Animali domestici: un centralino per soccorrerli, attivo 24 ore su 24

Soccorso degli animali selvatici feriti: salvati a centinaia nel territorio fiorentino. "Invasione biologica" del fiume Sieve: avviato il programma di cattura

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2015 09:21
Animali domestici: un centralino per soccorrerli, attivo 24 ore su 24

FIRENZE- Un numero unico regionale per segnalare incidenti occorsi per strada ad animali domestici e avere immediato soccorso. Lo istituisce una delibera approvata nel corso dell'ultima giunta. La sperimentazione partirà a giorni e avrà un'applicazione progressiva sul territorio regionale: fino alla fine del 2015 nella città metropolitana di Firenze; dal 1° gennaio al 30 giugno 2016 in tutta l'azienda di Area vasta centro (Firenze, Empoli, Prato, Pistoia), dal 1° luglio al 31 dicembre 2016 in tutta la regione.

Il numero, che ancora non è stato individuato, sarà gestito per il primo periodo dalla Polizia municipale di Firenze, che poi trasferirà la chiamata alla Asl fiorentina. "L'attenzione per gli animali è un segno di grande civiltà - è il commento del presidente Enrico Rossi - La Regione Toscana nelle sue politiche è sempre stata molto attenta anche agli amici dell'uomo, mettendo in atto anche iniziative che hanno fatto da apripista a livello nazionale.

Penso alla possibilità di far entrare gli animali di affezione negli ospedali, per visitare i propri padroni: un'opportunità che indubbiamente fa stare meglio sia gli esseri umani che gli animali. L'istituzione di questo centralino per il soccorso animali è un'altra iniziativa che va in questa direzione, e che consentirà ai veterinari delle Asl di intervenire con tempestività per soccorrere gli animali domestici vittime di incidenti". Come funzionerà il soccorso animali. Chiunque assiste a un incidente che coinvolga un animale domestico (in questo caso si parla solo di animali domestici) potrà chiamare il numero, attivo 24 ore su 24.

Sul posto arriverà un mezzo della Asl con il veterinario a bordo, oppure un mezzo di un'associazione di volontariato, che porterà l'animale a un ambulatorio pubblico o privato, dove l'animale verrà curato. La rete degli ambulatori veterinari privati supporta infatti l'attività di assistenza veterinaria del Sistema di soccorso animali della Regione Toscana. Per il quadriennio 2015-2018, il soccorso animali viene finanziato con 120.000 euro. I proprietari degli animali soccorsi saranno tenuti a sostenere le spese di recupero, 85 euro per ciascun animale.

Convenzione Metrocittà-Asl 10 per il Soccorso degli animali selvatici feriti

In tre anni e mezzo raccolti capi di diverse specie. Per un eccesso di sensibilità cittadini creano talvolta il problema di prelevare animali creduti abbandonati: dopo diventa difficile reimetterli nel loro ambiente. A causa del progressivo aumento della consistenza delle popolazioni di animali selvatici, nel territorio metropolitano fiorentino si sono sempre più determinate occasioni di contatto tra gli esseri umani e la fauna selvatica con un crescente aumento, negli ultimi anni, di incontro con fauna selvatica in difficoltà e bisognosa di soccorso e di recupero. Il Consiglio metropolitano di Firenze ha approvato all'unanimità una delibera, illustrata dal consigliere delegato all'Ambiente Alessandro Manni, per l'affidamento alla Asl 10 di Firenze del servizio sperimentale di soccorso e recupero della fauna selvatica ferita, con relativo testo di convenzione, per l'anno 2015. Già nel nel 2010 fu avviata una collaborazione tra la ex Provincia di Firenze e l'Asl 10. Nei tre anni e mezzo in cui è stata vigente sono stati raccolti annualmente, in modo via via crescente, dai 400 agli 800 capi di svariate specie (mammiferi ed uccelli); di questi circa il 35% è stato recuperato e reimmesso in natura, circa il 65% è deceduto. Vi sono delle criticità: mancanza, ad esempio, di un luogo idoneo per la degenza degli animali fino alla loro liberazione, il cosiddetto "Centro di Recupero".

Né la Metrocittà, subentrata alla ex Provincia, né la Asl 10 dispongono di un sito idoneo dove allocare le strutture per tale attività. Manca anche personale dedicato. Circa il prelievo da parte della gente dei piccoli di mammiferi e di nidiacei dall'ambiente naturale accade che i cittadini li credano abbandonati e in pericolo di morte. Questi animali non sono ovviamente feriti, ma sono solo incapaci di procurarsi il cibo da soli e, se volatili, di volare. Una volta diventati adulti, sarà molto difficile reimmetterli in natura in quanto carenti della necessaria educazione parentale. Sarebbe perciò necessaria una campagna informativa per "educare" la cittadinanza a non prelevare i piccoli nati dal loro contesto naturale.

