che progressivamente, con il consolidarsi della situazione economico finanziaria - essendo la Signorini-Ulivelli un’azienda neonata dalla dalla fusione della Pietro Signorini&Figli di Prato con la Ulivelli di Sesto Fiorentino - dovranno tradursi in altri accordi. In ogni caso, l’azienda si è impegnata anche a portare avanti seriamente il tavolo della trattativa.

A mio parere la strada intrapresa evidenzia la volontà di ricondurre le relazioni industriali della Signorini & Ulivelli ad un corretto svolgimento pertanto sospendiamo lo stato di agitazione in modo da facilitare le discussioni future sui temi rimasti in sospeso”.

“Stupore e preoccupazione per la notizia apparsa su quotidiani locali e nazionali di possibile trasloco della manifattura Richard Ginori in un'altra sede diversa dal territorio comunale sestese nel quale ha avuto origine nel lontano 1735”: li esprimeo il consigliere metropolitano di Forza Italia Marco Semplici insieme al Presidente del Club Forza Italia “CentroDestraperSesto” Claudio Bentivegna e della vice presidente Michela Congiu. Per i tre “è necessario che si creino le condizioni urbanistiche favorevoli affinché la Ginori possa restare sul territorio sestese.

Proponiamo quindi a Regione Toscana, Città Metropolitana e Comune di Sesto Fiorentino di riprendere la discussione sulla ricollocazione della fabbrica partita nel giugno del 2009 con il documento di 'Manifestazione di interesse pubblico' dalla quale erano scaturite cinque proposte di nuova sede di Ginori (sempre a Sesto Fiorentino)". Le proposte "dovevano essere avallate da un tavolo tecnico (suffragato da relativo protocollo d’Intesa redatto nel 2010) tra Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Sesto Fiorentino.

Ricordiamo che però il lavoro di tale tavolo fu interrotto dalla discussione della variante al Pit che nel gennaio 2011 'sbianchettò' le cinque ipotesi in esame in quanto ricadenti”. “Dato che – concludono i rappresentanti di Forza Italia - la discussione alla variante al Pit è terminata con l’approvazione dell’atto da parte del Consiglio Regionale nel luglio 2014 è necessario che si riapra il tavolo tecnico e venga deciso quale delle cinque ipotesi risulti urbanisticamente più adeguata alla permanenza della Ginori nel nostro territorio.

Ne va del prestigio della città, ma anche della stessa azienda cui il legame con Sesto è sempre stato storicamente e al livello produttivo uno dei punti di forza che l’ha resa quell'importante realtà nel proprio settore che tutto il mondo apprezza e ci invidia”.

Doppio incontro giovedì presso la presidenza della Regione Toscana per la Gibus di Casalguidi (Serravalle Pistoiese), l'azienda che produce tende da sole e che ha deciso di smantellare lo stabilimento pistoiese per concentrare tutta la produzione a Padova dove ha sede la casa madre. Il consigliere del presidente Rossi per i problemi del lavoro, Gianfranco Simoncini, ha chiesto all'azienda di fare di tutto per mantenere a Casalguidi il sito produttivo e, nel caso in cui questo non sia possibile, di creare le condizioni perchè siano garantiti ai lavoratori la ricollocazione al lavoro ed il sostegno al reddito. Nel pomeriggio i rappresentanti dei lavoratori, presenti il sindaco di Serravalle Pistoiese, Patrizio Mungai e il vicesindaco Simona Querci, hanno riferito sull'andamento del confronto sindacale in atto.

Hanno riconfermato la loro posizione sul mantenimento del sito produttivo a Casalguidi e hanno detto della disponibilità da parte dell'azienda a confrontarsi sull'utilizzo di ammortizzatori sociali per gestire la fase di riorganizzazione che la proprietà intende comunque percorrere. Simoncini ha fatto presente la disponibilità della Regione ad accompagnare le parti verso soluzioni che permettano di garantire tutti i lavoratori. L'incontro si è concluso con l'impegno a mantenere l'attenzione sulla vertenza.

Da parte della Regione è stata infine sottolineata la disponibilità ad attivare, se necessario, un tavolo di confronto alla presenza dell'azienda.

