Antagonisti di Nardella: dopo il primo "semestre", chi li ha visti?

Eccezion fatta per Antonella Bundu, che ha già totalizzato 365 atti consiliari in rappresentanza della lista Sinistra progetto comune, gli altri due candidati sindaco non rifulgono per attivismo

Nicola
Nicola Novelli
01 gennaio 2020 19:28
Antagonisti di Nardella: dopo il primo

FIRENZE- I candidati a sindaco antagonisti di Dario Nardella per le elezioni del 26 maggio 2019 erano, tra gli altri Ubaldo Bocci, Antonella Moro Bundu e Roberto De Blasi. Ma solo questi tre sono risultati eletti e hanno preso posto in consiglio comunale dal 4 giugno, quando ha avuto luogo la proclamazione degli eletti. A conclusione del 2019 quali sono i risultati ottenuti dai tre candidati antagonisti del sindaco in carica nei loro primi mesi di lavoro a Palazzo Vecchio?

Nel primo "semestre" può dichiararsi soddisfatta Antonella Moro Bundu con oltre 365 atti presentati dal gruppo Sinistra Progetto Comune, dall'insediamento del nuovo Consiglio comunale, del 21 giugno 2019, a cui vanno aggiunti i numerosi emendamenti e qualche testo in attesa di essere registrato. Certo la candidata di Sinistra Progetto Comune è affiancata dall’altro consigliere eletto, Dmitrij Palagi (grazie al 7,29% di voti raccolti nelle comunali). Ma bisogna ammettere che pochi si sarebbero attesi tutto questo lavoro politico da una donna che arrivava alla politica istituzionale per la prima volta in vita sua. Al suo lavoro in Consiglio comunale si deve aggiungere l’attività dispiegata in rapporto con la cittadinanza, le lotte sul territorio, gli appuntamenti e le iniziative in piazza, in relazione con i soggetti che compongono la coalizione politica di sinistra unita (Articolo 1, Firenze Città Aperta, Possibile, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana).

“Anche quando i nostri due voti in Comune sono gli unici a esprimersi in modo diverso rispetto alle altre forze consiliari presenti, sappiamo di non essere isolati -spiega a Nove da Firenze la consigliera Antonella Bundu, raggiunta al telefono in Egitto, dove sta trascorrendo qualche giorno di vacanza- La centralità dei diritti sociali e di quelli civili, la difesa della dignità di chi lavora per sopravvivere, l'emergenza abitativa, una città sempre più travolta dai flussi del turismo di massa, la tutela dell'ambiente e del territorio, l'opposizione alla uscite estemporanee su stadio e Olimpiadi, il tentativo di smontare la retorica della paura e della sicurezza parlando di sicurezze al plurale, la battaglia contro gli appalti al massimo ribasso, la difesa dei diritti degli animali, ...

sono davvero numerosi i contenuti con cui abbiamo scritto quegli oltre 365 atti. Cerchiamo di tenere l'attenzione alta sui singoli problemi quotidiani del territorio, come sulle tematiche internazionali, perché è la visione complessiva che muove la nostra idea di società e di politica. Che fine fanno i rifiuti che produciamo? Perché si allagano le strade? Che responsabilità ha il Comune in merito allo svuotamento del centro storico? Per noi le risposte a queste domande si uniscono con problemi più generali, con la speranza di tornare a vedere Firenze città di pace e non solo luogo in cui attirare i fondi internazionali per vendere pezzi del nostro territorio”

Che dire invece di Ubaldo Bocci e Roberto De Blasi? Ubaldo Bocci era candidato sindaco per un’ampia coalizione che raccoglieva Lega Salvini, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Successivamente però si è staccato dal gruppo consiliare di appartenenza e ha costituito un Gruppo misto. E' una costante della destra fiorentina, che già in molti casi ha presentato un candidato, che poi ha abbandonato il gruppo consiliare. Fu così anche per Scaramuzzi, Valentino, Galli e oggi Bocci. Stando all’archivio dell l'Ufficio stampa di Palazzo Vecchio, i comunicati collegati ad atti consiliari che portano la sua firma sono appena una decina, non molti per chi aveva promesso una rivoluzione alla città.

E’ andata meglio a Roberto De Blasi, il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, che in questi mesi ha messo la firma su una ventina di atti e richieste di informazioni, nonostante sia supportato dal lavoro dell’altro consigliere M5S eletto, Lorenzo Masi. Ma nel complesso tra De Blasi e Bocci si contano meno della metà degli atti firmati da Antonella Bundu.

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