A questo scopo si sta stilando una sorta di decalogo. Nel 2010, a motivo delle crescenti richieste della cittadinanza, l'ex Provincia di Firenze ritenne indispensabile individuare un sistema idoneo, qualificato e riconoscibile per fare fronte alle esigenze di soccorso e di recupero degli animali selvatici in difficoltà espresse dal territorio. Dato che la Unità Funzionale Multiprofessionale Aziendale (Ufma) di Igiene Urbana Veterinaria della Asl 10 Firenze aveva già istituito un sistema di recupero per gli animali di affezione, con servizio veterinario di pronto soccorso sul territorio, l'ex Provincia sondò la disponibilità della Asl per estendere il servizio anche agli animali selvatici. La Asl 10 offrì piena disponibilità e quindi tra l'ex Provincia di Firenze ed il Servizio di Igiene Urbana Veterinaria dell'Asl 10 Firenze si definì un percorso di collaborazione teso ad attivare un sistema sperimentale per la cura degli animali selvatici.

Fu anche definito un gruppo di lavoro per l'attivazione in via sperimentale del servizio stesso. L'attività iniziò nel 2011 con una convenzione e nello stesso anno fu firmato un primo rapporto convenzionale con l'Asl 10 - Ufma di Igiene Urbana Veterinaria della durata, in via sperimentale, di sei mesi, prorogabile fino a tre anni se il servizio avesse garantito le condizioni di efficienza ed efficacia attese. Il rapporto convenzionale prevedeva da parte del Servizio Veterinario Asl 10:

  1. servizio di soccorso e recupero animali selvatici comunque reperiti con orario h 24;
  2. prestazioni veterinarie specialistiche e cura degli animali, con personale medico specialistico per il primo soccorso, assistenza medico-veterinaria ed ogni altra prestazione e cura nel periodo di degenza, acquisto e somministrazione di cibo occorrente e medicinali necessari per le cure e le profilassi;
  3. nei casi in cui le condizioni dell'animale determinassero una prognosi veterinaria per la quale non sia previsto il totale recupero per la successiva liberazione in natura il veterinario può prevedere la soppressione eutanasica.
  4. Da parte della ex Provincia di Firenze si prevedeva che:
  5. la Sala Operativa di Protezione Civile della Provincia ed il comando della Polizia Provinciale svolgevano le attività di ricezione, valutazione ed inoltro al servizio veterinario ASL 10 delle chiamate;
  6. se necessario e compatibilmente con gli oneri di orario e di servizio la Polizia Provinciale partecipava direttamente alle operazioni di recupero; l'Ufficio caccia provvedeva a tenere la contabilità finanziaria del servizio con l'erogazione annuale dei fondi stanziati dalla Regione Toscana secondo le scadenze prestabilite.

Dopo la prima annualità le convenzioni sono state riattivate anche nei successivi tre anni , fino a tutto il 2014. "Nei tre anni e mezzo di sperimentazione - spiega Manni - il sistema si è affinato e sono stati puntualizzati vari accorgimenti con l'intento di redimere le criticità che via via emergevano, tra cui il concetto generale fondamentale della tutela della specie e non del singolo individuo, la standardizzata, varie casistiche rappresentate sia dal tipo di animale (cacciabile, protetto o particolarmente protetto) che dal contesto (antropizzato o naturale) attraverso le quali stilare le priorità di intervento".La Polizia Provinciale ha poi attivato un sistema in rete condiviso anche con la Asl per avere la tracciabilità dell'animale dal suo ingresso per tutto il suo percorso nel sistema.La nuova convenzione recepisce quanto condotto finora, aggiornando aspetti che sono stati puntualizzati nel testo.

Negli ultimi anni la colonizzazione del fiume Arno da parte del pesce siluro (Silurus glanis), vorace predatore di origine alloctona, ha segnato una fase di profondo impoverimento delle risorse ittiche del fiume. Città Metropolitana ed il Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze, sotto il coordinamento scientifico della dott.ssa Annamaria Nocita, stanno conducendo campagne di controllo della specie mediante interventi di cattura e traslocazione degli individui in bacini di stoccaggio, grazie a finanziamenti concessi dalla Regione Toscana. La segnalazione del pesce siluro anche in alcuni affluenti dell'Arno ha portato ad estendere gli interventi al fiume Greve, e proprio nelle settimane scorse anche al fiume Sieve, dove purtroppo la specie si è recentemente irradiata, probabilmente anche grazie alla sconsiderata opera dell'uomo.Nello scorso mese di settembre in tre giorni di catture sono stati prelevati circa 600 kg di pesci siluro sul fiume Sieve, dato che ha destato la preoccupazione degli amministratori. Secondo Alessandro Manni, consigliere della Città Metropolitana di Firenze delegato all'Ambiente "la presenza del pesce siluro nelle nostre acque rappresenta una vera emergenza ambientale, che richiederà uno sforzo gestionale continuativo e congiunto di istituzioni, mondo della ricerca e pescatori sportivi, al fine di limitare la presenza e controllare l'ulteriore diffusione di questa specie invasiva".

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