A Piombino sono in arrivo 53 milioni di euro per il piano di riconversione industriale con agevolazioni ed incentivi per quegli imprenditori disposti ad investire, tra l'altro con l'impegno del Governo, e a portare a completamento la Strada Statale 398 attesa da anni per arrivare al porto di Piombino. Certamente, per completare la logistica necessaria ad una viabilità importante, serviranno anche vie di comunicazione come l'autostrada tirrenica e la Grosseto/Fano che collegherà il porto di Piombino ai Balcani.

“Strumenti importanti per portare lavoro nel prossimo futuro alla Val di Cornia, ma strumenti che per adesso non portano tutele ai lavoratori che perdono lavoro o che dovranno stare qualche anno in ammortizzatori sociali. La Cgil Toscana ritiene interessante la proposta avanzata dalle Organizzazioni Sindacali di chiedere al Consiglio dei Ministri, attraverso il Governatore Rossi, di inserire le sette aree di crisi nazionali nella legge che equipara il sud e le isole con ammortizzatori sociali più ampi”, dice Mirko Lami della segreteria di Cgil Toscana.

Lami indica anche un altro fronte: “Oltre a questo, ci sono anche i problemi che assalgono le imprese di appalto o le imprese satellite, come ad esempio le Cave di Campiglia che, fino allo scorso anno, rifornivano le nostre acciaierie di materiale da cava che verrà utilizzato quando ripartirà la nuova acciaieria e viene anche utilizzato anche in molte aziende della Toscana. Un materiale denominato 'microcristallino' che si estrae dalle cave di Campiglia, Terni e Lecco”. Nelle Cave di Campiglia operano 54 lavoratori diretti ma ve ne sono molti di più indiretti, basta pensare a chi trasporta questo materiale e che, solo per la Solvay di Rosignano, occorrono una quindicina di autisti al giorno e dietro a loro, meccanici, gommisti, elettrauto, eccetera.

Poi, anche altre fabbriche presenti in Toscana sono clienti delle Cave di Campiglia. Spiega Lami: “In un momento come questo, dove abbiamo già molti posti di lavoro a rischio che dovranno essere recuperati attraverso la diversificazione, come nella logistica, nel turismo, nel porto, la CGIL Toscana è preoccupata che salti una ennesima unità produttiva di quel territorio ed invita chi di competenza a fermarsi e confrontarsi su tale dramma che si potrebbe aprire. Certamente oggi ci sono soluzioni che fanno abbandonare la scelta di un materiale per il suo sostituto che si può ritrovare tra i materiali scartati o attraverso una formula chimica.

Attualmente per il microcristallino non è così, non viene sostituito con altri materiali. Le Cave di Campiglia sono dentro ad un piano regolatore regionale che detta regole precise, le cave dovranno rispettarle investendo nel rimboscamento, non allargando il perimetro di azione ed investire per nuove tecnologie. La CGIL Toscana farà il massimo, attraverso l'unità della categoria e con le altre Confederazioni, per non perdere questo sito produttivo”.

La Regione, anche su richiesta dei Comuni della Val di Cecina, del Consiglio regionale e delle forze sociali, sta lavorando per favorire una soluzione industriale alla crisi finanziaria che sta interessando la Locatelli Saline di Volterra, azienda con 40 lavoratori diretti più altri presenti nell'indotto.

La Regione Toscana ha deciso di stanziare 1,5 milioni di euro destinandoli alla formazione dei lavoratori espulsi dai processi produttivi nelle tre aree regionali di crisi, quelle di Piombino, Livorno e Massa Carrara. Questa disponibilità sarà attivata a partire dal gennaio prossimo perchè la volontà è quella di far coincidere l'attività formativa con i piani di reindustrializzazione previsti nelle tre aree, così da calibrare la formazione sulle effettive necessità delle aziende. La Regione ha concordato con le organizzazioni sindacali che i bandi relativi a questo stanziamento siano emanati quindi nella fase di presentazione dei progetti di reindustrializzazione delle aree di Piombino, Livorno e Massa Carrara. Già adesso è attivo il bando per l'assegnazione di 1,8 milioni di euro secondo quanto previsto dalla legge 236 relativa alla formazione dei lavoratori provenienti dalle aziende in crisi.

Di questo finanziamento possono usufruire le aziende in crisi di tutta la Toscana, e 600.000 euro su 1,8 milioni sono riservati a quelle delle tre aree di crisi.

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